Storia della letteratura italiana (Tiraboschi)/I-3/III/IX

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Capo IX: Greci Eruditi in Roma

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[p. 381 modifica] [p. 382 modifica]il celebre Filosofo Possidonio, al quale allora infermo rese i più solenni onori; e volle udire le dispute de’ più famosi Filosofi, che ivi erano, a ciaschedun de’ quali ancora donò un talento1 . Somigliante pruova di sua stima verso i Filosofi diede Augusto, quando impadronitosi d’Alessandria onorò il Filosofo Areo de’ più distinti contrassegni di amicizia e di confidenza, e a’ Cittadini disse pubblicamente, che un de’ motivi, per cui egli si conduceva ad accordar loro il perdono, si era il desiderio di far piacere al suo amico Areo2 . Né minore stima mostrò egli verso il Filosofo Niccolò Damasceno nel breve tempo, in cui questi soggiornò in Roma3


II. Non è dunque a stupire, che molti Greci, che per lo studio delle belle Arti eran nella lor patria famosi, l’abbandonassero per venire a Roma, certi che la lor dottrina avrebbe e ad essi ed agli altri recato non ordinario vantaggio. De’ Filosofi Greci, ch’erano in Roma, molto si è già detto di sopra. Alcuni Greci Retori ancora abbiam nominato parlando de’ giovanili studj di Cicerone e di altri Romani, che alle loro scuole recavansi avidamente; né giova qui il ripetere ciò, che già su questo argomento si è detto. Mi basterà dunque il rammentare a questo luogo alcuni altri celebri Greci, che allettati dall’onore, in cui erano in Roma gli uomini dotti, vennero a fissarvi almeno per qualche tempo la lor dimora. Diodoro Siciliano, di cui abbiamo parlato trattando degli studj degli antichi Siciliani, vuole tra’ primi essere annoverato, poiché si è allora mostrato, in qual pregio si debba avere la Storia da lui scritta. Or questi dopo avere per molti anni viaggiato pe’ diversi paesi, la cui Storia dovea narrare, fermossi ancora per lungo tempo in Roma, come egli stesso racconta4 , parte, per quanto si può raccogliere, a’ tempi di Cesare, parte a’ tempi d’Augusto. Dionigi Alicarnasseo ancora celebre non meno per la bella sua Storia Romana, che per altre opere critiche ed erudite, che di lui ci sono in parte rimaste, visse egli pure per ventidue anni in Roma a’ tempi d’Augusto5 , ed ivi scrisse la suddetta Storia. Ebbevi inn [p. 383 modifica]oltre un Timagene Scrittor di Storie caro prima ad Augusto, di cui avea scritte le geste, poscia venutogli in odio per la soverchia libertà del suo favellare, e ciò non ostante protetto ed amato da Asinio Pollione, di cui parlano Seneca il Filosofo6 e il Retore7 , e un Eliodoro Retore detto da Orazio il più dotto tra’ Greci8 . Ma se tutti gli Storici e gli altri Scrittori Greci, che a questi tempi furono in Roma, e le cui opere son perite, io volessi qui annoverare, ella sarebbe cosa di non breve lavoro, e aliena ancora dal mio argomento; che degli eruditi stranieri, che vi fecer dimora, debbo parlare sol quanto basta ad intendere il fiorente stato, in cui era allora la Romana Letteratura. Il poco, che qui ne abbiamo accennato, e le molte cose, che abbiamo sparsamente qua e là toccate parlando de’ Filosofi, degli Oratori, de’ Medici, de’ Gramatici, e degli eruditi di qualunque altra maniera, di cui a quel tempo abbondò Roma, ci fa conoscere abbastanza, ch’era essa allora il centro di tutta la Letteratura; che quanti vi erano in qualunque ancor lontano paese uomini dotti, vi fissavano volentieri la lor dimora; e che i 223 Romani deposta finalmente quella rozza alterigia, con cui, essendo essi barbari quasi al par dell’altre nazioni, tutte le altre nondimeno miravano non altrimenti che barbare in lor confronto, avean appreso ad avere in pregio ancor gli stranieri; e che mostravano palesemente di esser persuasi, che non alla patria ma alla virtù e al sapere si dee la stima e l’onore. In tal maniera gli eruditi Greci, che stavano in Roma, vi eran tenuti in quel pregio, che alla lor dottrina si conveniva, ed essi insieme giovavano maravigliosamente ad avvivare sempre ne’ Romani quell’ardor per gli studj, da cui eran compresi. Note

1
 Cic. Tusc. Quæst. l. II n. 25; Plut. in ejus Vita.
2
 Plut. in Antonio.
3
 V. Memoir. de l’Acad. des Inscr. t. VI.
4
 In Præfat.
5
 V. Photii Biblioth. n. 83.
6
 De Ira l. III c. XXIII & ep. XCI.
7
 Controv. XXXIV.
8
 Satyr. l. I Sat. V.