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Teatro Historico di Velletri/Libro II/Capitolo II

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Libro II - Ingresso di Fede in Velletri

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Ingresso di Fede in Velletri.
Cap. II.


Questa nostra Città, lasciando il falso culto de' Numi bugiardi, e vane superstitioni del Gentilesmo, nelle quali accecata stava involta; per Divina pietà, nel bel principio della primitiva Chiesa, e della Christiana Fede s'apprese alla verità evangelica; perche se Pietro Prencipe de' gl'Apostoli, piantata la Fede nell'Oriente, se ne venne veloce à stabilire la Apostolica Sede nell'Occidente, e fù dieci, ò dodeci Anni doppo la morte di Christo Nostro Signore; ma richiamato dalle discordie di Gerosolima intorno alla Circoncisione, et altri Riti Mosaici, partì Pietro di Roma, dove era stato tre Anni, e fù nel tempo di Claudio Imperatore, e si trattenne in quelle parti molt'Anni, occupandosi grandemente ne gl'affari della Chiesa Orientale. Morto Claudio, Pietro ritornò in Roma alla sua Sposa, nel primo Anno di Nerone, et quivi egli fece grandissimo acquisto di fedeli. Partì di nuovo da Roma per ritrovarsi presente al glorioso transito di MARIA sempre Vergine nostra Signora; e doppo haver instituiti, et ordinati molti Vescovi in varie Provincie, e Regni, per incremento della Christiana Fede, e stabilimento della Romana [p. 135 modifica]Chiesa, per consolare con la sua presenza la misera Roma, ch'afflitta stava per le tiranniche crudeltà di Nerone; assieme con Paolo, se ne ritornò nelle nostre Contrade Occidentali. Gionto in Roma Pietro atterrò col valore dell'oratione la dannosa ambitione di Simon Mago familiare del Tiranno, dal cui furore, e sdegno, egli assieme con Paolo ricevè la gloriosa Palma del Martirio, che fù ne gl'Anni di Christo Salvatore LXIX. li 29. di Giugno, essendo Cons. L.Fonteio Capitone, e Caio Giul. Rufo. Assodate le cose di Roma, Pietro se ne scorreva per gl'altri luoghi d'Italia, per piantarvi la Christiana Fede, e perciò deputò alla cura de' Fedeli in Roma Lino Volterano1, e per i luoghi convicini Cleto Romano2, registra il Ciaccone3. Linum Tuscum, qui Urbi, Cletum Romanum qui suburbiis eiusdem præsset, ordinavit, et interim dum aberat, substituit. L'istesso dice il Baronio ne' suoi Annali. Da questo faccio argomento, che Pietro, ò nel partir di Roma, ò nel venir da Napoli, egli instruisse nella Fede di Christo li Popoli Veliterni; se non vogliamo dire, che fosse Cleto, deputato, come s'è detto, al medesimo effetto ne' luoghi vicini. Il pentimento del Dott. Quintiliano Crespini, figliolo di Valerio Dot. di Leg. che fioriva nel M.CD.XCV. significato, anzi con giuramento attestato da Gaspare Catelini Gentilhuomo Velletrano, persona già nonagenaria, perche egli non haveva dall'Archivio di Cora, mentre era colà Giudice, pigliata una Scrittura in carta pergamena, nella quale stava registrata una maledittione, che S.Pietro dava à quelle genti, che molestavano li Popoli Veliterni. Mi fà tutto ciò persuadere; ma mi riporto però al vero, perche con le diligenze usate, non s'è potuta ritrovar Scrittura tale; non è però cosa di maraviglia, perche gl'Archivij delle Communità per il passato, ordinariamente non sono stati tenuti in quel conto, che dovevasi da chi governava.
V'è stato chi hà detto, che S. Paolo predicasse in Velletri la Christiana Fede, nel passaggio, che, doppo il naufragio di Malta, fece da Siracusa à Reggio, à Pozzuolo, e poi à Roma per la strada Appia, che sentito da Christiani, gl'andarono incontro sin'al Foro Appio, passando per le Tre Taverne, come si hà ne gli Atti Apostolici, Et cum venissemus [p. 136 modifica]Siracusam, mansimus ibi triduò, indè circumlegentes devenimus Rhegium, et post unum diem, stante Austro, secunda die venimus Puteolos, ubi inventis Fratribus, rogati sumus manere apud eos dies septem, sic venimus Romam, et indè, cum audisse Fratres, occurrerunt nobis usquè ad Forum Appii, ac Tres Tabernas. Non giudico necessario provar in questo luogo, dove fosse il Foro Appio; mentre alcuni Scrittori moderni si palesano di differenti pareri. Dirò solamente delle Tre Taverne, che se bene dal Ciaccone, registrando l'incoronatione, e Congregatione d'Alessandro Terzo Sommo Pontefice, si tiene, che fossero dove hora stà Ninfa Castello distrutto, dicendo, Vicum ad Tre Tabernas, alias Nimpham, accessit, ab Episcopis Cardinalibus consecratus, etc. che fù nel M.C.LVI. alli 20. di Settembre, con tutto ciò con il Cluerio, come s'è detto di sopra, le Tre Taverne erano, dove hora stà Cisterna, otto miglia distante da Velletri, che stando nella strada Appia, non mi porge materia di credere, che, se Paolo fosse gionto in Velletri, non havesse S.Luca Scrittore de gl'Atti Apostolici registrata questa Città nostra, come hà notato le Tre Taverne.
Io sono di pensiero, che li nostri Velletrani fossero anch'instrutti nella Christiana Fede da S.Clemente, oriundo da Velletri, per esser'egli (come dice il Zazzera4) discendente della stirpe Ottavia, e figliolo di Faustino Ottavio, e che però li Velletrani, doppo il glorioso Martirio di lui, li dedicassero il superbo Tempio di Marte. Anzi stimo, che egli fosse Vescovo Veliterno; perche, quando li Prencipi, e Capi della Chiesa Pietro, e Paolo riceverono il Martirio dall'Empio Nerone, Clemente era Vescovo, Clemens eius Discipulus, et Episcopum maximè venerandum, et sanctum eius corpus magnificè composuisset in ima Vaticani parte. Creato avanti alla morte, che sostenne in Croce, così scrive il Ciaccone per autorità di S.Ignazio Martire, A Beato Petro Apostolo Baptizatus, et Diaconus sibi assistens, dein Presbyter, mox Episcopus ordinatus. Non era allhora Clemente, attualmente Vescovo, e Pontefice Romano, perche era ancor vivo Pietro; doppo di lui succedè immediatamente senza vacanza Lino, e poi Cleto; dunque [p. 137 modifica]di qualche Chiesa era Vescovo il nostro Clemente.
Mi dirà il Turriano, che Clemente fosse Vescovo Romano, ordinato da S.Pietro poco avanti, che ricevesse il Martirio, Clemens verò electus, et ordinatus est Episcopus Romanùs ab ipso Petro, cum Passio eius instaret, cosi scrive contro li Migdeburgensi. Io non dico, che Clemente non fosse da S.Pietro destinato, et ordinato Vescovo Romano à luo soccessore; ma stimo verisimile, che nel Pontificato di Lino, e di Cleto, che durò, frà ambedue XXIII. Anni, IX. Mesi, e XXV. Giorni; et avanti alla Morte di Pietro, che forse vi passò di mezzo qualch'Anno, Clemente, come già ordinato Vescovo, fosse applicato a cura d'altra Chiesa, e con qualche motivo posso persuadermi, ch'egli fosse applicato alla Chiesa Veliterna, essendo sempre stato solito anticamente di crear Vescovi delle proprie Patrie, se v'erano soggetti idonei à tal peso. Ne mi vale il dire, che, se cio fosse vero, sarebbe stato Clemente dal Baronio diligentissimo Scrittore d'Annali Sagri, e da altri Scrittori ancora connumerato nella Serie degl'altri Vescovi ordinati da S.Pietro per altre Città; il che non si trova. Perche à questo rispondo con l'istesso Baronio, che dice di non haver potuto registrar tutti li Vescovi instituiti da S.Pietro, ma solamente quelli, c'hà trovato da altri, in più scritti, espressamente nominati; ecco le sue parole, Quinam fuerint, in diversis temporibus, ad diversas instituendas Ecclesias à Petro missi Discipuli, et ordinati Episcopi, licet scriptum penè obscurum remanserit, aliquot tamen, quos recentiores invenumus, hic enumerasse volumus. Dunque non tutti li Vescovi ordinati da S.Pietro sono registrati, se bene basta, che Clemente sia regiatrato come Pontefice, e Vescovo Romano.
Piglia vigore il mio pensiero da quello, che dice Giovanni Diacono5 nella vita di S.Gregorio Papa, le di cui parole sono queste, Ego autem divina spei fiducia roboratus, quia Gaudericus (altri leggono Gaudentius) Episcopus Veliternus espostulat, ad Clementem Romana Urbis Antistitem, suffragante Domino, filium convertam. Scriveva Giovanni Diacono la Vita di San Gregorio Papa, e Gauderico Vescovo Veliterno lo richiedè a volersi affatigare anco in scrivere [p. 138 modifica]la Vita di S.Clemente6. Io non posso penetrare li Cuori humani, nè devo speculare gl'altrui pensieri, ma mi voglio far lecito cercare la caggione, per la quale un Vescovo Veliterno richiedesse con premura un Scrittore à scrivere la Vita d'un Pontefice, benche Santo, morto già DCC.LXX. Anni prima. Perche il Martirio di S.Clemente fù al tempo di Traiano, e Giovanni Diacono scrisse al tempo di Carlo Calvo7. Mi si puol rispondere, che ciò facesse, ò perche S.Clemente era oriundo da Velletri, ò perche era il Titolare, e Tutelare della sua Chiesa Veliterna; ma io vi voglio aggiongere, che ciò facesse il buon Vescovo, perchè S.Clemente era stato il primo Vescovo della sua Chiesa; essendo cosa ordinaria, ch'ogn'uno procuri di far palese li grandi, e nobili principij della sua Dignità; onde risultava in grandissima riputatione di Gauderico, l'esser Vescovo di una Chiesa, il cui primo Pastore era poi stato Sommo Pontefice, e Santo Martire; e se non si registra per Vescovo Veliterno, dico non esser stato costume molto pratticato in quelli primi tempi della Chiesa, registrarsi de' Sommi Pontefici, che la Chiesa Romana Madre universale della Vera Fede, come si puol vedere nell'opre di Scrittori antichi. E' ben vero, che poi, mentre li Scrittori non hanno havute le crude persecutioni de' fieri Tiranni, si sono dilatati nelle Fatighe Historiche, et hanno più diffusamente discritte le Vite, e le Attioni delle Persone insigni, e virtuose è perpetua memoria di quelli, et essempio de' Posteri.
Servami per ultima prova del mio intento una Pietra piccola di Marmo, ritorvata nell'antiche rovine della Chiesa del Salvatore, nella quale si leggono le seguenti parole, degne in vero di farne Publica mostra à gl'occhi del Mondo.

DEO. ALVATORI OPT. MAXO VE AC
DIVE GENITRICI ....... SAC. ...
AN. DNI. C.

Che per haver'alcune Lettere corrose, e consumate, ci toglie quella certezza, che sarebbe necessaria al nostro intento (colpa del Tempo vorace) con tutto ciò negare non si puole, ch'ella non dimostri una antichità non ordinaria [p. 139 modifica]di Dedicatione. Questa Pietra si ritrova al presente nella detta Chiesa per diligenza dell'Arciprete di essa con la seguente Memoria in Marmo, che discuopre brevemente à chi legge quel che si pretende, che sia.

ANTIQVISSIMVM HOC
CHRISTIANÆ RELIGIONIS
MONVMENTVM
VETVSTATE COLLAPSVM
QVOD E RVINIS OLIM ECCLESIÆ HVIVS
EXSTRACTVM
HAVD NOBILI LOCO DIV IACVIT
HIC SPECTB. COLLOCANDVM CVRAVIT
A.R.D. FRANC. SPAVENTA VELITERNVS
EIVSDEM ECCLESIÆ ARCHIPRESBITER
ANNO DNI M.DC.XL. V. ID. NOVEMB.

Non mi contradice chi asserisce, che la Consecratione, ò Dedicatione delle Chiese pigliasse principio da S.Silvestro Sommo Pontefice nel tempo di Costantino Magno Imperatore, circa gl'Anni del Signore CCCXXVII. perche ciò s'intende della Dedicatione Solenne, e publica, e non della privata, quale hebbe principio nel tempo de gl'Apostoli, come apertamente dimostra il Breviario Romano, che nella Festa della Chiesa del Santissimo Salvatore (dico della Chiesa Lateranense) per li nove di Novembre, ci rappresenta le seguenti parole, Nam, etsi ab Apostolorum tempore lòca fuerunt Deo dicata, quæ à quibusdam Oratoria, ab aliis Ecclesia dicebantur, ubi Collecta fiebant per unam Sabbati, et Christianus Populus orare, Dei Verbum audire, et Eucharistiam sumere solitus erat: non tamen illa adeò solemni Ritu etc. Si che è credibile che in quei primi tempi li Christiani in Velletri havessero questo luogo dedicato al Salvatore, e sua Santissima Madre, da poter fare oratione, sentire la Divina parola, ricever il Santissimo Sacramento dell'Eucharistia, et essercitarsi in tutte quelle cose, che riguardavano il vero culto di Dio. Da quanto si è fin hora detto, apertamente si conclude, che la verità della Santa Fede Evangelica fosse in Velletri predicata, e ricevuta à tempo della Primitiva Chiesa.

Note

  1. Ovvero San Lino da Volterra, secondo pontefice dopo la morte di San Pietro.
  2. Sant'Anacleto (o Cleto), fu il terzo pontefice, edificò un sepolcro a San Pietro, nel quale fu successivamente sepolto lui stesso.
  3. Alfonso Chacòn (Alfonso Ciaccone) fu uno storico e filologo spagnolo, autore di una Vitae et res gestae pontificum Romanorum et s.r.e cardinalium ab initio nascentis Ecclesiae ovvero Vita dei Papi (1630) a cui si riferisce il Teoli.
  4. Francesco Zazzera, storico partenopeo, autore di un trattato di genealogia sulle famiglie nobili italiane dal titolo Della nobiltà dell'Italia pubblicato nel 1615 ed a cui fa riferimento il Teoli.
  5. Giovanni Diacono o Giovanni da Montecassino (852 - 882), monaco e storico ed autore di una Vita Gregorii dedicata a San Gregorio, a cui fa riferimento il Teoli.
  6. Giovanni Diacono non riuscì a completare l'opera sulla vita di S.Clemente prima della sua morte, e lo scritto fu continuato dallo stesso Gauderico Vescovo di Velletri. L'unica copia dell'opera, conservata solo in parte, si trova nell'Abbazia di Montecassino, cod. 234.
  7. Carlo II detto il Calvo (823 - 877), re dei Franchi, Imperatore del Sacro Romano Impero e re d'Italia.