Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3133: differenze tra le versioni

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Versione delle 09:30, 17 feb 2010

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[p. 209 modifica]la felicità, e cagione di stima per se medesima, perirono ben tosto, ed altre contrarie ne sottentrarono che produssero e producono contrario effetto, e sempre lo produrranno, perché queste seconde circostanze non sono per passar mai.

2o, È cosí falso,1 o per lo meno straordinario, che la virtú sia compagna della fortuna, che un virtuoso fortunato, un meritevole che ottiene il suo merito (e tanto piú s’egli è straordinariamente meritevole, se la sua virtú è veramente singolare, il che oggi sommamente nuoce) eccede quasi quel grado di singolarità e rarità che è compatibile colla credibilità, colla illusione, coll’immedesimarsi che dee fare il lettore ne’ casi e ne’ personaggi narrati dal poeta, con quella cotal somiglianza che il lettore dee pur trovare tra quei casi e i presenti, tra quelle persone e se stesso; deve, dico, trovarla per qualche parte, a voler ch’ei ci provi interesse. Di questo inconveniente ho già detto di sopra.2 Esso ancora non è mai per passare, anzi cresce e crescerà, si conferma e confermerassi ogni dí maggiormente.


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  1. Veggasi la p. 3451-2.
  2. Veggasi la p. 3125.