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Rime (Tassoni)/Donna sdegnata, amante pauroso

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Donna sdegnata, amante pauroso

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III

Donna sdegnata, amante pauroso.

     Veri celesti angelici sembianti
dove folgora e tuona amore irato,
qual core è cosí duro e sí gelato
che incontro a voi di sua virtú si vanti?
    Il mio non giá, che, al balenar di tanti
lampi di sdegno, in cenere cangiato,
null’altro piú ritien del primo stato
che laceri vestigi ancor fumanti.
     Però, se innanzi a voi pallido e privo
di voce io resto, il mio difetto ammende,
donna crudele, un piú gentil costume;
     ché, inaridito tronco, altro di vivo
in me non ho che il foco che m’incende,
e, s’apro in voi questi occhi, è vostro il lume.