Rime varie (Alfieri, 1912)/CXCVIII. Sosterrà impavido i rigori dell'avversa fortuna

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CXCVIII. Sosterrà impavido i rigori dell'avversa fortuna

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CXCVIII. Sosterrà impavido i rigori dell'avversa fortuna
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CXCVIII.1

Sosterrà impavido i rigori dell’avversa fortuna.

Povero, e quasi anco indigente,2 or vuoi
Ch’io pur diventi, o ingiusta Sorte? e sia:
Fammi anche infermo: e serbami a la ria
4 Esul3 vecchiezza, ed ai fastidj suoi:
Non perciò tor me stesso a me tu puoi;
Che il durar contro a’ guai gloria mi fia.4
Sol v’ha tre strali,5 a cui né lieta pria
8 Mi avresti avvezzo mai, né avversa poi:
L’onor piagato, che di morte è scoglio;6
Libertà, non che tolta, anco scemata;
11 E di perder mia Donna il fier cordoglio.
All’Onor sopravvivere, bennata
Alma non deggio: a Libertà, nol voglio:
14 Non posso sopravvivere all’Amata.


Note

  1. Nel ms.: «10 giugno, all’Imperiale».
  2. 1. Povero è chi manca della ricchezza, indigente chi non ha le cose piú necessarie.
  3. 4. Esule, che è quasi fuori della vita, che è tra la vita e la morte.
  4. 6. Bel verso, che ricorda il dantesco (Par., XVII, 23 e seg.):
    .... io mi senta
    Ben tetragono ai colpi di ventura.
  5. 7. E anche la voce ‘strali, richiama al verso di Dante (Par., XVII, 56 e seg.):
    E questo è quello strale
    Che l’arco dell’esilio pria saetta.
  6. 9. Di morte è scoglio, scoglio mortale.