Rime (Cavalcanti)/Le Rime di Guido Cavalcanti/Le rime anteriori al 1290/Io non pensava che lo cor già mai
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Le rime anteriori al 1290 - Io vidi donne co' la donna mia | Le rime anteriori al 1290 - Dante a Guido | ► |
Canzone.1
Io non pensava che lo cor già mai
avesse di sospir tormento tanto,
che de l’anima mia nascesse pianto,
mostrando per lo viso li occhi morte.
5Non sent’i’ pace nè riposo alquanto,
poscia ch’amore e madonna trovai,
lo qual mi disse: — tu non camperai,
che troppo è lo valor di costei forte. —
La mia virtù si partio sconsolata,
10poi che lasciò lo core
a la battaglia ove madonna è stata:
la qual de li occhi suoi venne a ferire
di tal guisa, ch’amore
ruppe tutt’i miei spiriti a fuggire.
15Di questa donna non si può contare;
chè di tante bellezze adorna vene,
che mente di qua giù no la sostene
sì, che la veggia lo ’ntelletto nostro.
Tant’è gentil che, quand’io penso bene,
20l’anima sento per lo cor tremare,
sì come quella che non può durare
davante al gran valore ch’io le mostro.2
Per li occhi fere la sua claritate
sì, che quale mi vede
25dice: — non guardi tu? quest’è pietate,
ch’è posta invece di persona morta
per dimandar mercede,
e non se n’è madonna ancòra accorta. —
Quando ’l penser mi ven, ch’io voglia dire
30a gentil core de la sua vertute,
i’ trovo me di sì poca salute
ch’io non ardisco di star nel pensero.
Ch’amor, ch’à le bellezze sue vedute,3
mi sbigottisce sì, che sofferire
35non può lo cor, sentendola venire;
chè sospirando dice: — io ti dispero;
però che trasse del suo dolce riso
una saetta aguta,
ch’à passato ’l tuo core e ’l mio diviso.
40Tu sai quando venisti ch’io ti dissi:4
— poi che l’avei veduta,
per forza convenia che tu morissi. —
Canzon, tu sai che de’ libri d’amore
io t’asemplai quando madonna vidi:
45ora ti piaccia ch’i’ di te mi fidi,
e vadi ’n guisa a lei ch’ella t’ascolti.
E prego umilemente a lei tu guidi
li spiriti fuggiti del mio core,
per lo soverchio de lo suo valore
50ch’eran distrutti, se non fosser volti:
e vanno soli senza compagnia
e son pien di paura.
Però li mena per fidata via
e poi li dì quando li se’ presente:
55— Questi sono in figura
d’un che si more isbigottitamente. —
- ↑ Originali Ca e Mart. Quest’ultimo ha una lezione più completa e chiara. Al verso 4 Mart dà «li occhi» per «a li occhi» di Ca con molto maggior chiarezza.
- ↑ Accetto questa versione di Mart per il senso generale: «Quando io penso bene, sento che l’anima trema, poichè essa non può resistere al grande valore ch’io le mostro con il pensiero».
- ↑ Ca manca di «ch» iniziale del verso: ommette talvolta la prima sillaba come al v. 46.
- ↑ Essendo Mart mancante per misura devesi accettare la lezione di Ca, che anche corrisponde meglio al senso dell’intera strofa.