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Un passo avanti nella cultura femminile/Tesi/I

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Capitolo I

../../Tesi ../II IncludiIntestazione 28 novembre 2019 100% Da definire

Tesi Tesi - II

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I.

Abbenchè da oltre un secolo il pensiero, ridesto da lunga stasi nell’intelletto dei pochi, siasi con rapidissima circolazione diffuso fra le masse: benchè le plebi allora brute siano oggi il nerbo di nazioni sovrane: sebbene i governi, trasformati come più vollero i tempi, sollecitamente provvedano alla diffusione dei lumi, e nella intelligente iniziativa di privati trovino tutto giorno valida concorrenza: pure, quando le effemeridi dei due emisferi ci giungono sottocchio gravide di mali; quando gli annali dell’umanità registrano senza posa guerre e dissidii, privilegi e gravami, insurrezioni e repressioni, feudale concussione e servitù di gleba; quando, nello stato più giovine e glorioso della società civilizzata, l’abolizione della schiavitù personale costa tre anni di sangue ed un milione [p. 6 modifica] e mezzo d’uomini; noi siamo ancora a domandarci con angosciosa peritanza s’egli è pur vero che molto si facci, che si faccia abbastanza per isbrutalizzare l’umanità ed avviarla ad immortali destini.

Taluni che nel giudicar del presente prendono costantemente le mosse da tre secoli innanzi, non rifiniscono d’applaudirsi di ciò che si è fatto, e non credono siavi per l’umano consorzio possibile avanzamento — Altri, che hanno affatto smarrito il punto di partenza dell’umanità, piangono che nulla si è fatto fino ad oggi, che tutto è da farsi — I primi, beatamente cullati da un ottimismo a tutta prova, si esagerano i fasti dell’età presente, al tutto estranei al fecondo programma dell’avvenire; i secondi, rinnegando i fasti delle età passate, ne smarriscono gl’insegnamenti. E gli uni e gli altri sono parziali; e gli uni e gli altri dannosamente influiscono sullo spirito delle masse; chè, od invitano i popoli ad adagiarsi in un’oasi improvvida ed immatura, o li prostrano e li accasciano in un inerte scoraggio.

Non noi così — Convinti, recarsi in grembo l’umana natura i germi fecondi d’ogni possibile avanzamento, e svolgersi questi con ordine logico in fasi progressive, noi crediamo aver essa innanzi a sè tracciato il compito di ciascun tempo, e tutti e ciascuno di questi, fatalmente recarsi colle imperfezioni del passato le promesse del futuro. Nè vogliamo escluse [p. 7 modifica] le grandi epoche di mezzo, nelle quali sembrò l'umanità sedere a riposo dopo il lavoro di una doppia civiltà, e riprendervi lena ad una corsa anche più rapida e gloriosa; laonde vedemmo il pensiero filosofico, diffuso dalle greche accademie e dal cristianesino divinizzato e popolarizzato, di nuovo offuscarsi e progressivamente smarrirsi agli occhi del volgo, per concentrarsi poderoso e gigante nei pochi intelletti sintetici, che le età barbariche sanno sole produrre.

Giudicando il nostro tempo, non raffrontandolo al passato che deve superare in civiltà, nè estimandolo con pregiudizio del futuro dal quale dev’essere superato, noi crediamo dovere di ciascuno studiarne i bisogni e soddisfarli con ogni sua potenza; poichè una buona benchè lieve iniziativa, innoltrata a proposito, equivale in eccellenza una magnanima intrapresa alla quale l'inopportunità contenda il successo.

Gli è per questo concetto, che non perdiamo di vista, che vorremmo, innanzi di presentare al pubblico un progetto (che potrebbe da taluno estimarsi inopportuno) a favore dell’istruzione femminile, dando una rapidissima occhiata allo stato intellettuale della donna nelle contrade civilizzate, sottoporgli, compendiosamente adunati, quei dati che ci fanno credere alla somma opportunità di una simile iniziativa, e saremo ben lieti se questi dati condurranno il nostro lettore alle nostre medesime conclusioni.

Il tempo non ha solo dei bisogni: nello [p. 8 modifica] iteresse stesso di questi, ha anche dei segni che li rivelano; e questi, non già gratuiti, ma prodotti spontanei sono dello sviluppo di certe idee, logici corollarii di dottrine ricevute, necessarie conseguenze di fatti compiuti. Ed indarno i brevi intelletti tutti ligi al passato per forza di pregiudizio, gli spiriti vigorosi sì, ma conservatori per interessi, negano quei segni e li accolgono con l’ira o collo scherno; essi valer non possono ad ammutolirli, nè ad acciecare sulla evidenza loro gli spiriti retti e le intelligenze leali.

Il sollevamento morale ed intellettuale della donna è innegabilmente uno dei bisogni più sentiti e più confessati del tempo nostro — Gli spiriti logici vedono esser questo uno dei più potenti corollari dell’uguaglianza predicata dalla filosofìa, e la necessaria conseguenza di quella rivoluzione che la società civile ha tutta accettata, e che ha impresso a tutte le istituzioni sociali politiche e religiose una rapida trasformazione — Quando questo bisogno stavasene tuttavia in germi, e solo l'apparizione, ad intervalli, di qualche grande individualità femminile veniva a sconcertare le vecchie tradizioni della sua morale inferiorità, la società pur ammirando, e talora subendo, accettava il fatto senza indovinare il principio al quale poteva tosto tardi venire in appoggio. Ma quando il principio, tuttora embrionale, cercava nel secolo decimosesto d’aprirsi strada col [p. 9 modifica] popolarizarsi, nel sesso femminile, del platonicismo irradiato di luce ringiovanita dalle classiche penne del Dante e del Petrarca, esso trovavasi di fronte lo scetticismo ellenico di Gassendi, l'umorismo di Molière, il sarcasmo di Boileau, l'epicureismo in sostanza il più volgare, assai mal dissimulato dal dorato polverio sollevato dai cavallereschi costumi della corte di Luigi XIV. Noi non intendiamo giustificare in modo assoluto le esagerazioni impresse dallo spirito del tempo alle dottrine neo-platoniche, esagerazioni che prestarono così bel gioco a Molière ed a Boileau, a Cervantes ed a Parini; ma ci limitiamo a segnalare quelle vaghe aspirazioni che portavano la donna verso un obbiettivo ideale, come un sintomo presago del vicino destarsi del suo spirito alla vita morale.

Ed invero, ben presto quell'aspirazione indefinita si avvertiva, si determinava, si posava lucidamente in tesi sociale; e tosto nel nuovo arringo scendevano belligeranti i nobili e fertili ingegni d’ambo i sessi e di tutti i paesi, che sentita avano la scossa della grande rivoluzione: e d’allora, l’avvenimento del sesso diseredato al patrimonio del dovere e del diritto, assegnato dalla provvidenza creatrice alla specie intelligente, rimane la estrema e la più ardita applicazione dei portati della moderna filosofia.