Traduzioni e riduzioni/Dall'Odissea/Il paese di porte lontane

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il paese di porte-lontane

     Quindi seguimmo la rotta con nuova una pena nel cuore.
E si rodeva degli uomini il cuore nel tristo remare,
per la stoltezza di noi, che non più si vedeva il ritorno.
E per sei dì noi facemmo cammino, la notte ed il giorno,
ed arrivammo nel settimo all’alta città, già di Lamo,
Porte-Lontane, città de’ Lestrigoni, dove il pastore
mentre ritorna una voce dà al mandrïano che parte;
dove un pastor senza sonno potrebbe pigliarsi due paghe,
l’una coi bovi, e pascendo le pecore candide l’altra;
chè della notte e del giorno le strade son molto vicine.
Quivi, poichè nel bel porto arrivammo, sul quale due rupi
ripide s’alzano, l’una da un canto ed un’altra dall’altro,
e i promontori del lido di contro s’avanzano, ed alla
bocca si stringono, e piccola è quindi l’entrata del porto;
là tutti gli altri tenevano dentro le navi ricurve.
Erano dentro ormeggiate nel concavo porto le navi,
tutte vicine, chè in esso non mai si levavano l’onde
poco nè molto, ed intorno era tutta una lucida calma.
Sì, ma sol io in disparte ormeggiavo la nave mia nera,
proprio sull’estremità, con i cavi legati ad un masso:
sopra una ripida vetta salii per vedere, e ristetti.