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Un passo avanti nella cultura femminile/Tesi/VI

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Capitolo VI

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Tesi - V Tesi - VII

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VI.

Non puossi por mente alla nobile razza scandinava, né parlare del suo elemento femminile senza che la memoria corra spontanea a quell’epoca per lei gloriosa, quando tutta si unificava sotto lo scettro temuto e sapiente [p. 47 modifica] dell’Eroina di Falkoeping — Sovente nella Scandinavia la gloria della nazione fu una sola cosa colla grandezza d’una donna.

Margherita Prima, emancipava la politica Danese dal giogo ecclesiastico, sostenendo per la prima energicamente delle differenze colla Chiesa, ed incontrava una guerra che capitanò personalmente, per non introdurre stranieri nel regno, rifiutando l’investitura dello Schleswig — Educata militarmente, e piena di genio, il valore e la sapienza le assicuravano la vittoria; ma i suoi generali corrotti la ponevano a tradimento in mano al nemico — Ricuperata la libertà, governò colla stessa sapienza fino a che, rassegnando nelle mani del figlio, Errie, il governo, era accompagnata nella vita privata dalla simpatia e dalla venerazione dei popoli.

Margherita Seconda, già reggente di Norvegia in giovinissima età, saliva il trono di Svezia chiamatavi dagli Scandinavi sordi alle brighe ed alle moine di Enrico di Meklemburgo, ed attratti dai brillanti ed eccezionali talenti della giovine reggente — La Norvegia imitò l’esempio della Svezia, e soddisfatta della sua reggenza le offrì la corona, che Margherita accettò, sottomettendo col vigore delle armi i partiti che le si opponevano — Volendo eseguire il vasto progetto dell’unificazione dei tre regni scandinavi, portò le sue viste sulla Danimarca — Ognuno sa come il suo tatto politico, la perseverante energia del suo carattere ed il suo valore la facessero [p. 48 modifica] riescire, e come poi governasse in pace con una sapienza che lasciava del suo glorioso reggimento un’imperitura memoria fra gli scandinavi, ed una tradizione che, per la parte avanzata di quella nobile razza, suona tuttora come una speranza ed una promessa.

In tempi più recenti il trono dei Vasa era ancora illustrato da due donne di genio — Maria Cristina, la degna figlia di Gustavo Adolfo, che nella sua adolescenza e nella sua gioventù, coll’indole bellicosa ed ardita, ricordava agli Scandinavi le due Margherite e, cedendo dappoi al genio delli studii, abbandonava il trono e si ritirava in Roma — Eleonora Ulrica vi compieva, per lo stesso nobilissimo oggetto, l’atto medesimo a favor del marito.

Se le regine scandinave furono, come molte di altri paesi, una energica protesta di fatto contro il pedante ed irrazionale ostracismo politico dal qual è colpita la donna in talune contrade, che pur si pongono modestamente alla testa d’ogni gentilezza e civiltà, non meno degne d’attenzione sono le donne scandinave che illustrano le lettere e le scienze — Fra le molte Emilia Schmidt Carlin e la baronessa Knorring hanno meritamente occupato la critica europea, ed i loro volumi sono assidua ed interessante lettura sopratutto in Germania, che nelle idee, nei gusti, nella religione e nella coltura ha coi paesi scandinavi più d’un punto di contatto — Ma la scrittrice più eminente della [p. 49 modifica] Scandinavia è innegabilmente Madamigella Federica Bremer, che coi suoi classici lavori sparse tanta luce sulla letteratura svedese; tal che l’Accademia di Stocolma la decorava nel 1831 della medaglia d’oro.

Avendo tutta la Scandinavia seguito il movimento riformista, ne seguì che là, come nella gran pluralità dei paesi riformati, la coltura intellettuale, ad onta degli ostacoli parziali creati dalla natura alle comunicazioni, lascia infinitamente meno a desiderare che nei paesi meridionali — Mentre in Italia la legge sull’insegnamento primario obligatorio incontra resistenze troppo frequenti quando trattasi di liberali iniziative; mentre in Francia questa legge più volte proposta al Corpo Legislativo soccombe ripetutamente davanti ad una retriva e sempre vittoriosa opposizione, la Danimarca, che da oltre cinquant’anni ne gode i vantaggi, non si trova avere una contadina che si vegga esclusa dal commercio delle idee per ignoranza di lettura e di scrittura. Ed è questo il paese, che le genti latine, tronfie ancora del triplice antico primato che si sono lasciate sfuggire di mano, hanno talora delle velleità di riguardare siccome meno colto e civile, non altrimenti che i romani della repubblica chiamavan barbari i greci.