Rime varie (Alfieri, 1912)/CLI. Ad una tortorella

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CLI. Ad una tortorella

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CLI. Ad una tortorella
CL. Lo agita il pensiero che la sua donna debba morire prima di lui CLII. Che sia il Poeta

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CLI.1

Ad una tortorella.

Bianco-piumata vaga tortorella,
Ch’or, su la mia fenestra il vol raccolto,
Ti stai dolce-gemente in tua favella,2
4 Fisa i raggianti occhietti entro il mio volto;
Che vorresti pur dirmi, o tu sí bella?
Mira, a mia posta anch’io ti guardo e ascolto;
Che messaggera d’amorosa stella,
8 Certo ver me le rapid’ali hai sciolto.3
A te, che amor per lunga prova intendi,
Né per prospera sorte il cor ti smalti,4
11 A te vengh’io narrar miei lutti orrendi. —
Deh! basta; intesi: ah, sola sei! già gli alti
Strali mi passan del pianto che imprendi:5
14 Già piango, e tremo che il tuo duol mi assalti.


Note

  1. Nel ms: «25 e 26 ottobre, scendendo di Montmartre».
  2. 1-3. Bianco-piumata, dolce-gemente, solite parole composte, delle quali tanto si compiaceva l’A. Echeggiano al nostro orecchio, nel leggere questi versi, altri versi di un lamento che fu popolarissimo un tempo fra noi: quello del Tremacoldo, nel Marco Visconti del Grossi:
    Rondinella pellegrina
    Che ti posi in sul verone,
    Ricantando ogni mattina
    Quella flebile canzone,
    Che vuoi dirmi in tua favella,
    Pellegrina rondinella?
  3. 8. Hai sciolto, hai mosse, indirizzate.
  4. 10. Ti smalti, come altr., ti impietri.
  5. 13. Che imprendi, che incominci a versare.