Traduzioni e riduzioni/Dall'Odissea/Il nome d'Odisseo

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Dall'Odissea - Preparativi d'Odisseo Dall'Odissea - Ciò che succede di notte nella spelonca
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il nome d’odisseo

Ed alla sera egli venne pascendo le greggie lanute.
Tosto nell’ampia spelonca parò le sue pecore pingui,
tutte, nè alcuno lasciò forivia nel profondo recinto,
sia per un qualche suo dubbio, sia che così un nume volesse.
Poi sull’entrata egli pose il gran masso, levatolo in alto;
quindi le pecore assiso mungeva e le tremole capre,
tutto a modino, e poneva alle poppe a ciascuna il suo redo.
     Dopo ch’egli ebbe sbrigate ben bene le proprie faccende,
altri due miei m’abbrancò, e con loro imbandì la sua cena.
Proprio in quel punto, al Ciclòpe mi feci da presso, e gli dissi,
ed una coppa tenea tra le mani del dolce vin nero:
“To’: bei vino, Ciclòpe, poichè tu mangiasti dell’uomo;
ch’hai da sapere qual vino era questo che il nostro vascello
dentro ascondea. Ne portai per libartelo, se intenerito
tu rimandato m’avessi; ma tu ti fai sempre più crudo!
O miserabile, e chi d’or innanzi vorrà visitarti
più, delle genti, pur tante? Non queste son opere a modo„.
Dissi: egli prese la coppa e d’un fiato la tracannò, oltre
modo gustando la bibita dolce e ne chiese dell’altra:
“Dammene ancora, da bravo, e il tuo nome qui subito dimmi;

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ch’io ti vuo’ dare un bel dono, perchè anche tu ti rallegri.
Vero che vino ai Ciclòpi dà il suolo, che germina il grano,
vino dai grappoli grandi, e la pioggia di Giove lo cresce:
sì, ma codesto è una vena d’ambrosia e di nettare vera„.
Disse, e di nuovo gli porsi del vino colore di fiamma.
Io gliene diedi tre coppe, tre coppe egli tracannò, stolto:
Ma poi che il vino fu giunto alla rete del cuor del Ciclòpe,
ecco che io, con parole soavi qual miele, gli dissi:
“Tu mi domandi, Ciclòpe, il mio nome chiarissimo, ed io
te lo dirò, ma tu dammi quel dono ospitale ch’hai detto.
Niuno è il mio nome! mia madre e mio padre mi chiamano Niuno,
e con mio padre e mia madre mi chiamano tutti i compagni„.
Dissi; e colui, con un animo senza pietà, mi rispose:
“Niuno per ultimo lo mangerò dopo gli altri compagni:
gli altri li mangerò prima! codesto è il tuo dono ospitale„.