Stavami ieri a pascolar l'armento
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II
Stavami ieri a pascolar l’armento
Piangendo il mio destin presso a quel Rio;
Quando vicino un Usignuolo io sento,
Che col suo pianto accompagnava il mio.
5Frena, mesto Augellino, il tuo lamento,
Lascia pianger me solo, allor diss’io:
Ma ei pur si lagna; chè per suo tormento
Pendea da un laccio, ch’il Villan gli ordìo.
Di repente mi accosto: e il laccio infranto,
10Aspra cagion del grave suo dolore,
Ei torna in libertate, e torna al canto.
Dissemi allora, e con ragione il cuore:
Altrui libero rendi? E perchè intanto
Me lasci al laccio, onde legommi Amore?