Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CLXXIV
Questo testo è incompleto. |
◄ | Sonetti spirituali - Sonetto CLXXIII | Sonetti spirituali - Sonetto CLXXV | ► |
SONETTO CLXXIV
Al buon Padre del Ciel per vario effetto
Corrono i figli Suoi: tal perché vede
L’antico serpe a sé d’intorno, e crede
Viver sicur sotto il paterno affetto;
Tal, perché gran speranza alto diletto
Li promette là su, rivolge il piede
Da l’ombre vane al bel raggio di fede
Ch’a più chiaro sentier gli accende il petto.
Ma non per nostra tema o nostra speme
Ei ne raccolse mai, né mai converse
Per tal cagion vèr noi Sua vera luce;
Sol guarda in croce Lui che ’l Ciel ne aperse,
Vinse il serpente ed è qui nostro Duce,
E con quel capo abbraccia i membri insieme.
SONETTO CLXXV
Stelle del Ciel, che, scintillando intorno
Al vero Sol, col lume ch’Ei vi dona
A Lui fate di voi cerchio e corona,
Ed Egli a voi di Sé fa eterno giorno;
Se, ben acceso, un spirto al suo ritorno
Là su sente il desir ch’ivi lo sprona,
Sicuro in pace allor con voi ragiona,
Com’uom che vive lieto in quel soggiorno,
Dicendo: «Almen pregate il Suo bel raggio
Che, se a voi in patria appare ardente e puro,
A me lampeggi in queste selve ombrose;
Onde, se al mondo par torto ed oscuro,
Sia per me dritto e chiaro il mio viaggio
Con luci ferme agli occhi infermi ascose».