Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto LXXII
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Sonetto LXXII
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SONETTO LXXII
S’in me questa fallace e breve speme
Terrena è spenta, né si cangia il core
Per minacce, lusinghe, odio, od amore,
Né brama d’acquistar, né perder teme,
A che con quei che ride e quei che geme
De’ vari affetti suoi perdo pur l’ore,
Mossa da naturai mondano errore
Che in forma di pietà m’assale e preme?
Non è de la rea pianta il primo amaro
Frutto in me secco, ond’anco il mortai germe
Mette languido il fior, nera la fronde;
Ma spero ornai che ’l sempre vivo e chiaro
Foco divino arda il malvagio verme
Che dentro la radice mia s’asconde.