Rime varie (Alfieri, 1903)/CIV. Non di laudarti sazio mai nè stanco

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CIV. Non di laudarti sazio mai, nè stanco

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CIV. Non di laudarti sazio mai, nè stanco
CIII. Tu il sai donna mia vera, e il sai tu sola CV. Fole o menzogne ai leggitor volgari

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CIV.

Non di laudarti sazio mai, nè stanco,
Com’uom che ha sempre la tua immago avanti,
Pensando vò qual de’ tuoi pregi tanti
Trattar mia lingua possa, e nol far manco.

Ma più vi penso, e più l’ardir vien manco. —
Come laudar gli angelici sembianti;
Come i costumi alti, leggiadri, e santi;
Come il bel cor candido, umano, e franco?

Che dir del docil, pronto, e mite ingegno
Dell’alma, sola del suo numer una,
Scesa per certo dal celeste regno?

Doti, cui par non se n’aggiunga alcuna:
Pur viene un’altra, ed oltrepassa il segno;
Il non far pompa di virtù nessuna.