Poesie della contessa Paolina Secco-Suardo Grismondi/Lamento sull'incostanza d'un amico

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Lamento sull'incostanza d'un amico

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Lamento sull'incostanza d'un amico
I prigionieri Per il signore Elliot

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LAMENTO SULL’INCOSTANZA

D’UN AMICO


CANZONE


Alfin tra lochi inospiti
     E taciturni sono,
     E sol dell’aure aggirasi
     4Pel vuoto bosco il suono,

E sfogar posso libera
     Il duol ch’io nutro in seno,
     Se pur la fè promettersi
     8Lice da sassi almeno.

Ma come il tuo ripetere
     Poss’io rigor crudele,
     Quale darò principio,
     12Tirsi, alle mie querele?

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Io che in Amor credeami
     Per te beata un giorno?
     Fatta agli amanti favola
     16Sol n’ho vergogna, e scorno.

E ond’ho tal merlo? instabile
     Qual fallo mio ti rese?
     Forse novello incendio
     20Nel petto mio s’accese?

La fede tua pur toglimi
     S’arsi per altra face,
     E allor superbo, e rigido
     24Ti soffrirei con pace.

Forse d’amor non mirasi
     In me più segno espresso?
     Il dica afflitto, e macero
     28Il mio sembiante istesso.

Voi Faggi, e voi d’Arcadia
     Pin sacri al Nume invoco,
     S’è ver che anch’essi gli albori
     32Senton d’amore il foco;

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Dite se Tirsi udistemi
     Alle vostre ombre assisa
     Cantar? se in voi l’istoria
     36Ho di mie pene incisa?

Ed ecco o fonti, o gelide
     Rupi qual n’ho mercede
     Sol m’è concesso volgere
     40A voi dolente il piede,

Ed alle piante, e ai garruli
     Augei m’è forza solo
     Narrar qualunque struggami
     44Fiera cagion di duolo.

Pur Tirsi, ancorchè sprezzimi,
     Da me cantare udrassi,
     E Tirsi i boschi queruli
     48Ripeteranno, e i sassi.