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Viaggio sentimentale di Yorick (Laterza, 1920)/IX. Su la via

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IX. Su la via

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Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
IX. Su la via
VIII. Calais X-XI. La porta della rimessa
[p. 19 modifica]

IX

SU LA VIA

CALAIS

E’ pare che questo sia naturalmente un mondo tutto guerra; da che il compratore (foss’anche d’una meschina sedia da posta) non può muoversi fuor della porta per venire a un accordo col venditore, e non mirarlo subitamente con quell’occhio e con quella disposizione d’animo, con cui andrebbe seco ad eleggere il campo ne l’Hyde-park1 a duellare. Quanto a me, spadaccino dappoco, né da stare a petto a monsieur Dessein, io [p. 20 modifica] mi sentiva ne’ precordi tutta la rotazione de’ moti propri alla congiuntura; io passava con gli occhi da partea parte monsieur Dessein: ei camminava; ed io lo considerava di profilo, poi di prospetto: avrei giurato ch’egli avesse faccia d’ebreo, anzi di turco; lo malcdiva con tutti i miei dèi2, e lo raccomandava al demonio.

Adunque una miseria di tre o quattro louis d’or (ed era quel piú ch’ei mi poteva frodare) attizzerà cosí il nostro cuore?

— Bassa passione! — esclamai, voltandomi naturalmente come chi in un subito si ravvede; — bassa, villana passione! la tua mano sta contro d’ogni uomo, e la mano d’ogni uomo contro di te.

— Dio ne guardi! — disse ella, coprendosi d’una mano la fronte, perch’io m’era voltato a occhio a occhio incontro alla gentildonna da me poc’anzi veduta in ragionamenti col frate; e ci seguitò inosservata.

— Certo, donna gentile — diss’io, — Dio ne guardi! — e le offersi la mano.

Ella portava de’ guanti neri aperti soltanto nel pollice e nelle due prime dita; onde accettò senza ritrosia; ed io la guidai alla porta della rimessa.

Cinquanta e piú diavoli aveva monsieur Dessein chiamati addosso alla chiave3 prima d’accorgersi che la non era quella della rimessa; e a noi pure pareva mill’anni di vedere aperto: sicché, standoci attenti all’ostinazione di quella chiave, io teneva la signora per mano quasi senza saperlo, quando monsieur Dessein ci lasciò con le mani cosí congiunte e co’ visi rivolti alla porta della rimessa.

— Torno fra cinque minuti — diss’egli.

Or un colloquio di cinque minuti equivale ad uno di cinque secoli co’ visi verso la strada: in questo caso tu devi attingerlo [p. 21 modifica] dalle occasioni e dagii oggetti esteriori; ma, cogli occhi confinati ad una parete, tu lo attingi tutto quanto da te. Un solo attimo di silenzio, dopo partito monsieur Dessein, sarebbe stato micidiale alla congiuntura: non v’ha dubbio, la signora si sarebbe rivoltata; onde avviai immediatamente la conversazione.

Ma quali si fossero allora le mie tentazioni (perch’io scrivo non l’apologia, ma la storia delle fralezze del mio cuore lungo il mio viaggio) si vedranno descritte qui con quella naturalezza con cui le provai.

Note

  1. Parco presso le porte di Londra [F.].
  2. «Et maledixit Philistaeus David in diis suis». Reg., i, 17. Yorick, come protestante e filosofo, non professava la religione di monsieur Dessein, ch’era cattolico ed oste [F.].
  3. Letteralmente: «monsieur Dessein aveva diablata la chiave», ecc. Dalla esclamazione francese «diable» (di cui Yorick ti parlerà fra non molto) derivò qui il verbo «diabled» [F.].