Quando il dormente si sveglierà/XXII. La lotta nel Palazzo del Consiglio

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XXII. La lotta nel Palazzo del Consiglio

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Herbert George Wells - Quando il dormente si sveglierà (1899)
Traduzione dall'inglese di Anonimo (1907)
XXII. La lotta nel Palazzo del Consiglio
XXI. Nei bassifondi XXIII. Mentre giungono gli aereopiani

[p. 306 modifica]Capitolo XXII, La lotta nél Palazzo del Consiglio. Nel mentre che Asano e Graham correvano verso le rovine che circohdavaJno il Palazzo del Consiglio; videro che da ógni piairte il popolo si sólleVava sèmpre più. — Alle sezioni! Alle sezioni! Dappertutto uomini e donne Vestite di azzurro, uscivano in fretta da qualche laboratorio sbttérraneo, sa-liVano le sleale che conducevano alla strada centrale. A un certo punto-, Graham storse un arsenale del comitato rivoluzionario assediato da una truppa strepitosa d’insorti: altrove, due agenti della Polizia del Lavoro che indossavano l’ahorrita uniforme gialla erano perseguitati da tutta la folla, e fuggivano lungo,, la strada rapida che conduceva alla direzione opposta. Le grida: «Alle vostre sezioni!» diventarono alla fine un’invocazione unica e continua, -via via che si avvicinavano al quartiere del governo e ad esse si univano altre grida inintelligihili. j — Ostrog ci ha tradito-! — urlò un uomo dalla voce fioca, e si mise a ripetere ostinatamente la sua frase, i [p. 307 modifica]La lotia nel Palazzo del Consiglio ’ • 3o7 fischiandola negli orecchi di Graham che finì in brevecol non -udir più altro. L’uomo stava accanto a Graham e ad Asano sulla strada rapida, lanciando al suo passaggio il solito ritornello verso coloro che stavano ammucchiati sulle piattaforme inferiori. Egli alternava la sua accusa contro Ostro-g, con ofdini incomprensibili: in breve saltò a terra e disp-arve. LFn tal tumulto avvinceva Io spirito di Graham e non gli suggeriva che dei piani vaghi e informi. Ora vedeva arringare la foUa dall’alto di qualche palco; ora si ritrovava faccia a faccia con Ostrog: era pieno di rabbia, di un irresistibile bisogno di azione muscolare-, gli si contraevano i pugni, gli si serravano le labbra. La strada che conduceva al Palazzo del Consiglio, attraverso le rovine, era insormontabile, ma Asano evitò tale difficoltà, conducendo Graham nelle dipendenze d’eH’ufficio centrale della posta. Il servizio delle poste funzionava regolarùnente, ma i postini vestiti di azzurro camminavano a malincuore o si fermavano per contemplare cogli occhi aperti, attraverso gh archi delle loro gallerie, gii uomini chè gridavan loro dal di fuori: «Tutti alle sezioni 1» E dietro il consiglio di Asano, Graham si fece riconoscere. Essi penetrarono nel Palazzo del Consiglio per mezzo di un canapo. Già nel breve spazio di tempo che era trascorso dalla capitolazione dei consiglieri, era avvenuto un gran cambiamento nell’aspetto di quelle rovine. Le cascate d’acqua zampillanti che scaturivano dagli acquedotti d’acqua di mare, erano state sviate e contenute, ed enormi docce prow’isorie erano disposte in alto, lungo un sistema di cavalletti di apparenza poco sohda. I canapi che servivano al Palazzo del [p. 308 modifica]3o8. QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ Consiglio, erano stati riparati e s’intrecciavano per l’aria, in una nuova mole di costruzione, che sovraccarica di argani e di macchine in attività, si proiettava a sinistra del hianco edifizio. Le strade mobili che attraversavano’ quello spazio, erano state ristabilite e correvano su una certa distanza, a cielo aperto. Erano le st-essé strade che Graham aVeva veduto dal piccolo balcone poco tempo dopo ’il suo risveglio, appena nove giorni fa, e la sala in cui aveva dormito era situata dall’altra parte in cui erano ammassate infonmi e gigantesche rovine. Era già alto il giorno, e il sble splendeva; le piattaforme rapide arrivavano continuamente ricoperte di persone che aumentavano sempre più e che si affollavano sugli avanzi e sulla confusione di ’ quelle rovine. L’aria era piena di grida e la folla si accalcava e ondeggiava verso l’edificio centrale. In generale, quella masisa rumorosa si componeva di bande informi, ma qua e là Graham pioteVa constatare che stava per stabilirsi una grossolana disciplina. E tutte le voci, in quel caos ripetevano l’oridiniéù ’— AUe vostre sezioni, alle vostre sezioni I Quindi Graham e Asano furon trasportati in un atrio che Graham riconobbe per l’anticamera della sala di Atlante vicino alla galleria che parecchi giorni prima aveva percorso insieme ad Howard, per recarsi aUa presenza del Consiglio, oggi capitolato. La sala era vuota; vi erano soltanto due impiegati che sembrarono completamente stupiti riconoscendloi il Dormente neU’uomo chie era sceso dal sedile del canapo. — Dov’è Elena Wotton? — domando. — DoV’è? •5 Essi lo ignoravano. ■— AUora, dov’è Ostrog? Bisogna che lo veda su [p. 309 modifica]La lotta nel Palazzo del Consiglio 3ag bito. Egli mi ha disobbedito. Sono venuto qui per togliergli tutto il maneggio degli affari. Senza aspettare Asano, attraversò il Vestibolo, salì gli Sicalini situati aH’estremità, e, sollevando la tenda, si trovò faccia a faccia col Titano sefnpre oppresso dal suo fantastico lavoro. L’atrio era deserto: il suo aspetto era molto cambiato da quando l’aveva veduto Graham. Nella lotta violenta della prima sommossa, esso aveva subito gravi danni. A destra della grande statua, la parte superiore del muro era stata demolita per quasi duecento piedi di lunghezza, e un’immensa p-lacca di una membrana vetrosa, simile a quella nella quale si era trovato rincMuso Graham quando si era svegliato, nascondeva l’apertura e ammortiva, senza soffocare, le voci del popolo di fuori. •— Alle sezioni! Alle sezioni! AUe sezioni! Attraverso queUa membrana si distinguevano le longarine e i sostegni degli apparati metallici cbe si elevavano e si abbassavano secondo i bisogni degli operai, lina macchina da costruzione, con lunghi bracci di metallo dipinto di rosso, che afferravano con un movimento lento i blocchi ancor plastici di pasta minerale e li ponevano esattamente nella posizione voluta;, si,ejigieva, scheletrita, in quella prospettiva tinta di verde. Essa contava ancora un certo numero di operai che esaminavano con sguardo sorpreso la folla che stava giù. Per mr momento Graham si fermò a contemplare un tale spettacolo e Asano lo raggiunse: — Ostrog, — disse Asano, — deve essere negli uffici laggiù! L’omettino era livido ora e i suoi occhi scrutavano attentamente la faccia di Graham. [p. 310 modifica]3 IO QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ Avevano fatto appéna dieci passi, allorché una parete a BÌnistra dell’Atlante fu rialzata e comparve Ostrog, accomipiagnato da Lincoln e seguito da due negri Vestiti di nero e di giallo, che attraversarono l’angolo più lontano dell’atrio, e si diressero obliquamente verso una seconda parete che era stata sollevata e aperta. — Ostrog! — chiamò Graham, e, al suono della Voce di lui, la picqola truppa si fermò maravigliata. Ostrog disse qualche parola a Lincoln e si avanzò solo. Graham fu il priino a parlare: egli aveva preso un tono elevato eidittatorio. — ■ Che bosa ho saputo mai? — dimandò. — Voi conducete dei negri qui per mantenere l’ordine pubblico? ■— Non è nemmen troppo presto! — rispose Ostrog. — Questa turba fannuilona, sfugge sempre più alla nostra direzione, dopo la rivolta. Io non dubitavo mai che,... — Allora questi maledetti rteg’ri sono per la strada? ■— Sì. In ogni caso voi avete veduto il popolo fuori.... -— E che cosa c’ò di strano? Ma, dopo quello che aVevamiO’ convenuto.... voi avete preso troppa padronanza, Ostrog. Ostrog non rispose nulla, ma si avvicinò al suo interlocutorei. — Io non voglio che quei negri vengajip fin qui, — ^dichiarò Graham- — H Maestro sono io ed èssi non Verranno. Ostrog lanciò un’occhiata su Lincoln che si avvicinò ad essi improvvisamente, col suo variopinto seguito alle calcagna, V, • — E perchè no? — do-mandò Ostrog. — Fra i bianchi, l’ordine deve essere mantenuto dai bianchi. Del resto.... [p. 311 modifica]X La lotta nel Palazzo del Consigliò 3ii — I, negri non sono che u|no strumento. •— Ma quello non vuol dir nulla. Io sono il Maestro, e intendo essere il Maestro. E vi proibisco di far ’ venir quei negri. — Il popolo.... — Io ho fiducia nel popolo, — Perchè siete un anacronismo. Voi giungete dal tempo passato.... Voi siete un accidente. Voi possedete forse la metà del mondo.... ma voi non siete affatto il Maestro» Voi non avete abbastanza srienza per essere il Maestro» E gettò di nuovó un’occhiata su Lincoln. — Ora io so ciò che pensate, — riprese, — e indovino quello che avete vogha di fare. Non è ancora troppo tardi per avvisarvi. Voi soghate l’uguaglianza umana.... un’organizzazione socialista Questi vecchi sogni del secolo XIX sono Sempre nuovi e viventi ’ nel Vostro spirito, e voi vorreste governare, agitare questo secolo che per Voi è un enigmia. — Ascoltate, — disse Graham. — Lo udite questo rumore simile a quello del mare.... Non sono delle voci, ma ima voce sola.... Capite bene? — Siamo noi che abbiamo insegnato loro quel canto, — sogghignò Ostroig’. — Forse. Ma potete fofse insegnar loro a dimenticarlo? Del resto ne ho già abbastanza. I vostri negri non verranno. Vi fu im minuto di silenzio e Ostrog lo guardò bene in faccia. — Verranno! — articolò chiaramente. — Lo proibisco! — esclamò Graham. — Sono in cammino. — Io non voglio. [p. 312 modifica]312 quando il dormente si sveglierà — No? — feae Ostrog. — Per quanto sia desolato di esister ricorso al metodo del Consiglio.... pier il Vostro proprio bene.... non bisogna che voi siate dalla pUrte del disordine. E poiché siete qui.... Siete stato ben gentUe di essere tornato qui. L’inooln posò la mano sulla spalla del Maestro e Graham rendendosi improvvisamente conto della sciocchezza commesisa nel tornare al Palazzo, si precipitò Verso i paramenti che separavano’ l’atrio dell’anticamera. Intervenne Àsano, e mentre Lincoln si era impadronito del mantello di _ Graham, questi si rivoltò e colpi Lincoln ^gUa faccia. Immantinente un negro lo prese per il collo e per il braccio, egli si liberò con uno sforzo ’disperato strappandosi la manica del vtestito.; poi si rigettò indietro barcollando e ricevette una pedata daH’altro negro. Egli cadde pesantemente a terra e rimase alcuni sedoiidi immobile; guardando il stoffitto lontano. Quindi cominciò ad urlare, rotolò su sè stesso in una lotta furiosa, afferrò per le gambe uno di quei negri che cadde disteso e alla fine giunse a rimettersi in piedi. ^ Lincoln dfizzando’si dinanzi a lui, ricevette un ptiigno formidabile sótto il mento e cadde in terra rimanendo inerte. Graham fece due passi, quindi barcollò; il braccio tìì Ostroig gli cingeVa il collo e fu rovesciato airiridletro con le braccia inchiodate al ’sUolo. Dopo alcuni sforzi violenti, egli cessò, di dibattersi e ri-, maiste disteso cogli occhi fissi su Ostrog che ansimava. ’— Voi.... siete prigioniero.... — balbettò Ostrog, tutto Bù’dato e trionfante. — Non aVete fatto male a ritomaie. l Graham rivofee la testa a destra e a sinistra, e attraversò l’apertura irregolare della parete Verde del [p. 313 modifica]La lotta nel Palazzo del Consiglio 3i3 l’atrio, egh scorse gli uomini che manovravano le gru, gesticolare con animazione, curvi verso h popolo, sopra di essi. Essi avevano veduto I Ostrog seguì la direzione de’ suoi occhi e trasalì; disse qualche parola a Lincoln, ma questi non si mosse. Una palla andò a ficcarsi nelle modanature sopra la statua dell’Atlante. I due strati di materia trasparente che nascondevano l’apertura, si strapparono; gli orli della rottura annerirono, si pccartocciarono rapidamente verso la cornice e in un batter d’oocHo, la sala del Consiglio rimaste aperta all’aria. Una fredda raffica entrò, portando steoo una confusione di voci che salivano’ dalle rovine, e ’grida di minaccia. — Salvate il Maestro I Che cosa fanno al Maestro? II Maestro è tradito! Graham si rese conto che l’attenzione di Ostrog era distratta e tehte egh non gli faceva più violenza, e spriigionando di uji sol colpo le braccia, si mise vivamente in ginocchio; quindi con un moto delle spalle respinse il suo avversario; e con rm ginocchio ancora a terra, afferrò Ostrog per la gola toentre quest’ultimo si pttaccava’ con ambo le mani alla sciarpa di seta che cingeva il collo ‘di Graham. Ma alcuni uomini, scendendo dal palco d’onore. Venivano verso di essi; uomini, sulle intenzioni dei quali Graham si ingannò. Egli intrawide qualcuno che correva in lontananza, verso le tende deiranticamera, e, nel medesimo momento i nuora venuti si gettarono su di lui mentre Ostrog gh sfuggiva dalle mani, e con sua inaudita sorpresa, quella gente s’impadroniva della sua persona. Essi obbedivano agli ordini cbe impartiva loro Ostrog. Così fu trascinato per una dozzina di metri prima di capire che coloro non erano amici e che [p. 314 modifica]314 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGIIERÀ essi lo trascinavano Verso la finestra aperta. Ma allora cercò di resistere e tentando di gettarsi per terra, cMamò al sòccorso con tutte le sue forze. Questa volta le site grida ebbero una risposta. La stretta del coUo’ si era allentata ed ecco che nell’angolo inferiore della rottura, si mostrarono, prima uno per volta, e poi aggruppai, un gran numero tìi piccoli uomini neri che gridavano agitando le braccia: saltarono neUa galleria leggiera che conduoeya alle stanze silenziose correndo lungo quella galleria e così vicino che Graham distinse, le armi che tenevano in mano. Ostrog, accanto a lui,’vociferò incoraggiamenti agli uomini che lo tenevano e, una volta di più, Graham resistè con tutte le sue forze a coloro che lo spingevano verso l’apertura spalancata. — Essi non possono scendere, — absimò Ostrog. — Non DS’ano far fuoco. Va bene. Essi nop l’avranno ancora. Durante alcuni minuti che a Graham parvero eterni, si prolungò questa lotta spaventosa. I sqoi abiti erano strappati in molti punti, il suo corpo era ricoperto di polvere e una delle sue mani era stata ammaccata. Egli udiva le grida de’ suoi partigiani e distinse perfino dei oolpi di arma da fuoco: le sue forze lo- abbandonavano e pensò che la resistenza da lui opposta, era folle e inutile. Non Vedeva giungere alcun soccorso da nessuna parte e certo, irresistibilmente, l’apertura nera, spalancata, si avvicinava. Ad un tratto la molteplice stretta che lo opprimeva si rallentò: egli si dibattè e tornò in piedi. La tes’ta grigia di Ostrog indietreggiò improvvisamente e Graham si accorse di non esster più prigioniero. Voltandosi indietro, si trovò faccia a faccia con un [p. 315 modifica]La lotia nel Palazzo del Consiglio 3i5 uomo Vesitito di nero: in quel mom-ento udì vicino a sè un gran colpo che partiva da un’arma verde mandando un nuvolo di fumo acre che gli sfiorò il volto e una lama d’acciaio brillò. L’imimensa sala cominciò a girare.,.. EgH vide un uomo vestito di azzurro pallido che pugnalava uno degli agenti vestiti di nero e giallo, distanti da lui meno di tre passi; quindi sentì afferrarsi ancora. Ora lo trascinavano in due direzioni: gli parve che gli dicessero qualche cosa; voleva cercar di capire ma non ci riusciva. Qualcuno lo aveva agguantato per le gambe per sollevarlo malgrado i suoi vigorosi sforzi. Ad un tratto capì e cessò di resistere: alcuni uomini lo soUeva,vano sulle loro spalle, l’allontanavano dal pericolo, e lo trasportavano nel centro dell’atrio. Diecimila persone lo acclamavano. Intanto Graham si rendeva conto che una specie di guardia del corpo, si formava attorno a lui: alcune persone si agitavanio; si spolmonavano, lanciando ordini vaghi. E vicino a lui, l’uomo in giallo dai baffi neri che aveva già notato fra coloro che l’ayevano salutato nell’anfiteatro pubblico, dirigeva e comandava. L’atrio era tutto stipato di una folla in rivoluzione; la piccola galleria di metallo si curvava sotto il peso degli insorti che emettevano grida di acclamazione; le tende all’esti-emità erano state violentemente tirate da parte lasciando veder l’anticamera piena di una densa moltitudine. Il tumulto gli permetteva appena di farsi udire dall’uomo che gli era vicino. — Dov’è Ostrog? — donrandò. Quegli a cui era rivolta questa interrogazione, stese la nrano sopra alle teste, nella, direzione opposta all’apertura: le finestre inferiori erano aperte e alcuni [p. 316 modifica]3l6 QUANDO IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ insorti armati vestiti di azzurro ornati di nere cinture, vi entravano impetuosamente per sparire nelle stanze e nei corridoi dove quelle finestre davano accesso. Un crepitio di fucilate si ripercuoteva neU’aria attraversò quel tumulto; Graliam si vide trascinato, seguendo una curva spezzata, attraverso il grande atrio, in direzione d’un’apertura, al disotto (iella breccia. Egli scorse degli uomini che si sforzavano, con una specie di disciplina violenta, di tenere indietro la folla attorno a lui, per formare uno spazio’ libero. AU’uiscire dall’atrio, un gran; taiuro’ bianco, costruito di recente, al di sOpra del quale appariva l’azzurro del (rielo, si drizzò davanti ad essi. Allora coloro che portavano Graham lo rimisero in piedi mentre qual<nmo s’impadronì del suo braccio per inseginargli la strada. Gli fecero salire una stretta scala di mattoni, dopo di che egli distinse subito le grandi masse dipinte di rosBo, le gru, le leve e i meccanismi silenziosi dell’enoirme macchina da costruzioni. Giunto in cima alla stala, attraversò rapidamente un marciapiede strettissimo munito di una balaustrata e, improvvisamente, in una acclamazione iinmensa, l’anfiteatro deUe rovine si aprì di nuovo davanti a lui. — Il Maestro Ò con noi! Il Maestro! Il Maestro! L’acclamazione arrivò successivamente come un flutto siU quell’oceano di facce rivolte verso di lui, e venne ad urtare sulla scogliera lontana delle rovine da cui rimbalzò indietro in un’onda di grida. — Il Maestro e del nostro partito! Graham si accorse di non esser più circondato dal popolo e di essere in piedi sopra una piccola piattaforma provvisoria che faceva parte di un ponte di apparenza poco solida che circondava il Palazzo del [p. 317 modifica]La lotta nel Palazzo del Consiglio 817 Consiglio. Su tutta queU’imimensa estensione di rovine, ondeggiava la moltitudine strepitosa che lo acclamava: qua e là le bandiere nere delle società rivoluzionarie si piegavano e si agitavano formando rari centri d’organizzazione in quel caos. Sui muri e sui ponti per mezzo dei quali i suoi salvatori erano arrivati airapertura della sala dell’Atlante, si sospendeva una foEa compatta e piccole forme umane, nere, attive, energiche, attaccandosi alle colonne e alle • sporgenze, facevano ostinati sforzi per mettere in movimento quelle masse serrate e immobili. Dietro di lui, all’estremità del ponte, un certo numero d’uomini si arrampicava a fatica, portando un enorme stendardo dalle pieghe battenti. Le lontane piattaforlne Volanti al sud, si staccavano vivaci e brillanti come riavvicinate da una trasparenza insolita dell’aria. Un aereopilo solitario parti ad un tratto dalla leva centrale come se volesse andare incontro agli aereopiani che si attendevano. — Che cosa è accaduto di Ostrog? — domandò Graham. Nel medesimo istante egli vide tutti quegli occhi rivolti verso la cresta del Palazzo del Consiglio. Anche lui guardò in quella direzione: da principio non vide altro che l’angolo frastagliato di un muro che si staccava netto e duro nel cielo: poi, nell’ombra, egli distinse l’interno di una stanza e riconobbe, trasalendo, la decorazione bianca e verde della sua antica prigione. Attraversando rapidamente quello spazio aperto, fino all’orlo stesso dei frammenti di quelle rovine, apparve una piccola forma vestita di bianco, seguita da altre due vestite di nero e di giallo. L’uomo accanto a lui esclamò: «Ostrog I». Graham si voltò [p. 318 modifica]3l8 QUANDO IL DORMENTE Si SVEGLIERÀ per fare una domanda, ma ne fu impedito daires’clamazione veemente di un altro personaggio che indicava; nel medésimo tempo, qualche cosa colla sua scarna mano. Egli alzò gli occhi: l’aeropilo che aveva Veduto levarsi dalla piattaforma volante, allorché aveva guardato in quella direzione, si avanzava ora verso di eslsi. Il suo volo rapido e regolare, era ancora per lui qualche cosa di abbastanza nuovo per trattenere la siua curiosità. La macchina volante si avvicinò, diventando sempre più grande, e oltrepas’sando finalménte l^.dinea più lontana delle rovine, giunse in vista delle Moltitudini di fondo’. Essa affondò attraversando quello spazio’, risalì, passò sopra a quelle teste, e, per evitare il massiccio Palazzo del Consiglio risalì ancora, forma trasparente, attraverso le m’embrane della quale si scorgeva H’aereonautai solitario,; quindi sparì al disopra delle rovine. Graham tornò ad osservare Ostrog che faceva dei segnali colle braccia mentre i suoi compagni si affrettavano ad abbattere il muro accanto a lui. Un momento dopo, l’aeropilo si mostrò di nuovo; piccolo punto lontano, disegnando’ una vasta curva e rallentando la sua Velocità. Quindi, improvVÌs‘am-ente l’uomo vestito di giallo domandò,: •— Che co’sà fanno? Che cosa fa il popolo? Perchè lasciano Ostro’g lassù? Perchè non lo catturano? Essi stanno per S’ollevario.... L’aeropilo lo sollevai Ahi L’immenso fracasso che veniva dal basso, fece eco a questa esclamazione. LO’ strepito delle armi verdi oltrepassò l’abisso intermedio fino a Graham: in fondo un certo numerp di uniformi nere e gialle si slan [p. 319 modifica]ha lotta nel Palazzo del Consiglio 319 ciavano lungo una delle gallerie che si aprivano in piena aria, sotto al promontorio sul quale stava Ostrog. Correndo essi facevano fuoco suUe persone che’ non Vedevano; quindi apparve una truppa di uomini vestiti di azzurro pallido che li perseguitava. Un tal combattimento fra quelle piccole forme produceva il più strano effetto: esse sembravano nella loro corsa piccoli soldati di piombo. L’aspetto bizzarro di queU’edifido scoperto, sventrato, dava a quella battaglia, in mezzo ai mobili e ai corridoi, qualche cosà fuori della realtà. Quelle peripezie avvenivano a circa duecento metri da Graham e a quasi cinquanta piedi al disopra della folla che aVeva invaso le rovine. Gli uomini vestiti di nero e giallo, entrarono precipitosamente in un passaggio arcuato e tornarono indietro per lasciare andare una scarica. Uno di quelli che li perseguitavano, avanzandosi a gran passi fino alla sponda, sollevò le braccia in aria, barcollò da una parte, parve a Graham che restasse in equilibrio per alcuni minuti, e poi cadde colla testa in avanti. Graham lo vide urtare rui angolo sporgente, saltare, rimbalzare, girar su sè,stesso parecchie volte e sparire dietro i bracci rossi della macchina da costruzione. Quindi un’ombra passò fra il sole e Graham, egli alzò la testa: il cielo era sereno, ma s’accorse subito del passaggio dell’aeropilo. Ostrog era scomparso: l’uomo vestito di giallo si gettò in avanti tutto sudato, pieno di zelo, e mostrò colla mano un non so che, ru’lando: — Essi approdano! Essi approdano! Dite che faccian fuoco! Che facciali fuoco! Graham non distingueva nuUa in quella confusione: udì soltanto alcune voci fortissime die ripetevano que [p. 320 modifica]320 QUANDO IL, DORMENTE SI SVEGLIERÀ gli ordini enigmatici. Improvvisamente, in cima’ a quelle rovine, vide la prua deU’aeropilo scivolare e fermarsi con una scossa e subito capì che la macchina veniva a cogliere Ostrog il quale prendeva la fuga. Una nebbia azzurra sali dall’abisso: era il popolo che sotto di lui, faceva fuoco a tutto spiano verso la prua che cadeva a picco. Un uomo accanto a lui, detté in una fioca esclamazione: gli insorti si erano impadroniti del passaggio- arcuato che un momento prima era stato loro disputato dalle truppe vestite di nero e giallo e si precipitavano in un torrente "continuo,, lungo il passaggio libero. Ad un tratto l’àéropilo’ scivolò sopra la cresta del Palazzo del Consiglio e cadde, facendo un angolo di 45 gradi e piegandosi in una maniera così brusca, che tanto a Graham come a tutti gli altri saettatori parve che non gli sarebbe stato più po-ssihile di rialzarsi. Nella sita caduta passò così vicino a Grahàm che quest’ultimo potè vedere Ostrog aggrappiarsi alle impugnature della sedia, co’ capelli grigi - Svolazzanti, e l’aereonauta pallidissimo, che s’appoggiava con tutte le sUie forze sulla leva che faceva mup-vere il motore lungo le guaine. S’accohste intanto che un vago timore aveva invaso- gli spettatori. Graham si puntellò contro la balaustra che gh stava dinanzi, colla bocca aperta sentendosi soffocare: quel secondo gli parve un secolo. La membrana inferiore dell’apparecchio rasentò quasi la folla che, per fuggire, si rovesciava, si schiacciava, cacciando grida orribih. Finalmente l’aeropilo risalì: per un momètito parve che non potesse sormontare il muro opposto; nè evitare n mtìfo’re a Vento che girava più lontano, ma [p. 321 modifica]••fXXX. La lotia nel Palazzo del Consiglio 821 ad un tratto’ egli si trovò completamente libero; spiccò il vol’O’, sempre inclinato da una parte e si librò nello spazio libero spazzato dal vento. ■ A quel momento’ di dubbio successe una furiosa disperazione, poiché tutto il popolo capì che. Ostrog era fuggito: di nuovo fecero fuoco con tardiva attività: 10 Scoppiettìo delle armi si cambiò in un rumore continuo, in futta l’arena si diffuse un fumo azzurrognolo e l’aria divenne acre e pungente. Troppo tardi I L’aeropilo, più piccolo, descri-veva delle curve, e scendeva, scivolava oon grazia, verso lo scalo da cui aveva preso 11 volo poco tempo prima. Ostrog era fuggito. Per un momento si elevò dalle ro-vine un rumore confuso, poi, l’attenzione universale tornò a rivolgersi su Grabam, dritto’ in alto, in mezzo ai ponti. Migliaia di facce lo guardavano, acclamando la sua liberazione. Dal fondo delle strade mobili si udiva mormorare il canto della rivolta, agitando come brezza quel mare ondeggiante di uomini. Il piccolo gruppo che lo circondava gii esprimeva le proprie felicitazioni per essere uscito sano e salvo dagli artigli di Ostrog. L’uomo vestito di giallo era vicino a lui, col volto immobile, gli occhi splendenti. Il canto si elevava sempre più potente, e il sordo fracasso di piedi in marcia si avvicinava. A poco a poco capì il rapido cambiamento della sua posizione: Ostrog che l’aveva assistito ogni volta ciré si era trovato in contatto di quella moltitudine, fuggiva laggiù adesso.... era l’antagonista. Non c’era più nessuno per regnare in luogo del ùlaestro. Il jxipolo stesso che lo circondava, i capi e i conduttori della moltitudine imploravano un suo gesto, un segnale Wells, dlmntdo il Dormente si si-egllerù. -I ^^^^Ìbuotfgacm;^ Tnoiik.ri a ^ [p. 322 modifica]322 QUANDÒ IL DORMENTE SI SVEGLIERÀ per agire: aspettavano i suoi ordini poiché egli era proprio’ il he e il suo regno tìi fantoccio- era terminato.’ Un’unica preoccupazione s’imIpOssessava, ora ’di tutte le sue facoltà: fare il giesto- esatto, pronunziare quelle parole che si aspettavano da lui. I suoi nervi e i suoi mustoli trasalivano, il suo spirito era forse un po’ turbato, ma scevro di timore e di collera, la sua mano scottava.... L’atteggiamento che doveva prendere lo rendeva un po’ nervoso.... sapeva di non aVer paura e quihdi non voleva mostrarsi pauroso. Nella sua vita ant-erioi’e aveva spesso provato maggiore sovreccitazione giuO’Cando ai giuochi d’azzarcio.... Ora desiderava l’azione immediata, sapendo che non doveva considerare troppo dettagliam-ente l’enorme complessità della lotta per timore di rimaner vittima della sua complicazione stessa. Laggiù, dalla parte opposta, quelle forme azzurre quadrate, quegli sleali a-ereostatici rappresentavano Ostrog, ed ora doveva combattere per il mondo contro Os’trog., • ’ ò