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Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 17

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Libro III - Capitolo 17

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Esempio di santa monica come fanciulla cadde nella incontinenza del vino. Cap. XVII.

Spero che non sarà cosa fastidiosa, ne senza frutto s’io riferirò con brevità in questo luogo, una historia della fanciullezza di santa Monica, laquale assai diffusamente racconta santo Agustino suo figliuolo, nel nono libro delle sue divote confessioni, acciò s’intenda quanta vigilanza si convenga haver sopra i figliuoli et le figliuole in questo istesso particulare del vino, il che servirà per instruttione di molte altre cose, vedendo come da piccoli principii si perviene all’habito del vitio. Dice adunque santo Agustino, che Monica sua madre fu allevata bene nella casa paterna, spetialmente per la diligenza d’una ancilla già decrepita, che da i primi anni haveva vivuto nella istessa casa, et per i suoi lodevoli costumi haveva cura delle figliuole del padrone, le quali governava, et teneva in freno, con una santa severità, tanto che fuori di quelle hore, che alla mensa paterna parcamente erano nutrite, non permetteva loro fra giorno, anchora che ardessero di sete, il bevere ne anco dell’acqua, ilche faceva perche non prendessero quella mala consuetudine, et diceva loro, come sant’Agustino riferisce: Hora bevete acqua, perche il vino non è in poter vostro, ma quando sarete andate à marito, et sarete fatte padrone delle dispense et delle cantine, l’acqua vi puzzarà, ma la consuetudine del bere prevalerà; con questi modi la buona et prudente vecchia, frenava l’avidità delle tenere fanciulle, et cosi à poco à poco la cosa era ridotta à tale, che già non havevano più voglia di fare quello, che vedevano non si convenire. Avvenne che essendo Monica, come zitella già conosciuta per sobria, mandata dal padre et madre à trarre del vino, cominciò con le estreme labra à pena à sorbirne alquanto non potendo prenderne più, perche il gusto istesso lo abhorriva, il che fece non per appetito del vino, ma per una certa pazziola puerile, ma aggiungendo poi à quel poco, giornalmente un’altro poco, si verificò in lei quello che la scrittura santa dice, che chi disprezza et non fà conto delle cosa piccole, va à far gran cadimento, perciò che la buona fanciulla venne à termine, che già senza rispetto beveva ingordamente i pieni bicchieri di vino forte, ò voglia dire puro. Dal qual vitio incognito à tutti di casa, et però tanto più difficile a esser guarito, piacque à Dio di liberarla per stranio modo, che venuta un giorno in contesa con quella servente, che soleva andar seco in compagnia a cavar il vino, essendo per ventura ambe due sole, la fante sdegnata gli rimproverò con amara puntura il suo peccato, chiamandola con vove latina Meribibula, che tanto vuol dire, come bevitrice di vino [p. 135r modifica]puro; laqual parola à guisa d’una saetta gli penetrò al cuore sì fattamente che riguardò la bruttezza sua, et subito in se medesima la condennò, et hebbela in abominatione, et se ne spogliò per sempre, insegnandoci come si possa cavar frutto da gli inimici, i quali se, come altrove si disse, sappiamo esser savii, non meno ci fanno di giovamento co’l rinfacciarci i nostri difetti, che ci faccino di danno gli adulatori co’l lodarceli. Hor questo scrisse santo Agustino di sua madre, che fu poi di admirabile santità, et lo scrisse, quando ella era già in paradiso, per darne gloria à Dio, o perche i nostri padri di famiglia dal cadimento de i santi imparassero ad esser cauti, et diligenti nel governo de’ proprii figliuoli.