Pagina:Alfieri, Vittorio – Tragedie, Vol. I, 1946 – BEIC 1727075.djvu/130: differenze tra le versioni
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e la sorella, e tutti... |
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;Eteoc. |
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E aprirmi strada |
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non saprà il brando infino a lui? |
non saprà il brando infino a lui? |
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;Creon. |
;Creon. |
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La fama |
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perderesti coll’opra. Un tanto eccesso |
perderesti coll’opra. Un tanto eccesso |
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biasmato fora anche da Tebe. |
biasmato fora anche da Tebe. |
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;Eteoc. |
;Eteoc. |
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E Tebe |
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non biasmeria la fraude? |
non biasmeria la fraude? |
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;Creon. |
;Creon. |
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O non saprassi, |
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o mal saprassi. A un re, pur ch’ei non paja |
o mal saprassi. A un re, pur ch’ei non paja |
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colpevol, basta. Il reo fratello, il primo |
colpevol, basta. Il reo fratello, il primo |
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assalitor, fu Polinice; e tale |
assalitor, fu Polinice; e tale |
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l’arte il mantenga. |
l’arte il mantenga. |
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;Eteoc. |
;Eteoc. |
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Arte? ma quale?... |
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;Creon. |
;Creon. |
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Io tutto |
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ne assumo il carco: in me riposa; e ascolta |
ne assumo il carco: in me riposa; e ascolta |
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soltanto me: tutto saprai. Noi pria |
soltanto me: tutto saprai. Noi pria |
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il dobbiam trarre a simulata pace: |
il dobbiam trarre a simulata pace: |
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mentila tu |
mentila tu sí ben, ch’ei qui s’affidi |
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restar, senza gli Argivi. Allor fia lieve, |
restar, senza gli Argivi. Allor fia lieve, |
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che il traditor di tradimento pera. |
che il traditor di tradimento pera. |
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;Eteoc. |
;Eteoc. |
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Si, pur ch’ei pera; — e pur ch’io regni; ancora |
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breve stagion, l’odio e il furor nel petto |
breve stagion, l’odio e il furor nel petto |
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racchiuder vo’. |
racchiuder vo’. |
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;Creon. |
;Creon. |
||
Dunque di pace io ’l grido |
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spargo ad arte: di pace alle proposte |
spargo ad arte: di pace alle proposte |
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non cederai, che a stento: al par gli amici, |
non cederai, che a stento: al par gli amici, |
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e i nemici ingannare oggi t’è d’uopo. |
e i nemici ingannare oggi t’è d’uopo. |
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Ma, |
Ma, piú che a nullo, alla tremante madre, |
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d’ogni sospetto sia tolta anco l’ombra. |
d’ogni sospetto sia tolta anco l’ombra. |
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Versione delle 14:18, 18 ott 2019
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124 | polinice |
e la sorella, e tutti...
- Eteoc.
E aprirmi strada
non saprà il brando infino a lui?
- Creon.
La fama
perderesti coll’opra. Un tanto eccesso
biasmato fora anche da Tebe.
- Eteoc.
E Tebe
non biasmeria la fraude?
- Creon.
O non saprassi,
o mal saprassi. A un re, pur ch’ei non paja
colpevol, basta. Il reo fratello, il primo
assalitor, fu Polinice; e tale
l’arte il mantenga.
- Eteoc.
Arte? ma quale?...
- Creon.
Io tutto
ne assumo il carco: in me riposa; e ascolta
soltanto me: tutto saprai. Noi pria
il dobbiam trarre a simulata pace:
mentila tu sí ben, ch’ei qui s’affidi
restar, senza gli Argivi. Allor fia lieve,
che il traditor di tradimento pera.
- Eteoc.
Si, pur ch’ei pera; — e pur ch’io regni; ancora
breve stagion, l’odio e il furor nel petto
racchiuder vo’.
- Creon.
Dunque di pace io ’l grido
spargo ad arte: di pace alle proposte
non cederai, che a stento: al par gli amici,
e i nemici ingannare oggi t’è d’uopo.
Ma, piú che a nullo, alla tremante madre,
d’ogni sospetto sia tolta anco l’ombra.