Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/256

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Anno 256

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Anno di Cristo CCLVI. Indizione IV.
STEFANO papa 3.
VALERIANO imperadore 4.
GALLIENO imperadore 4.
Consoli

MASSIMO e GLARRIONE.

V’ha chi dà il nome di Valerio al primo di questi consoli, cioè a Massimo, senza che se ne veggano buone prove. Il medesimo ancora vien detto console per la seconda volta, quasichè egli lo stesso fosse ch’era stato promosso al consolato nell’anno 253, o pure ch’egli fosse quel Massimo che nel precedente anno esercitò la carica di prefetto di Roma. Perchè qui si lavora solamente di conghietture, amo io meglio di mettere il solo suo certo cognome, che di proporlo con nomi dubbiosi. Già dissi non essere agevol cosa lo sbrogliare i tempi e le avventure di questi imperadori per penuria di memorie. Però, camminando a tentone, l’Occone e il Mezzabarba2252 rapportano all’anno presente alcune medaglie, dove si parla di una vittoria germanica; e pure in niuna di esse troviamo la tribunizia podestà terza o quarta di Valeriano, che ci assicuri dell’anno presente. Tuttavia, essendovene una di Gallieno Augusto, in cui si legge la di lui tribunizia podestà quarta, e la stessa vittoria germanica, bastante fondamento ci resta di credere vittoriose in quest’anno l’armi romane contra dei Germani. E probabilmente il giovane Gallieno Augusto quegli fu ch’ebbe l’onore di tal vittoria. Nel rovescio di una medaglia di Valeriano suo padre, attribuita dal Mezzabarba all’anno presente, si legge: GALLIENVS CVM EXERCITV SVO, in un’altra ad esso Gallieno è dato in questi medesimi tempi il titolo di Germanico. Aurelio Vittore2253 ed Eutropio2254 scrivono che Gallieno ne’ primi anni del suo imperio fece alcune imprese con valore e fortuna nelle Gallie, da dove scacciò i Germani. Abbiamo parimente da Zosimo2255, che vedendo Valeriano desolato l’Oriente dai Barbari, determinò di correre a quelle parti con un esercito, lasciando al figliuolo Gallieno la cura di opporsi agli altri Barbari che maltrattavano le provincie romane dell’Europa. Però Gallieno, siccome quegli che conosceva maggiore il [p. 885 modifica]bisogno contra dei Germani, popoli fieri, i quali calpestavano tutto dì gli abitatori delle Gallie, passò in persona al Reno, dando ad altri capitani ordine di opporsi ai Borani, Carpi, Goti e Burgundi, che recavano continui travagli alla Tracia e alla Mesia. Postatosi Gallieno alle ripe del Reno, talvolta impediva ai nemici il passaggio, e, se pur passavano, dava loro addosso. Ma non avea egli tali forze da poter fare lungo e vigoroso contrasto a que’ nuvoli di gente che da varie parti della Germania, allettati dalla gola del bottino, calavano alla distruzion delle Gallie. Perciò ricorse al ripiego di far lega con uno di quei principi della Germania, lavorando, come si può credere, di regali, di contanti e di promesse per l’avvenire; ed essi da lì innanzi quei furono che impedirono agli altri Germani il passare il Reno; e se pur passavano, tosto moveano loro guerra. Ed è da notare2256 che in questi tempi si comincia ad udire il nome de’ Franchi, popolo della Germania anch’esso, che unito con altri infestava le terre de’ Romani.