Studi storici sul centro di Firenze/Il centro di Firenze nel 1427/XIV

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Il centro di Firenze nel 1427 - XIII Il centro di Firenze nel 1427 - XV

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Una parte sola di questo gruppo di fabbricati entra nel nuovo piano regolatore, ma val la pena di riportar qualche notizia intorno agli importanti edifici che lo costituiscono.

Il palazzo già degli Orlandini, e da pochi anni della Società inglese la «Gresham,» occupa lo spazio di parecchi antichi fabbricati.

Un vicoletto che si chiamava esso pure dei Guidalotti, come la strada dinanzi, oggi Via dei Boni, e che sboccava nel Chiasso di S. Maria Maggiore, isolava dal lato verso l’attual Via del Beccuto un palazzetto che nel 1427 era di Simone e dei fratelli, figli di Paolo Carnesecchi1 e che nel 1496 fu comprato dai figli di Antonio Gondi. I Gondi sul declinare del XVI secolo ridussero il loro palazzo all’architettura divenuta dipoi comune a tutta la fabbrica, quando gli Orlandini vi unirono altre loro case.2

L’altra parte del palazzo fu formata da due case; una stata dei Tempi, poi dei Panciatichi, da’ quali gli Orlandini l’acquistavano, l’altra pure de’ Tempi.3

Venendo verso la Piazza dell’Olio, già chiamata, ora Piazza di San Ruffillo, ora di S. Salvatore per ragione delle due chiese antichissime che vi avevano l’accesso, erano delle casette poi una casa grande dei Bonaccorsi corazzai, prossima alla chiesa di S. Ruffillo, una delle antiche parrocchie soppresse alla fine del decorso secolo.4

Dietro ad essa, oggi senza riuscita, mentre per l’innanzi comunicava con tre vicoli, è la Piazza de’ Cavallari, così detta perchè vi stavano i cavallari o corrieri della Signoria. Tra la piazza e il maestoso palagio oggi Martelli sono delle casette in una delle quali abitò per qualche anno Donatello.5 Il palazzo de’ Martelli fu eretto dai Bezzoli detti anche Del Bambo ed è una delle più interessanti e meglio conservate fabbriche fiorentine del XIV secolo. Dal lato della Via de’ Cerretani era pure il palazzetto dei Tempi che un vicolo separava dalla chiesa di S. Maria Maggiore. Era questa fra le più antiche e più belle chiese di Firenze. [p. 56 modifica]Fu collegiata, venne adorna splendidamente da molte famiglie patrone di cappelle e di altari e tuttora, per quanto i barocchi l’abbiano sopraccaricata di ornamenti, serba sempre tracce della sua struttura elegante e severa che rammenta quella di altre chiese fiorentine, come S. Maria Novella e S. Remigio.6


Note

  1. [p. 62 modifica]I Carnesecchi possedevano fino da tempo antico questa casa. Avevano poi un gran numero di case e palagi, nella via che oggi si dice erroneamente dei Rondinelli, nella Via dei Banchi, in Via dei Cenni e nella Via dei Cerretani. Era famiglia numerosissima e ricchissima ed aveva molti beni anche fuori di Firenze.
  2. [p. 62 modifica]Nell’architrave delle cinque finestre che costituivano la facciata del palazzo dei Gondi, veggonsi scolpite le due mazze incrociate, stemma di quell’illustre famiglia. Nella storia dei Gondi scritta dal Corbinelli vedesi incisa la facciata di questo palazzo com’era al tempo stesso in cui lo possedevano i Gondi.
  3. [p. 62 modifica]I Tempi possedettero le antiche case dei Guidalotti-Bombaroni celebre famiglia che fece decorare delle splendide pitture di Simon Memmi e di Taddeo Gaddi il Capitolo di S. Maria Novella, più comunemente conosciuto col nome di Cappellone degli Spagnuoli. I Tempi che ebbero qui vari possessi, erano venuti da Querceto nel Volterrano ed esercitarono spesso l’ufficio di notari. Sotto il principato divennero una delle famiglie più importanti della città e furono dichiarati Marchesi del Barone, villa che essi possedevano nel Pistoiese. Gli Orlandini che nel 1469 comprarono le case dai Tempi, stavano prima in Via Larga sul canto di Via Guelfa.
  4. [p. 62 modifica]S. Ruffillo è corruzione di Arcangelo Raffaello al quale l’antichissima chiesa, che è ricordata nel XI secolo, era dedicata.
  5. [p. 62 modifica]Donato, di Niccolò, di Betto, di Bardo scalpellatore, denunziava nella Decima del 1430 gonfalone drago S. Giovanni: «tengho una chasa a pigione da Santa Maria Nova posta in Firenze nel popolo di Santo Ruffello, gonfalone del drago di Santo Giovanni: da primo, via, sechondo tadeo guidi, da terzo santa maria nuova, quarto, chiasso: donne lanno fiorini dieci, ladetta tengo p. mio abitare: òvvi dentro parecchie masserizziuole.»
  6. S. Maria Maggiore vuolsi fosse fondata nel IV secolo (?) Fu collegiata con canonici, poi nel XVI secolo vi fu annesso un monastero di Carmelitani che cedettero il posto ai Padri del Bel Morire. Vi furono sepolti Brunetto Latini maestro di Dante e Salvino degli Armati a cui si attribuisce l’invenzione degli occhiali. Le famiglie che beneficarono e adornarono la chiesa furono i Manovelli, i Panciatichi, i Del Beccuto, gli Orlandini, i Carnesecchi, i Bartolini Scodellari, i Boni, gli Agli, ecc.