Viaggio da Milano ai tre laghi Maggiore, di Lugano e di Como e ne' monti che li circondano/Capo XIV

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Capo XIV. Da Varese a Lugano per Valgana

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CAPO XIV.

Da Varese a Lugano per Valgana.


Ma v'ha fra' viaggiatori chi evita quanto può d'affidarsi ad una barca. Nè basta il dire che non v'ha pericolo, poichè il solo timore è un male. Per questi v'è una più lunga via, difficil sì ma pur carreggiabile, che da Varese attraversa la Valgana, indi valle Marchirolo, va al ponte della Tresa, e di là a Lugano. Per questa via viene presso che tutto il bestiame che la Svizzera somministra alla Lombardia.

Da Varese, adattandone la strada, si potrebbe andare poco meno che in piano sempre presso al letto dell'Olona, sino a Gana, indi si costeggiano i laghetti di Gana e di Ghirla, daddove con dolce salita si percorre la valle Marcolina, e si discende a Ponte di [p. 162 modifica]Tresa; ma ora, non eseguendosi l'indicata strada, per la via di Biumo giugnesi a Induno, e invece di continuare a destra, piegasi a sinistra, e si sale a Frascarolo, villa ove nacque il Pontefice Pio IV de’ Medici di Meregnano. Si continua a salire sino alla vetta, e di là cominciasi a discendere a Valgana che s'ha sott'occhio. Il naturalista osserverà de’ grossi massi porfiritici sul sasso calcare1, che forma l'alto de’ monti sino alla metà della valle, ove vedesi chiaramente come questo al porfiritico rossigno, che già preesisteva, s'appoggia. Il sasso calcare, principalmente in alto, alla sinistra della valle, ha delle cave di bei marmi brecciati di rosso, dal cupo fino al persichino, ch'è presso Mondonico. Ivi è pur della buona argilla; e vi si è trovato in qualche luogo del nafta. Nel monte opposto presso Frascarolo v'ha delle caverne con del bello alabastro.

La valle in cui si discende (e nel discendere cominciasi a vedere il granito-porfido) essendo alquanto elevata nel mezzo, divide le sue acque, parte mandandone all'Olona, e parte al laghetto di Gana, a cui presto si giugne. Il ramo dell'Olona che, qui comincia, per un alveo che l'acqua s'è aperto ne' [p. 163 modifica]corrosi colli calcari, va, come osservammo, in dolce pendio sin sotto Varese; e v'è un'amena e solitaria via, anche atta a cavalli, che per un gran tratto corre nell'alveo stesso, e quindi sale a Biumo. Lungo questa via i colli occidentali sono traforati da antiche lunghissime gallerie. V'è tradizione che sen cavasse oro; ma chi le ha visitate vi ha trovato piuttosto indizio di piombo, e sembrano una continuazione di que’ filoni che vanno sopra Besano. Ivi pur trovasi dell'arena quarzosa finissima indurata in sasso (grès de’ Francesi), e del quarzo ametistino.

Era Gana un ritiro d'alcuni Canonici, ivi ridottisi a vita romita, indi un ricchissimo monistero di Cluniacensi, di cui tuttavia sussiste il chiostro e la chiesa, senza che altro indizio siavi di vetustà fuorchè la gotica struttura, qualche vecchia pittura in chiesa, ed un'informe figuraccia nel campanile. Il summentovato Pontefice Pio IV, a cui mentr'era Cardinale commendato era quel priorato, cedè que’ beni allo Spedal maggiore di Milano. Il laghetto di Gana per un emissario va ad unirsi a quello di Ghirla. All'ovest di Gana v'è altra angusta valle, detta il Paludaccio, che altre volte fu lago anch'essa, ed ora è una torbiera, di cui però non fassi nessun uso. Vassi dalla parte del Paludaccio a Bedero, a Rancio, sopra cui, vicino alla colma, v'è del carbon fossile visibile, e a Brincio. [p. 164 modifica]Maggiore che quel di Gana è il laghetto di Ghirla, che va per mezzo d'una profonda cascata a gettar le acque sue nella Morgorabbia. Più esteso era questo ne’ vetusti tempi, quando l'emissario passava sopra quello scoglio traforato, che ora chiamasi Ponte di Nivo. L'acqua ha corroso ivi il sasso calcare, disposto a strati orizzontali. S'è aperta una sotterranea strada, formandovi una delle più romanzesche caverne, in fondo alla quale si precipita; e non ricompare se non presso alla Ferrera, distante mezzo miglio. Nel primo gorgo abbondano i pesci, e più degli altri i barbi, e nell'ultimo le anguille che mai non salgono al lago. Or che presso la caverna s'è formato un mulino, n'è più comodo l'accesso, ma men bello il prospetto. Il lago di Ghirla abbonda di pesci, e a ragione fra questi son celebrati i Vaironi e i Persici. Il fieno e le castagne sono il principal prodotto di questa valle. L'abbondanza de' boschi ha fatto sì che da alcuni anni vi s'è stabilita qualche manifattura di ferro. In faccia a Ghirla, nel tenere di Cunardo, si sono trovati alcuni filoncini di carbon fossile, non utilmente scavabile per la poca quantità. V'ha però degl'indizj da’ quali rilevare che sianvene strati copiosi profondamente. Di là non lungi v'è della buona argilla, che serve alle fabbriche di maiolica di Ghirla e di Cunardo. [p. 165 modifica]Una miniera di ferro era in altri tempi conosciuta, e scavata presso la Ferrera, cui diede il nome; e trovansi non lungi da quel luogo dei pezzi di miniera di ferro spatico. Una miniera di questo metallo ora cavasi al sud di Brincio nel monte Legnone, già nota anticamente, e poi trascurata. Presso al sasso Mericcio o merè scavossi altre volte la miniera di piombo argentifero, e si sono pur ivi trovate delle piriti aurifere. V'ha presso Ghirla una fonte detta di Baciolo (Baceu), che porta acqua sì abbondante da servire immediatamente ad un mulino, e coll'acqua una gran copia d'arena, che deriva dalla scomposizione del granito. Serve questa alla vernice della majolica, per la quale pur abbonda il feldspato bianco ed il quarzo, che si polverizzano. Da Ghirla si sale a destra verso Cugliate e Marchirolo (Vallis Mercuriola) per la mentovata strada carrozzabile. Si lasciano a sinistra Fabiasco, Cunardo e Grantola, e i monticelli della disputata volcaneità, de' quali ragioneremo al Capo seguente. Presso Cugliate v'è una miniera di piombo argentifero, e pare che que’ filoni stendansi fin al monte Argentera e a Viconago. D'un'ampia ed estesa caverna, che trovasi sotto Cunardo, parla il Cotta nel Commento al Macaneo, come di cosa maravigliosa. Dietro a Marchirolo v'è la Tresa.

Chi da Gana proseguir volesse verso E, [p. 166 modifica]salirebbe al Poncione, vetta calcare, presso cui, nel discendere a Gana, veggonsi de' filoni di ferro spatico, e all'opposto lato trovasi della bella arena quarzosa, che ben serve alle vernici della maiolica. Qui si divide il calcare dal porfiritico. Di colassù presto si sarebbe in vista del già mentovato Deserto. Verrebbesi a Cavagnana, indi a Guasso al monte, passando presso un laghetto ormai divenuto una torbiera. Venendo ai Mulini, vedrebbesi del piombo nel quarzo; e a Prognana per fertili campagne discenderebbe al lago di Lugano, vedendo per via indizj di scisto bituminoso al basso.

Già dicemmo che da Selva-piana, passando per Brusinpiano, vassi a Laveno e Ponte di Tresa. Sin dal nono secolo, come vedesi dal Codice Santabrosiano2, abitato era questo paese sotto nome di Ponte-Tretie; e'l vicin monte, su cui sta Viconago, come abbondante di miniere, a principio del secolo xiii fu donato da Federico II al vescovo di Como. È certo che da lungo tempo dal quel monte cavasi dell'argento, ond'ebbe nome di Monte Argentera. Molti sono gli antichi cunicoli che vi s'incontrano; e ultimamente, chi faceva lavorare quelle miniere (con nuovi edifizj ed eccellenti macchine, se non che forse troppo dispendiose) trovò due [p. 167 modifica]vecchissime gallerie, che ben mostrano l'intelligenza de’ vetusti Canopi. Ivi cavasi piombo argentifero, e anche pirite di rame, e molto ferro, che pur ivi si fonde. I filoni sono quasi sempre nella direzione dal nordovest al sudest, e quasi sempre perpendicolari, e sovente nel gesso anidro3. Della pirite aurifera trovasi oltre la Tresa.


Note

  1. L'Isp. Brocchi (Giorn. della Soc. d'incoragg. Tom. 8) chiama questo sasso Roccia Granitoide. Feldspati Porphyr. di Werner.
  2. Ad ann. 875.
  3. Vedi Brocchi, sulla miniera di Piombo argentifero di Viconago (Giorn. della Soc. d'Incoragg. Tomo viii).