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Çittara zeneize/Dedicatoria

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Giuseppe Maria Priani

Dedicatoria ../Frontespizio ../Prefazione IncludiIntestazione 10 agosto 2014 100% Da definire

Frontespizio Prefazione

[p. iii modifica]SERENISSIMO,








L
E Regie cure sospendete, o Prence,

E alle Muse le date. Apollo ancora,
Sciolti dal giogo aurato Eto e Piroo,
Il gran pensier di ricondurre il giorno

Acque

[p. iv modifica]

5Acqueta alquanto, e d’Ippocrene al margo
Tranquillo assiso, al plettro riede e a i carmi.
Non così greve incarco al curvo dorso
Del vecchio Atlante è il ciel, come l’immensa
Mole della Cittate incombe e grava
10Sulle menti de’ Grandi: opra che alterno
D‘ozio e fatica variar dimanda.
Ma Voi, di maestate armato il ciglio,
Severo mi guardate. Io ’l so: la Vostra
Non è tempra comun. Non mai si allena,
15Chi nacque a Gloria ed a Virtute: eterno
Sudor ne bagna i primi e i giorni estremi.
Ben so, che l’ardue faticose cime
De’ cittadini Onor toccaste, ignaro
O di mezzo o di via, giovine e nuovo,
20Immaturo mm mai. L‘occulto foco,
Che le vene V’mpiea, più che a Natura,
Alla Gloria servendo, al più sublime
Vi conducea; nè dievvi mai del giogo
Lo scosceso a mirar, ma quanto illustre
25La meta fosse. Tal Vi scorse, e presto,
Zelo e senno supplendo al crin canuto,

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Fra’ suoi Padri Vi elesse, e poi sovente,
Quando il soffrir le leggi, a Voi commise
Il difficil governo, in Voi sicura,
30La Pubblica Dovizia1. Onor fu sempre
E ’l giudizio e la scelta; e Voi godeste,
Che l’opra Vostra pace altrui recasse
E sicurezza, a Voi travaglio e merto.
Vide Astrea la grand’Alma, e tosto anch’Ella
35V’offrì la libra e ‘l brando2; e Giano poscia
Di sue leggi il tesoro3; e ad ambi uguale,
Nè mai mm pronta e mente e man prestaste.
E forse allor che Interpetre e Ministro
De’ suoi consigli Libertà mandovvi
40Alla Donna d’Insubria4, il fè per pompa,
Ambiziosa a mostrar, di quanta ardeste
Di vero onore inestinguibil brama.
E se Le balenò gioja sul volto
All’iterato farvorir di Sorte,
45Che compagno seder Vi feo sul Soglio,
Pria che al Seggio primier Virtù Vi ergesse,

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Un lampo fu di quel, che ardeale in petto,
Impaziente desir d’avervi in opra;
Onde per varj aspetti Ella regnasse,
50Voi Preside ed autor5. Riser le Dive
E Nemesi e Salute allor che offriste
Vigile e difensore e l’occhio e il braccio:
Ma disperata a quel gioir la Colpa
Le man si morse; e le tartaree pesti
55Fremero invano a’ nostri lidi intorno.
Così Vi volle Libertate al lato,
Sempre all’uopo maggior: finchè vestito
D’Ostro e Corona rammentovvi a un tempo
Ciò che faceste, e ciò che a far Vi resta;
60Che di fatica a Voi parlar si debbe,
Non di riposo; ignota essendo ogni altra
Al Vostro ardor, fuorchè in oprar, vicenda.
Tale s’aggira irrequieto, e scende
Dal Primo Foco all’imo suolo, e i corpi
65Penetra, scuote, illumina, colora
Il tenue mobil Etere, poi torna
Alla Rota maggior; nè qui si perde,

[p. vii modifica]

Ma, sè movendo, il moto ad altri imprime,
Non mai dal Sol diviso, o parta, o rieda.
70Lunge da Voi ciò che d’ignavia è figlio!
Ma chi d’inerzia osa dannare un Vate?
Non fu vil ozio, che alle selve Amiro6
Trasse d’Arcadia, e che sovente incise
Lasciar Vi feo sul Menalo le scorze
75Del nome di Colei7, che lunga etate
Del Vostro spirto ammiratrice e donna
Vi accese in sen con miglior nume i carmi,
E di sua man spesso intrecciovvi il lauro.
Ahi dura invida morte! ahi lungo amaro
80Desiderio di Lei! che or forse andrebbe
Della Ligure Cetra al suon sgombrando
La Regia mente; e i vivi tratti alteri
Mostrando a dito, ove de’ Prischi Eroi
L’augusta Immago il Vostro volto adombra:
85E or chiederebbe alle Tenarie Porte
In passaggiero don l’Ombra onorata
Del nobil Pescator, che a Voi dinante,

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Umido il sajo ancor del salso spruzzo,
Di Nereidi e Triton guidasse un coro,
90Il seno colmi di coralli e conche,
Tributo e pegno della fè, che il Mare
De’ Vostri Avi al valor giurata osserva.
Or poichè il Fato Ve la tolse, e Voi
La lira e ’l plettro Le appendeste all’urna,
95L’altrui prendete; nè Vi sembri indegno
Del Grado Vostro richiamar la fredda
Di Lei membranza, e alla bell’Alma i casti
Voti e affetti drizzar: che non ripugna
Le Regie cure tranquillare, o Prence;
100E alle Muse dà loco Apollo ancora.


In atto di umilissimo ossequio
Drusino Cisseo P. A.


  1. Protettore di San Giorgio.
  2. Inquisitor di Stato.
  3. Supremo Sindicatore.
  4. Inviato a Milano.
  5. Due volte Senatore, e Presidente a più Magistrati a un tempo.
  6. Nome Arcadico di sua Serenità.
  7. La signora Geronima Cattaneo Gavotti, Dama di spirito sollevatissimo, e di rarissime qualità.