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Catullo e Lesbia/Traduzione/Parte seconda. Intima lotta ed aperti disdegni/11. - LXXVI

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Parte seconda. Intima lotta ed aperti disdegni - 10. - LXXXV Parte seconda. Intima lotta ed aperti disdegni - 12. Sul marito di Lesbia - LXXXIII In Lesbiae maritum
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[LXXVI]


Nulla potest mulier tantum se dicere amatam
     2Vere quantum a me Lesbia amata mea es.

Nulla fides ullo fuit unquam foedere tanta,
     4Quanta in amore tuo ex parte reperta mea est.

Nunc est mens adducta, tua, mea Lesbia, culpa,
     6Atque ita sa officio perdidit ipsa pio

Ut iam nec bene velle queam tibi, ai optuma fias,
     8Nec desistere amare, omnia si facias.




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11.


Donna non è, che tanto
     Amor s’ebbe giammai,
     Quanto da me tu n’hai,
     4Lesbia, mio fiero amor.

Di tanta fede il vanto
     Amor non è che porti;
     Mai di nodi sì forti
     8Core si strinse a cor.

Ahi! vani fûr gli affanni.
     Fu tanto amor perduto;
     E a tal son io venuto,
     12Che il cor più mio non è.

M’ami? Io fra’ dolci inganni
     Del primo amor non torno;
     M’odi? Il desio d’un giorno
     16Sento che avvampa in me.