Trattato di architettura civile e militare I/Trattato/Libro 2/Capo 10

Da Wikisource.
Trattato - Libro 2 - Capo 10

../Capo 9 ../Capo 11 IncludiIntestazione 15 aprile 2024 100% Da definire

Libro 2 - Capo 9 Libro 2 - Capo 11

[p. 180 modifica]

CAPO X.

Dei palazzi pubblici.

Dopo le private, conseguente cosa è, secondo l’ordine promesso, trattare delle pubbliche case, le quali sono di due specie, cioè di signori e persone proprie1, ovvero di tiranni e di repubbliche. Le case delle repubbliche, ovvero palazzi, in prima debbano avere la piazza comune e principale della città innanti, siano libere od espedite intorno con una sola entrata, benchè più apparenti entrate bisognasse di fare per non rompere l’ordine: e per questa entrata ad un atrio si pervenga, dipoi ad un cortile intorno al quale siano le entrate di tutti gli uffizi o maggior parte di quelli che alla repubblica che bene governasse si aspetta di avere; appresso alla porta una stanza per i portinari, e un salotto con un cammino dove per i freddi si possano i famigli ridurre. Appresso di questo una stanza per le legna che al fuoco detto bisognano: [p. 181 modifica]e sopratutto una munizione ovvero ricettacolo o armamentario dove stia tutta l’artiglieria2 della comunità: oltre a questo un pozzo, cisterna, ovvero fonte al servizio di esso palazzo, il quale si estenda eziandio alla cucina per altre vie. La scala prima e principale debba pervenire sopra l’atrio, dopo la quale ascesa si pervenga in una sala, e per questa si vada a quella del consiglio, e a tutte le altre abitazioni intorno. Da capo della prima sala sia l’udienza, ovvero il concistoro, e la cancelleria contigua a quello; ed appresso destri, ovvero necessarii, i quali servano a queste stanze e alla sala del consiglio. Appresso della cancelleria sia una cappella con la sagrestia e altro luogo segreto; appresso a questo sia un salotto per desinare e cenare come un triclino, appresso del quale sia la stanza del credenziere, e ripositorio al servizio di quello, in una scala che pervenga alla cucina superiore ad esso ripositorio. E così sarà completo il secondo pavimento3.

Il terzo pavimento dove debbano essere le camere per i priori e anteposti, sia in guisa di dormentorio, e dalla parte di fuori siano le camere per i Priori, e alla rincontra quello dei servitori loro, con destri; appresso di questa, una stanza per il barbiere, e altri luoghi necessarii a quella dei servienti: ancora altre camere per notari, cancellieri ed altri uffiziali in tal luogo necessarii. In capo del detto dormentorio sia una segreta scala, la quale pervenga alla sala del consiglio ed al concistoro, per la cagione nota agl’intelligenti. Appresso di queste stanze sia un’ampla cucina con la guardacucina e tinello per la famiglia: ed altre parti che avessero a dar fetore, nelle più eminenti e supreme parti d’esse case siano locate, acciocchè le fetide esalazioni meglio possano espirare. Sì anco si faccia una scala, la quale pervenga per sè a tutte le stanze superiori, e massime alle stanze dei credenzieri. E questo sia abbastanza descritto per l’intelligenza delle altre simili, benchè diverse in alcuna parte secondo la fantasia degli uomini (Tav. II. 1).

Potriasi fare, oltre alle dette cose, nel terzo pavimento una sala o [p. 182 modifica]andata circumcirca per sollazzo ed esercizio dei signori ovvero priori; e tutti questi si possono far divisi e ordinati in un medesimo piano o in due, secondo il luogo richiedesse, con adequamenti o senza4: ma io sarei di parere che fussero elevati e costituiti ad uso di fortezza, per tutte le occasioni che occorrer potesse, e massime per potere alcune volte resistere alle volubilità e furie de’ popoli. E tutto questo consiste nel sito e discrezione dell’architetto5. E nella parte superiore circumcirca il dormentorio siano cucine, dispense, destri, tinelli, barberìa e altre stanze al servizio de’ signori, de’ servitori e famigli, secondo la opportunità che il loco richiedesse.

Note

  1. Persone proprie de’ signori, cioè loro clienti e servi (Ducange in Proprius). Tiranni poi chiamavano gl’Italiani d’allora, come già chiamato avevano i Greci, chi colla violenza o col raggiro fosse giunto al supremo dominio in patria.
  2. Cioè ogni specie di armi, giusta il valore che alla voce Artiglieria danno gli scrittori d’allora, e singolarmente i cronisti sanesi.
  3. Pavimento qui, come Solaro di sopra, significa Piano.
  4. Adeguamenti cioè che il palazzo comunale può essere pareggiato alle case cittadinesche, benchè l’autore meglio propenda a metterlo in fortezza.
  5. Questo capitolo, pel quale inutili erano all’autore gli esempi e gli scrittori antichi, è uno de’ migliori dell’opera tutta. L’Alberti ed il Filarete, cittadini di Comune, ma vezzeggiatori de’ Medici, scrissero della casa del Principe, tacquero di quella della signoria. Il barbiere pel quale è qui assegnata una stanza non mancava mai a’ que’ tempi ne’ grandi palazzi: così chiamavano gli operatori della bassa chirurgia, de’ quali è frequente menzione negli Archiatri pontificii del Marini.