Rime varie (Alfieri, 1912)/CXV. La morte di Frontino

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CXV. La morte di Frontino

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CXV. La morte di Frontino
CXIV. Per la soppressione dell'Accademia della Crusca CXVI. Mestizia per la lontananza della sua donna e per la propria malattia

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CXV [clvi].1

La morte di Frontino.

Crudel comando! e per pietà2 l’ho dato,
Piangendo; e in pianto, il doloroso effetto

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Di momento in momento udirne aspetto
4 Dal percussor3 feroce insanguinato.
O buon mio Fido; a che ci tragge il fato!
Tuo pestifero morbo hammi costretto
A farti, in prova del mio lungo affetto,
8 Tre palle (oimé!) piantare entro al costato.4
Il mio bel Falbo! il mansüeto ardente,5
Che di portar mia donna iva sí altero,
11 Che le obbediva con sí umana mente!
Deh! come tal sentenza uscia dal fero
Mio labro?... Eppure, egro insanabilmente...
14 Mai non porrò piú il core6 in niun destriero.


Note

  1. Nel ms.: «20 aprile, in letto».
  2. 1. Per pietà, dello stesso Frontino.
  3. 4. Dal percussor; da chi doveva uccidere il povero animale.
  4. 8. Brutto verso, anzi prosa e non verso.
  5. 9. Mansueto ardente: cosí, a proposito di Frontino, altre due volte.
  6. 14. Il core, il mio affetto.