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Vite dei filosofi/Libro Sesto/Vita di Ipparchia

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Libro Sesto - Vita di Ipparchia

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Diogene Laerzio - Vite dei filosofi (III secolo)
Traduzione dal greco di Luigi Lechi (1842)
Libro Sesto - Vita di Ipparchia
Libro Sesto - Vita di Metrocle Libro Sesto - Vita di Menippo

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CAPO VII.


Ipparchia.


I. Si lasciò prendere ai ragionamenti di costoro anche la sorella di Metrocle, Ipparchia, maroniti ambedue.

II. Innamorata di Crate, de’ suoi discorsi, della sua vita, nessuno dei pretendenti alle sue nozze potè farla rinvenire da quel traviamento, non ricchezze, non nobiltà, non bellezza; ma ad essa tutto era Crate. Ed anzi minacciava a’ genitori di uccidersi se a lui non l’avessero data. Crate adunque, pregato dai genitori di quella perchè rimovesse la fanciulla dal suo proposito, tutto fece. Da ultimo, non potendola persuadere, alzatosi in piedi e in faccia sua deposta la propria veste, disse: Lo sposo è questo; questa la sua ricchezza; pensaci. Poichè non potrai essere sua compagna senza appartenere del pari alle medesime istituzioni. — Lo prese la fanciulla, e assunto lo stesso abito, andava attorno col marito, e si congiugneva seco in pubblico, e andava alle cene.

III. Il perchè venne ad un banchetto anche da Lisimaco, dove redarguì Teodoro soprannomato l’ateo, proponendogli questo sofisma: Quello che Teodoro facendo, non si direbbe essere male, nè Ipparchia facendolo, si direbbe che fosse male. Neanche [p. 50 modifica]Ipparchia adunque, percotendo Teodoro, fa male. Nulla rispos’egli a quel discorso, ma la scoprì alzandole il vestito. Per altro non si sbigottì Ipparchia, nè si turbò come suole la donna. E dicendo egli;

     Chi è colei che abbandonò le spuole
     Presso il subbio?


Sono io, rispose, o Teodoro. Forse che ti paio essermi consigliata male, se il tempo che doveva essere consumato intorno a quelle, l’ho dispensato alle discipline? — E queste cose e mill’altre si raccontano della filosofessa.

IV. È attribuito a Crate un libro di lettere, in cui si trattano egregiamente argomenti di filosofia. Nello stile si accosta talvolta a Platone. Scrisse anche tragedie, aventi un altissimo carattere filosofico; siccome io questo passo:

     Non una patria torre, non un solo
     Tetto posseggo, ma del mondo tutto
     Le cittadi e le case ad albergarmi
     Stanno parate.


— Morì vecchio, e fu sepolto in Beozia.