Rime varie (Alfieri, 1912)/C. Ha una dolce visione della sua donna

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C. Ha una dolce visione della sua donna

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C. Ha una dolce visione della sua donna
XCIX. A Pisa, col tempo cattivo CI. Ancora all'amico Francesco Gori

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C [cxxxv].1

Ha una dolce visione della sua donna.

Solo, fra i mesti miei pensieri, in riva
Al mar là dove il Tosco fiume2 ha foce,

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Con Fido il mio destrier pian pian men giva:
4 E muggían l’onde irate in suon feroce.
Quell’ermo3 lido, e il gran fragor mi empiva
Il cuor (cui fiamma inestinguibil cuoce)
D’alta4 malinconia; ma grata, e priva
8 Di quel suo pianger, che pur tanto nuoce.5
Dolce oblio di mie pene e di me stesso
Nella pacata fantasia piovea;6
11 E senza affanno sospirava io spesso:
Quella, ch’io sempre bramo, anco parea
Cavalcando venirne a me dappresso....
14 Nullo error mai felice al par mi fea.7


Note

  1. Nel ms.: «4 gennaio, in Pisa, al mare».
  2. 2. Il Tosco fiume è l’Arno; il luogo dove esso ha foce è Marina di Pisa.
  3. 5. Ermo: allora assai piú che oggi non sia.
  4. 7. Alta, profonda.
  5. 8. Che pur tanto nuoce: aggiunta inutile e che guasta un poco la bella e spontanea andatura delle due quartine.
  6. 9-10. Echeggiano in questi versi le parole di Dante (Purg., XVII, 25):
    Poi piovve dentro all’alta fantasia
    Un crocifisso...
  7. 14. Il Petrarca (Rime, CXXIX):
    In tante parti e sí bella la veggio,
    Che se l’error durasse, altro non cheggio.
    Al par, come questo.