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La statura

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti caudati letteratura La statura Intestazione 2 novembre 2022 25% Da definire

Le seccature der primo piano Er dilettante de Ponte
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LA STATURA.

     Te tufa1 tanto a tté dd’èsse schiavetto?2
Oh gguarda! e a mmé mme parerìa ’na sorte.
Campi co’ ppoco, spenni3 meno in Ghetto,4
Te la sscivoli mejjo da la corte;5

     Nun batti all’architrave de le porte,
Pòi fà da servitore e da ggiacchetto,6
Te pòi coprì cco’ le cuperte corte,
Te pòi stenne7 in qualunque cataletto;

     Entri ar teatro cór bijjetto franco
Tra ppanze e cculi; e indóve sc’è la festa
Hai la patente de montà ssur banco.

     E tte metto per urtimo guadaggno,
Che ssi8 vvònno azzeccatte9 in ne la testa,
Quarche sassata tua tocca ar compaggno.

28 agosto 1835.

Note

  1. Ti rincresce.
  2. D’esser di piccola statura.
  3. Spendi.
  4. In Ghetto gli Ebrei vendono vesti usate.
  5. [Dai birri.]
  6. [Valletto, groom. E deriva dall’inglese jockey, con ravvicinamento però alla giacchetta corta, che si chiama appunto giacchetto.]
  7. Ti puoi stendere.
  8. Se.
  9. Colpirti.