Astronomia/Capitolo quinto/3

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Colori delle stelle

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Joseph Norman Lockyer - Astronomia (1904)
Traduzione dall'inglese di Giovanni Celoria (1904)
Colori delle stelle
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§ III.

Colori delle stelle.

211. Vi sono in cielo stelle rosseggianti, ve ne sono di biancheggianti, di gialle, di aranciate, di azzurre, di verdi. Il color verde e l’azzurro sono però eccezioni; la più gran parte delle stelle hanno colori che si lasciano classificare per mezzo di una scala cromatica, la quale comincia dal bianco puro, passa per tutte le gradazioni del giallo e finisce nel rosso.

Non pare che esistano stelle di color bianco puro; nelle ritenute bianche v’è sempre una traccia di giallo.

Numerose sono le stelle rosse, ma non bisogna credere che esse sieno di color rosso puro, poichè il vero rosso del carminio non s’incontra in nessuna stella. Più che rosse son rosseggianti, d’un color cioè giallo intenso tendente più o meno al rosso.

Se nello scala dei colori più su accennata si pone il bianco puro uguale a zero, si indica col numero 4 il giallo puro, col 6 il giallo intenso proprio dell’oro, col 10 il rosso spoglio da ogni miscela di giallo, non v’è stella il cui colore sia rappresentato dallo zero della scala, e tutte le stelle rosse vengono rappresentate da numeri compresi fra 6,5 e 9.

212. Alcuni hanno riconosciuto dei cangiamenti periodici nei colori delle stelle, ma questo fatto, che sarebbe importantissimo, non è ancora ben certo.

Ad esempio Sirio, la stella più brillante della [p. 198 modifica]costellazione del Cane maggiore, la stella storica che annunziava col suo sorgere eliaco agli Egizii lo straripare del Nilo, fu da Tolomeo annoverata fra le stelle rosse, ed oggi brilla invece di luce bianca. Secondo alcuni il cambiamento del suo colore avvenne fra i tempi di Tolomeo e il fiorire della civiltà degli Arabi. Secondo altri il cambiamento del colore di Sirio non è realmente avvenuto, e Sirio fu erroneamente annoverata da Tolomeo fra le stelle rosse, nè questo è inverosimile, poichè gli antichi prestarono solo un’attenzione superficiale ai colori stellari, e non riconobbero per rossa fra le altre una delle stelle più splendenti e più facili ad essere osservate ad occhio nudo, la alfa dell’Orsa maggiore.

In questo argomento dei colori stellari vi è una parte che ancora dipende dalle attitudini speciali dell’occhio dei diversi osservatori, e in generale i colori delle stelle si distinguono meglio col telescopio che coll’occhio disarmato, per il quale specialmente nelle stelle meno splendide, tutte le tinte finiscono per diventare inafferrabili.

L’importanza che al colore delle stelle deve attribuirsi crebbe in questi ultimi anni in grazia dei progressi fatti dalla spettrografia, la quale, come si dirà nei paragrafi VIII e IX del presente capitolo, riuscì a dimostrare non solo che tutti gli spettri stellari si possono ridurre a pochi tipi principali, ma che la diversa natura dei tipi spettrali e quindi la diversa costituzione fisica delle stelle ha una relazione non dubbia col colore loro.