XXIV. Giudizio finale
../XXIII. Apparimento del giudizio finale
../XXV. Nell'anno 1796
IncludiIntestazione
17 settembre 2022
100%
Da definire
<dc:title> Poesie varie </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Angelo Mazza</dc:creator>
<dc:date>1912</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Poeti minori del Settecento I.djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Poesie_varie_(Angelo_Mazza)/Sonetti/XXIV._Giudizio_finale&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20220917154222</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Poesie_varie_(Angelo_Mazza)/Sonetti/XXIV._Giudizio_finale&oldid=-
20220917154222
Poesie varie - XXIV. Giudizio finale Angelo MazzaPoeti minori del Settecento I.djvu
[p. 110 modifica]
Ne la mente mi siede, e al cor mi suona
quel gran dí che giustizia a sé riserba.
Ira e vendetta di rigor superba
ardono in volto a un Dio che ha d’uom persona.
Voce di paradiso a’ giusti intuona:
— Venite al regno che per voi si serba. —
Fulmineo scoppio di parola acerba
percuote gli empi, e l’imo Erebo introna.
E quegli al lor desir s’alzano e vanno;
e questi, ahi! questi da immutabil sorte
traboccan vòlti ne l’estremo danno.
Riserra intanto eternitá le porte
ai regni della gioia e dell’affanno.
Gran dí, suonami al cor, fino alla morte.
|