Tre libri dell'educatione christiana dei figliuoli/Libro III/Capitolo 66

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Libro III - Capitolo 66

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Della professione delle scienze, et facultà. Cap. LXVI.

Il fine del presente ragionamento, ilquale ne i capi precedenti habbiamo incominciato, et tuttavia si va tessendo, è di occupare il nostro figliuolo di famiglia, già divenuto di età habile à questo, in qualche honesto, et lodevole esercitio, proportionato alla conditione sua, alla dispositione del corpo, et à quella dello intelletto anchora, et questa consideratione si fa per due rispetti principali, l’uno per fuggir nel tempo maggior pericolo, l’otio pernitiosissimo à i giovani, l’altro acciò il nostro medesimo figliuolo habbia in tutta la vita esercitio, et professione, con laquale possa sostentar se stesso, et la sua famigliuola, et vivere honoratamente tra suoi Cittadini, non come scioperato, et disutile, ma come operoso, et profittevole per la parte sua alla communità, et questo viene à essere il terzo rispetto non meno principale, percioche à i padri di famiglia si appertiene proveder alla Città di operarii, et di ministri per supplire à varii bisogni, acciò il corpo di questa cittadinanza si conservi intero, non tronco, nE difettuoso di parte alcuna necessaria. Hora havendo sino à qui parlato de gli agricoltori, de gli artefici, et de i mercanti, mi par tempo di ragionar anchora alquanto della professione delle lettere, il che non è fare la istessa cosa, che si fece di sopra, quando si parlò de i maestri di scuola, ne dire il medesimo due volte; però che lasciando da parte, che di sopra si trattò solamente delle schuole private, dove si apprende la Grammatica, et la Retorica, et la cognitione delle lingue, la dove hora si entra à dire propriamente delle scienze et facultà, che si apprendono ne gli studii publici, ma altra di questo diciamo, che alcuni danno opera alle lettere, solo per amor della cognitione, et per uno ornamento di loro stessi, et per privata vanità, et altri fini simiglianti, et però per ordinario si contentano di far in esse mediocre progresso; altri aspirano alla perfettione, et à diventar maestri, et [p. 168r modifica]à farne aperta professione per benefitio commune di tutti che ne haveranno bisogno, perilche con publica autorità, et con riti solenni si dà loro grado, et titolo di esercitar alcuna professione, et sono chiamati Dottori. Et perche in questa parte anchora mi occorre dare alcun ricordo al nostro padre di famiglia, per tanto non sia chi prenda maraviglia, se alquanto mi trattengo in questa consideratione.