Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/18
Aspetto
| Questo testo è stato riletto e controllato. |
18. I’ avea già le lagrime lasciate
| ◄ | Appendice - 17 | Appendice - 19 | ► |
I’ avea già le lagrime lasciate
E ritornava nel viso il colore,
Perché alquanto più soave Amore
Avea veduto, e l’arme[1] avea posate;
E a bene sperar quella beltate,5
Ch’al mondo non n’è par[2], non che maggiore,
M’invitava talor con lo splendore
Che ’n inferno faria l’alme beate.
Quando, per nuovo isdegno[3], mi trovai
Sanza ragion[4] nel mio misero stato,10
Nel qual mi struggo, come neve al sole[5],
In pianti e in sospiri, in doglia e ’n guai;
Né a me cridar mercé, poscia, [à] giovato
A chi pur morto, e non altro, mi vole.
Note
- ↑ Usate fino allora da lui contro il poeta, come è detto in XXX, 1-3.
- ↑ «Eguale.»
- ↑ Cfr. in particolare XLIII, 11 e la mia n. 2 a p. 81.
- ↑ «Senza colpa.» In LII, 4-8 il Boccacci ammette la possibilità che il suo errore entri per qualche cosa nello sdegno di Fiammetta.
- ↑ Non v’è bisogno di considerar questa similitudine derivata dalla dantesca di Par., XXXIII, 64.