Quella che in aspro tuon contra il pelléo
macchinator dal vil letargo scosse
le incerte ateniesi alme commosse
e ’l fatal giogo allontanar poteo; corso l’Adria e l’Ionio, in sul Tarpeo
libera i figli di Quirin percosse,
uní di Roma le disgiunte posse
e digiuni di sangue i brandi ir feo; leggiadra ancella ne le tosche scuole
lisciò sue forme: e a vezzeggiare apprese,
seduttrice de’ sensi, atti e parole; ma, quando il sommo spirator la rese
de la bocca di Dio verace prole,
se stessa vinse, e a vincer l’orbe intese.