Vita di Esopo Frigio/Capitolo VII

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Capitolo VII

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo VII
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C A P I T O L O   VII.


NOn passarono troppi giorni, che un Mercatante, il qual di comperare cavalli cercava, capitò quella possessione, ed addimandando a Zena, se vi fosse cavallo alcuno che vendere volesse, rispose egli, non essergli lecito il vendere cavalli, ma che uno schiavo, piacendogli, gli venderebbe. Volle il Mercatante vederlo: veduto, che l’ebbe, non potendo tenere le risa disse; E donde per Dio avesti tu questo animale, che parmi veramente aver ceffo di pignata? È egli uomo, ovver un tronco d’albero? Veramente se costui non avesse voce umana, crederei, che si fusse un otre gonfiata. E tu per cagione di cotesto belfante m’hai qui tenuto. E così detto, voltò le spalle, prese il suo camino. Ma Esopo seguendolo, dicevagli: O uomo da bene aspetta di grazia un poco: il Mercatante con viso ribuffato, rispose: Vattene alle forche, can mastino. Ma pure Esopo seguitandolo con umile sembiante, diceva; Deh così Iddio ti faccia del bene, dimmi di grazia, a che sei tu qui venuto? Rispose egli: per comperar qualche cosa buona, ma di te, perchè sei guasto, stroppiato, e fracido, non ho bisogno. Esopo, che dalle mani di quel fattore uscir voleva, faceva pure instanza, che lui comprasse, dicendogli: Non guardare gentil’uomo, che io abbia il corpo di cotal maniera fatto che l’animo è bello, e buono, e potrotti anco fare di molti servigj. E [p. 14 modifica]come potrai giovarmi, rispose il Mercatante, se propriamente sei l’odio stesso? Allora Esopo disse. Ascoltami, se ti piace, non hai tu in casa fanciulli, che piangono, e gridano, e scherzando, fanno sempre rumore? di quelli fammi tu pedagogo, che pensando essi, che io sia una befana, o la versiera, farò loro stare quiete, ed ubbidienti. Il Mercatante di ciò ridendo, a Zena voltatosi, disse: E quando chiedi di questo brutto asello? Zena, il quale non meno di levarselo dinanzi a gli occhi disiava, che Esopo di torsegli: Tre danari, rispose. Il Mercatante sentendo di aver a fare così poca spesa, sborsolli i tre danari dicendo: Se io ho speso nulla, nulla anco ho comperato. Giunto a casa il Mercatante, due fanciulli, i quali con la Madre erano rimasti, corsero ad abbracciare il Padre, e veduto, che ebbero Esopo, che dietro a lui in casa ne veniva, subitamente fuggirono spaventati. Allora Esopo al Mercatante disse: Ecco Padrone, che già tu puoi vedere l’effetto della mia promessa. Di ciò ridendo il Mercante, mostrando ad Esopo gli altri suoi schiavi, i quali a far riverenza al Padrone eransi affrettati, disse: Questi sono anco essi miei servitori, come tu sei; salutili, abbracciali tutti, acciocchè da loro tu sii ben veduto, ed accarezzato. Ma essi veduta quella strana, ed orrenda figura rimasero pieni di maraviglia fra loro dicendo: O che pazzia è stata del nostro Padrone a comperare così brutta, e spaventevole cosa, certo qualche male umore allora gli avvenne, ma come si vede, debbe averlo comperato in luogo di scimia, e per cosa molto ridicola.