Teoria degli errori e fondamenti di statistica/12.4

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12.4 I piccoli campioni e la distribuzione di Student

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12.4 I piccoli campioni e la distribuzione di Student
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12.4 I piccoli campioni e la distribuzione di Student

Cosa si può fare riguardo alla verifica di ipotesi statistiche come quella (considerata nel paragrafo precedente) della compatibilità del risultato delle misure con un valore noto a priori, quando si abbiano a disposizione solamente piccoli campioni? Ci riferiamo, più esattamente, a campioni costituiti da un numero di dati così esiguo da farci ritenere che non si possa ottenere da essi con ragionevole probabilità una buona stima delle varianze delle rispettive popolazioni (sempre però supposte normali).

Sia una variabile casuale distribuita come il ad gradi di libertà, ed una seconda variabile casuale, indipendente dalla prima, e avente distribuzione normale standardizzata ; consideriamo la nuova variabile casuale definita attraverso la

. (12.16)

Si può dimostrare che la funzione densità di probabilità relativa alla variabile casuale è data dalla

che si chiama distribuzione di Student ad N gradi di libertà. [p. 218 modifica]
Figura 12e - La distribuzione di Student per ed , confrontata con la funzione normale.

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Il coefficiente è una costante che viene fissata dalla condizione di normalizzazione; se viene poi fatto tendere all’infinito il denominatore della funzione (come si potrebbe facilmente provare partendo dal limite notevole (9.9)) tende a , e dunque la distribuzione di Student tende alla distribuzione normale (con media 0 e varianza 1). Anche la forma della funzione di Student ricorda molto quella della funzione di Gauss, come appare evidente dalla figura 12e; soltanto, rispetto a dati che seguano la distribuzione normale, valori elevati dello scarto sono relativamente più probabili1.

La distribuzione di Student è simmetrica, quindi tutti i momenti di ordine dispari (compreso il valore medio ) sono nulli; mentre la varianza della distribuzione è

(se ); ed il coefficiente di curtosi vale

(se ).

Indicando con la media aritmetica di un campione di dimensione , estratto a caso da una popolazione normale avente valore medio e varianza ; e con la stima della deviazione standard della popolazione ottenuta dal campione stesso, cioè

sappiamo, ricordando l’equazione (12.8), che la variabile casuale

è distribuita come il ad gradi di libertà; inoltre, ovviamente,

segue la legge normale, con media 0 e varianza 1. Di conseguenza la variabile casuale

(12.17)
[p. 220 modifica]segue la distribuzione di Student ad gradi di libertà.

Insomma: se i campioni a disposizione non hanno dimensioni accettabili, una volta calcolato lo scarto normalizzato relativo alla differenza tra la media di un campione ed un valore prefissato occorrerà confrontare il suo valore con i limiti degli intervalli di confidenza relativi alla distribuzione di Student e non alla distribuzione normale2.

Note

  1. Per valori di la distribuzione di Student si può approssimare con la distribuzione normale a media 0 e varianza 1.
  2. Per taluni più usati valori del livello di confidenza, i limiti rilevanti si possono trovare tabulati anche nell’appendice G.