Ricordi delle Alpi/Parte Seconda/XVII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Parte Seconda - XVI |
XVII.
Bellezza di stelle.
È notte. Siamo sul ponte dell'Adda, soffermati a udir il misterioso brontolar delle acque, che volgonsi gravi, solenni: di quando in quando nel ripercuotersi dell’onda pare vengano voci, sibili, fischi; poi tutto è silenzio, nè c’è che l’aere, che frema o susurri. Come si respira bene! dappertutto calma; non più campanili, nè case biancicanti, nè belle distese boscaglie; ombre, penombre, tenebra fitta. La natura riposa.
Un azzurro di cielo limpidissimo; il cielo delle Alpi: quante sono le stelle che ingemmano quella superficie infinita? Da quante miriadi di anni o di secoli hanno esse cominciato a salutare il creato? Chi abita quei mondi: chi li governa? Una mistica luce piove dolcemente da quei corpi e solleva l'animo a ineffabili sussulti d’amore. Brillano brillano, e.... parlano.
— È un incanto! sclamò la mia compagna.
— È un miracolo perenne! soggiunsi io: «I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento mostra l’opera delle sue mani!»
Poi, muti seguitammo la via.
fine