Un dramma nell'Oceano Pacifico/Conclusione

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Conclusione

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27. Bill preso Spiegazione dei termini marinareschi


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Capitolo Ventesimottavo.

Conclusione.


Pochi giorni dopo le vicende narrate, i naufraghi della Nuova Georgia, aiutati dai selvaggi che ubbidivano sempre al proprio re che ai loro occhi si era fatta una grande riputazione dopo la distruzione dei forzati, presero a demolire il vascello per costruirsi una grande scialuppa.

Ormai non avevano più nulla da fare a Tanna, e tutti sospiravano il momento di giungere in paesi civili.

I lavori, sotto la direzione del capitano e di Collin, furono spinti così alacremente, che quattro settimane dopo veniva varata la nuova imbarcazione o meglio il bastimento, poichè poteva chiamarsi tale, stazzando quasi cento tonnellate.

Attrezzatolo a cutter e approvvigionatolo coi viveri che erano rimasti sulla Nuova Georgia e che erano stati gelosamente conservati in un apposito magazzino costruito sulla spiaggia, condussero a bordo Bill, che venne rinchiuso in una solida cabina, ma [p. 245 modifica] strettamente legato. Queste precauzioni erano però superflue, poichè il miserabile pareva rassegnato alla sua sorte.

Collin dovette molto faticare per rinunciare al trono, poichè quei buoni isolani non volevano lasciarlo partire, tanto lo amavano. Dovette promettere di ritornare fra breve, se volle imbarcarsi in compagnia del capitano, di Anna, di Asthor e dei tre marinai.

Prima della partenza, Hill fece regali d’armi a tutti i principali capi dell’isola, ed agli altri fece dono degli avanzi della Nuova Georgia, con tutto ciò che ancora contenevano.

Finalmente un bel mattino il piccolo cutter spiegò le vele e si spinse in alto mare, accompagnato per un buon tratto dalle piroghe degli isolani, i quali piangevano vedendo partire il loro re. [p. 246 modifica]

Dopo ventisei giorni di felice navigazione, avvistavano le coste dell’Australia, e una settimana dopo sbarcavano a Brisbane, dove consegnavano Bill alle autorità inglesi.

Il miserabile, nel momento in cui la polizia coloniale lo arrestava a bordo del legno, disse al capitano:

— Vi auguro di essere felice.

Poi volgendosi ad Anna: [p. 247 modifica]

— Se foste diventata mia, sarei divenuto un altr’uomo; ma era troppo tardi: dimenticate le mie infamie, e se lo potete, compiangetemi. —

Poi si lasciò condurre a terra senza opporre resistenza.

I naufraghi della Nuova Georgia rimasero due settimane a Brisbane, in attesa d’un legno che li trasportasse in America.

Prima di partire seppero che Bill era stato ricondotto alle isole di Norfolk, dove doveva scontare vent’anni di lavori forzati per [p. 248 modifica] assassinio. La sua pena, per gl’infami attentati commessi sulla Nuova Georgia, era stata portata alla detenzione perpetua.

Dopo quarantacinque giorni sbarcarono nel Messico, ad Acapulco e di là tornarono agli Stati Uniti; ma il loro soggiorno in terraferma fu di poca durata.

Il capitano Hill, acquistata una nuova e più grande nave alla quale diede il nome di Nuova Georgia per ricordo dell’altra, riprese poco dopo i suoi viaggi oceanici, conducendo con sè due figli invece di una sola: il tenente Collin e sua moglie Anna Hill!

Non occorre dire che l’allegro Asthor, Mariland, Fulton e Grinnell si erano imbarcati insieme con loro.