Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 35

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Libro III - Capitolo 35

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Come i maestri debbiano esercitar cotidianamente i fanciulli nella pietà christiana. Cap. XXXV.

Dice la divina scrittura, il timor di Dio è il principio della sapienza, però il buon maestro habbia per cura principale di inserire et nutrire questa benedetta pianta, nell’animo tenero del fanciullo. Non è necessario ripeter in questo luogo, le cose che largamente si sono discorse di sopra à i suoi luoghi, da i quali potrà il maestro in parte prendere instruttione, per applicare alla prattica cotidiana, i ricordi che si sono dati. Ma per accennare pure alcuna cosa alquanto più al particulare del quale hora trattiamo, dico che acciò i fanciulli si avvezzino à dar principio à tutte le loro attioni nel nome di Dio, et à racommandarsi à sua divina Maestà in tutti i loro bisogni, doveranno i maestri haver nel mezzo della schuola una veneranda imagine della Beatissima madre di Dio, co’l suo bambino nelle braccia, et quanto sarà più ornata et tenuta con decenza, moverà tanto maggior divotione, et nello entrare ciascun fanciullo gli faccia riverenza, et poi prima che si comincino le lettioni, et gli altri esercitii della scuola, tutti insieme genuflessi la salutino divotamente dicendo l’Ave Maria, ò la salve, non con voci troppo alte, che vengono à fare uno strepito difforme et indivoto, per colpa de’ fanciulli che non sanno cosi accordarsi, ma sia un tuono moderato, et uniforme, et se cosi paresse meglio, pronuntii un solo la oratione con gravità, ascoltando gli altri divotamente. Parimente nel partirsi per ritornare à casa si faccia alcun segno di rendimento di gratie et di licentiarsi dalla Benedetta Vergine madre, non siano però queste attioni molto longhe. Eshorti spesse volte il maestro i fanciulli ad esser divoti della Madonna, madre della purità et à raccomandarsi à lei, et al suo dolcissimo figliuolo, acciò gli faccia buoni, et [p. 147r modifica]dia loro intelletto, et docilità, et memoria, sì che possino bene imparare. Et con questi modi pian piano si avvezzino à far oratione; scrive santo Agostino di se medesimo, ch’essendo piccolo fanciullo et havendo udito dire da huomini divoti, che ci era Iddio, ilquale se bene non si vedea con gli occhi nondimeno era presente et udiva le nostre preghiere, et poteva sovvenirci ne i nostri bisogni, egli soleva con grande affetto raccommandarsegli, acciò non fosse battuto nella schuola. Finalmente il maestro può in molte maniere esercitar il fanciullo nel timor di Dio, et nelle opre della virtù, et se i fanciulli Persiani, quando andavano à scuola, dimandati dove andassero, rispondevano che andavano ad imparar la giustitia, con quanto maggior ragione il fanciullo christiano, dovrebbe rispondere nel primo luogo, che va ad imparare il timor di Dio, et poi la Grammatica? Et non è da disprezzare quello uso commune, et tanto anticho, che non se ne sa forse il principio, et ben che per ventura potesse ad alcuno parer cosa leggiera, non è da credere che fosse introdotta senza grave ragione, cioè, che avanti che il fanciullo pronuntii la prima lettera dell’alfabeto, saluti la santa Croce, laquale si come l’Apostolo dice è la gloria nostra, et la principal dottrina, che il christiano hà da apprendere, et da farne professione.