Pagina:Catullo e Lesbia.djvu/273: differenze tra le versioni

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<section begin="an1" />Chi non è convinto di questo, vuol dire che non ha letto il libro del nostro poeta, o veramente lo ha letto con quell’animo pregiudicato, che ha resi in ogni tempo ridicoli i comentatori di {{AutoreCitato|Dante}} e i tonsurati stiracchiatorì della {{TestoCitato|Bibbia}}.
<section begin="an1" />Chi non è convinto di questo, vuol dire che non ha letto il libro del nostro poeta, o veramente lo ha letto con quell’animo pregiudicato, che ha resi in ogni tempo ridicoli i comentatori di {{AutoreCitato|Dante Alighieri|Dante}} e i tonsurati stiracchiatorì della {{TestoCitato|Bibbia}}.


Ho detto poc’anzi, che il libro di Catullo probabilmente prese nome dal ''passere''. Questa supposizione è nata da quei versi di Marziale:
Ho detto poc’anzi, che il libro di Catullo probabilmente prese nome dal ''passere''. Questa supposizione è nata da quei versi di Marziale:
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dai quali son nate due questioni. S’allude all’epigramma sul passere, o a tutto il libro? {{AutoreCitato|Pietro Crinito}} s’attiene al primo termine; {{AutoreCitato|Lilio Giraldi}} al secondo. E probabile che Catullo abbia mandato a Virgilio il suo libro, o il suo carme? C’è chi non può mandarla giù. Il {{AutoreCitato|Friedrich Wilhelm Döring|Doering}}, che tien bordone al Giraldi, non crede verosimile che Valerio, maggiore di diciassette anni a Marone, si deferisca al giudizio d’un poeta imberbe. Questa, a dir vero, non mi par ragione di buona lega. Il {{AutoreCitato|Vincenzo Monti|Monti}}, che non fu certamente un gran fior di modestia, non sdegnava sottoporre al giudizio di {{AutoreCitato|Ugo Foscolo|Foscolo}} giovanissimo i primi libri della sua versione d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}; e il Foscolo alla sua volta non si vergognava di chieder consigli al {{AutoreCitato|Gino Capponi|Capponi}}, a cui mandava dall’Inghilterra le cose sue. A ogni modo la non mi par questione da poter definire; quel ''forsan'' di Marziale inferma la forza di qualunque argomento.
dai quali son nate due questioni. S’allude all’epigramma sul passere, o a tutto il libro? {{AutoreCitato|Pietro Baldi del Riccio|Pietro Crinito}} s’attiene al primo termine; {{AutoreCitato|Lilio Gregorio Giraldi|Lilio Giraldi}} al secondo. E probabile che Catullo abbia mandato a Virgilio il suo libro, o il suo carme? C’è chi non può mandarla giù. Il {{AutoreCitato|Friedrich Wilhelm Döring|Doering}}, che tien bordone al Giraldi, non crede verosimile che Valerio, maggiore di diciassette anni a Marone, si deferisca al giudizio d’un poeta imberbe. Questa, a dir vero, non mi par ragione di buona lega. Il {{AutoreCitato|Vincenzo Monti|Monti}}, che non fu certamente un gran fior di modestia, non sdegnava sottoporre al giudizio di {{AutoreCitato|Ugo Foscolo|Foscolo}} giovanissimo i primi libri della sua versione d’{{AutoreCitato|Omero|Omero}}; e il Foscolo alla sua volta non si vergognava di chieder consigli al {{AutoreCitato|Gino Capponi|Capponi}}, a cui mandava dall’Inghilterra le cose sue. A ogni modo la non mi par questione da poter definire; quel ''forsan'' di Marziale inferma la forza di qualunque argomento.


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Versione attuale delle 14:33, 22 ott 2018


annotazioni. 267

Chi non è convinto di questo, vuol dire che non ha letto il libro del nostro poeta, o veramente lo ha letto con quell’animo pregiudicato, che ha resi in ogni tempo ridicoli i comentatori di Dante e i tonsurati stiracchiatorì della Bibbia.

Ho detto poc’anzi, che il libro di Catullo probabilmente prese nome dal passere. Questa supposizione è nata da quei versi di Marziale:

Sic forsan tener ausus est Catullus
Magno mittere passerem Maroni;

dai quali son nate due questioni. S’allude all’epigramma sul passere, o a tutto il libro? Pietro Crinito s’attiene al primo termine; Lilio Giraldi al secondo. E probabile che Catullo abbia mandato a Virgilio il suo libro, o il suo carme? C’è chi non può mandarla giù. Il Doering, che tien bordone al Giraldi, non crede verosimile che Valerio, maggiore di diciassette anni a Marone, si deferisca al giudizio d’un poeta imberbe. Questa, a dir vero, non mi par ragione di buona lega. Il Monti, che non fu certamente un gran fior di modestia, non sdegnava sottoporre al giudizio di Foscolo giovanissimo i primi libri della sua versione d’Omero; e il Foscolo alla sua volta non si vergognava di chieder consigli al Capponi, a cui mandava dall’Inghilterra le cose sue. A ogni modo la non mi par questione da poter definire; quel forsan di Marziale inferma la forza di qualunque argomento.

Pag. 156.          Cum desiderio meo nitenti
                            Carum nescio quid lubet iocari.

Desiderio meo nitenti: al mio splendido desiderio, al