[p. 172 modifica]172 PREFAZIONI E POLEMICHE
Stato un’aspettativa di qualche utile pecuniario. Per accrescersi
la probabilità di quell’aspettativa, egli s’ha pensato di offrirmi
un onesto pagamento per indurmi a scarabocchiare qualche cosa
da porre in fronte a tale sua edizione, lusingandosi, e forse
vanamente, che la poca o la molta fama da me acquistata nel
suo paese con alcune cose che ho scritte nella sua lingua, possa
facilitare la vendita di questi tre volumi. Impegnato cosi anch’io
dal mio interesse a contribuire allo spaccio d’essi, mi sono
indotto a dire in questo scritto tutto quello che di Niccolò si
può dire, e sonomi adoperato a crivellare l’opere sue senza
parzialità e senza passione. Cosi l’ho condannato e lo condanno
dovunque mi pare che vada condannato, e l’ho difeso e lo difendo
in tutto quello che mi pare sia difendibile, anzi laudevole,
come lo è sicuramente in moltissimi luoghi dell’opere sue.
Avendo ragionato di lui cosi all’ingrosso, vengo adesso a
pigliare quelle sue opere a una per una, secondo l’ordine in
cui sono collocate nella presente edizione, e a dire qualche cosa
al minuto di ciascuna d’esse.
TOMO PRIMO
I
Delle istorie fiorentine.
Quest’opera, stata divisa da Niccolò in otto libri, si pretende
che in alcune parti non regga a coppella, vale a dire che non
sia tutta rigidamente veritiera. Lo scrutinare ciascun fatto che
rinserra e il notare quelli che sono falsi, è cosa che oltrepassa
di molto le mie forze. Dirò dunque solamente che pare che
Niccolò l’abbia scritta colla mira di tener saldi i suoi concittadini
e mantenere la repubblica loro, e che la sua invincibile
rabbia contro il governo monarchico lo conducesse a dare in
quella più di quattro picchiate a’ Medici, rimescolando però il
suo fiele con qualche zucchero di lode ad alcuni d’essi, per paura
non gli facessero poi un qualche brutto scherzo. Annoveri chi