Vera storia di due amanti infelici ovvero Ultime lettere di Iacopo Ortis (1912)/Lettera XLI
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LETTERA XLI
19 maggio, all’alba.
Oh, illusione! Perché, quando quest’anima è un paradiso, e Teresa è al mio fianco, e mi sento sospirar su la bocca, e...; perché la morte, invocata, non ode? Almen que’ beati momenti non fossero mai venuti, o non fossero fuggiti mai! Questa notte cercava brancicando quella mano che me l’ha strappata dal seno: mi parea d’intendere un suo lontano sospiro;... ma le coltri molli di pianto, i miei capelli sudati, il petto ansante, la fitta e muta oscuritá..; tutto tutto mi gridava: — Infelice! t’illudi. —Spaventato e languente, mi sono buttato boccone sul letto, abbracciando il guanciale e cercando di tormentarmi nuovamente e d’illudermi.
Se tu mi vedessi! Stanco, pallido, taciturno errar su e giú per i colli e cercar di Teresa, e temer di trovarla; sovente brontolar fra me stesso, chiamare, pregarla, e rispondere alle mie voci: arso dal sole, mi caccio sotto una macchia e m’addormento o vaneggio. Ahi! che sovente la saluto come se la vedessi, e mi pare di stringerle e di baciarle piú volte la mano... Poi tutto svanisce, ed io tengo gli occhi inchiodati sui precipizi di qualche dirupo. Sì! conviene ch’io la finisca.