Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/XXIII. Tenzoni di rimatori perugini/IV. Tenzone tra Cione e Neri Moscoli

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IV. Tenzone tra Cione e Neri Moscoli

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IV. Tenzone tra Cione e Neri Moscoli
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IV

TENZONE TRA CIONE E NERI MOSCOLI


I — CIONE
Narra una certa avventura occorsagli in Ascoli Piceno.

Da po’ch’io foi ne la cittá del Tronto,
amico Nere, io fe’ del catelano
falsetto estretto, fei de butarano
4piattine genovese tutte a pònto.

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Sentendome ’l marchese da lo sconto,
enmantenente si se fe’ lontano,
dubitando venir meco a le mano:
8onde in onore e grandezza sormonto.
Ma sempre guato pur che misser rida:
enmantenente so’ sii nel morello,
11passo Pugnano e so’ presso ad Offida.
Embraccio el scudo, allácciom’el cappello,
e tutte glie nemice ce desfida;
14allora crido: — Sona, tamburello! —

2 — NERI
Chiosa maliziosamente il racconto fattogli.

Ben ve mostra fornito el vostro conto
sol de quell’arme, che me pare strano
che ve delette: m’a tener en mano
4dardo o ver lancia, ben credo voi pronto.
E del falsetto, se pòi far lo sconto,
non ve bisogna pagar l’ancontano,
ché quel, che voi portaste, era ben sano,
8tuttor ch’él se mostrasse de fuor ónto.
Ma i’ ve tegno piú savio, che non crida
el vostro motteggiar, ch’él seria fello
11quel, ch’una strada far tuttor s’affida.
Cavai non credo che sempre sia quello:
ma, in qual prima vèn, montate suso,
14se non cangiato avete l’antic’uso.