Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto CXXXVI

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SONETTO CXXXVI


D’altro che di diamante o duro smalto
   Ebbe lo scudo, alor che l’empie e fere
   Del superbo nimico invide schiere
   Mossero in Ciel queirorgoglioso assalto,
L’angel, per la cui forza elle il mal salto
   Fer da la luce chiara a l’ombre nere,
   Il cui bel pregio fu grazia e podere
   Di non peccar. Oh raro dono ed alto!
Cagion di gloria a l’onorate squadre
   Fostù. Signor Gesù, viva mia luce,
   Ch’accendesti a Michel l’ardir invitto;
Lo qual vide a lo specchio del gran Padre
   Come sareste sempre e in quel conflitto
   De l’angelo e de l’uom difesa e duce.