Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi/Maria Luigia Pizzoli

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Maria Luigia Pizzoli

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MARIA LUIGIA PIZZOLI


L’età precorse e la speranza; e presti

Pareano i fior, quando appariro i frutti..

TASSO.

Delizia dei conjugi Luigi Pizzoli bolognese,, e Cristina Baldini ravennate, cresceva unica figlia superstite ad altre due, Maria Luigia, nata in Bologna li 10 febbraio 1817; e i primi scorgendo in lei tale ingegno che il seme del sapere vi avrebbe molto bene fecondato, le appresta rono tutti quei mezzi di coltura addicenti alla civile lor condizione.

Luigia era gentile, di grato aspetto, ed aveva sortito, in carattere quella cara vivacità che ad uno scontrare di ciglio spiega la mente perspicace, la schiettezza del cuore, la forza degli affetti. Al riflesso della ilarità che irradiava quel volto vi si scorgeva la fiducia di un animo bello che per non sapere agir male, crede sieno i malvagi sì pochi e tanto conosciuti da ritenere inutile l’avvedutezza, onde sfuggire all’empie loro trame; e per modo dessa fu sempre rispettosamente amorosa in verso i genitori suoi, che sol per compiacerli attese ai primi ammaestramenti in cui si [p. 84 modifica] volle applicata. Di poi com’ebbe nella tenace sua memo ria impresse le prime cognizioni, procurossene da sè sola delle altre, e contava appena due lustri, quando già in noltrata nello studio del proprio idioma, da lei prettamente parlato e scritto con elegante proprietà di voci, possedeva la lingua francese, nè stavasi digiuna della cosmologia; ma si volle sciente e sicura per modo in fatto di storia sacra e profana, che trovandosi a caso testimonio di raziocinj su tal genere fra uomini eruditi, ella più e più fiate suggerì e fatti e soggetti e date, senza oltraggio di sincronismo, con quella incontrastabile sicurezza che si acquista mediante lo investigare molti storici, dopo averli imparzialmente confrontati fra loro con sano acume e pazienza: cosa che per l’età sua riesciva, più che mirabile, incredibile.

Ognor pronta e sollecita sarebbesi rimproverato a fallo, scansare gl’incarichi che al gentil sesso si convengono; e lungi dal sollazzarsi in puerilità nelle ore concessele a ricreazione, erano suoi giuochi i vaghi ricami a variopinte margarite, come pure imitare, con la stessa materia, rame di fiori, cui soltanto il peso vitreo avverte che vi si cercherebbe inutilmente la fragranza. Nulla era a lei difficile: cosicchè questi per se stessi facili lavori portò non solo ad un grado di rara perfezione, ma esaminandone i disegni a suo talento corretti, il bel contrasto dei colori deli catamente vivaci, ed un chiar ’ oscuro il più naturale, con viene ciascuno travedersi molto bene in essi, maestra e vigile la mano, delicato il gusto, ragionata la fantasia di chi li trattò. Ben meritano questi lavori la molta cura con cui sono conservati da coloro che dalla rara fanciulla li ricevettero in dono.

Agognava pur anco Luigia conoscere a palmo a palmo [p. 85 modifica] la propria patria; per cui ogni qual volta giva, com’era di suo costume, a diporto col padre ( 1 ) pregavalo all’escire di casa la conducesse ove si ammirassero oggetti di belle arti, o in qualche luogo di storiche ricordanze, acciò le esistenti moli fossero punti di appoggio alla sua memoria per più chiaramente ritenere le vicende e lo assieme di questo popolo. E da sagace com’era frequentò in ispecie uno degli edifizi più eloquenti a ricordarci di molti secoli non solo di Felsina, ma di Romagna intera, ma d’Italia . Bene spesso videsi così tenera bolognese percorrere que’sette Santuari distintamente denominati, che formano sotto un sol tetto, in un sol tempio l’antica Basilica sacrata al Pro tomartire Stefano . Accennava ella con precisione il magnifico capitello e i bei marmi disposti nella chiesa dedicata a S. Pietro come avanzi della Cattedrale fatta ergere su la strada Emilia, poco lungi da Bologna, dal suo santo Vescovo Zama, e che devastata dagli Ungari, n’ebbe la pre sente il nome e gli onori in meno pericolosa situazione . Da essa chiesa ponendo piede Luigia nella contigua detta del Calvario, pareva indagare se fu veramente Tempio d’Iside, ovvero se ne ponesse la prima pietra il santo Vescovo Petronio; nè stayasi muto il cuor suo innanzi il di Lui sepolcro che avrebbe richiesto più onorato e come santo e come tal Pastore, non già curante gli agi proprj, ma il bene e l’ingrandimento del suo gregge. Nella chiesa de’ Confessi diceva essere compresa da tanto religioso sentimento al pensiero dell’immenso novero delle sacre reliquie ch’erale impossibile occupare sua mente di estranee ricerche. Trapassando la chiesa detta dell’Atrio sdegnavasi perchè con mal intesa denominazione si dica di Pilato il grande Catino di marmo offerto in dono dal buon re Liutprando e dal nipote Ildebrando; ai quali sapeva rimasto [p. 86 modifica] il dominio di Bologna e d' Imola dopo perduto il restante della Romagna , poco prima da essi tolta all’Esarca Paolo che in Ravenna tiranneggiava la stessa terra donde traeva sostenere i cadenti resti del Romano Impero. Leggendo quivi pure la inscrizione sopra la porta che mette nella destinata residenza della compagnia de' Lombardi, rammentò le intestine guerre e i divisi partiti che pur troppo danno di una nazione la stessa idea che colpirebbe , se dopo aver veduto un uomo robusto e forte, ci si presentassero poi sue membra segno di anatomico studio. Ma seguire la gentile donzella nei quattro altri annessi Templi sarebbe oltrepassare i prescritti limiti ; giacchè scolpite aveva in sua mente tutte le registrate sorti a cui fu sottoposta questa Gerusalemme del santo Petronio , non ignorando l'incendio degli Unni, gli oltraggi degli Ariani e degl Iconoclasti; e del pari conoscendo che una prudente misura volle murata e ripiena di terra per circa 62 anni la chiesa di S. Pietro quale fin allora aveva attirati pellegrinaggi da ogni banda. Dopo aver dunque osservato quanto bramava , ella stringeva dolcemente il braccio al suo compagno , accordando uno sguardo pieno di riconoscenza a queste parole Grazie,, padre mio , grazie , così non abbiamo perduto il tempo,,: e pareva aggiugnesse , anche il tempo è un frumento che gittato fra sassi non dà alcun frutto.

Egli è facile indovinare che l'amoroso genitore colmo il seno di compiacenza verso la sua diletta stavasi intento spiarne ogni brama desioso prevenirla; ‬e così avvedendosi che la figliuola tendeva alla musica, ſecesi tosto per appagarla a tutto disporre e le assegnò maestro Giuseppe Pi lotti distinto professore di contrappunto nel pubblico Liceo di questa città , di esso ancora diletta patria . E per la giovanetta divenuta delizia il nuovo studio, non tardò presentarne [p. 87 modifica] rapidi progressi al Pilotti che fece plauso alla somma ri tentiva e discernimento dell' Alunna, per cui non era duopo con Lei il ripetere le correzioni e gli avvertimenti. Grande però si fu la sorpresa del Professore quando contando appena dieciotto mesi de' suoi ammaestramenti alla Pizzoli , la sorprese un giorno che abbozzava dei preludj. Non cre dendo quasi a se stesso ne la richiese donde avesse tratte quelle note; ma fatto certo dal confuso rispondere della discepola ch'erano creazione di sua giovane mente, cors' egli in traccia del di lei padre , e stringendole la mano le disse Amico , vostra figlia è un genio : per l'amore dunque che porto all'arte mia , io vi scongiuro permet termi l'istruisca nel contrappunto : la sua riescita è infal libile,,,‬

Appena Luigia udì concederle il padre si applicasse al contrappunto diedesi a tale arte come chi sente poter divenire artista, e che vuol divenirlo. Ma poichè in progresso la salute del Pilotti lo impediva spesse volte di portarsi dai proprj scolari , Egli stesso propose al Pizzoli di prendere un ripetitore , onde la sua Alunna avesse le regolari lezioni almeno per il piano-forte. Per lo che venne scelto il signor Gaetano Magazzari. L' alacrità nello studio , l'abbandono di tutto ciò che poteva distornela , l' attenzione e docilità ai suggerimenti dei maestri furono i primi suoi passi . Amava l'arte più di se medesima: e cercandone ovunque il vero bello , non curante carpire a danno di essa stolti applausi dalla moltitudine , mirava coi profondi musicisti mostrarne le sane e ragionate bellezze. Al piano -forte divenuta ben presto emula dei più celebri pianisti , ebbe singolare magistero pel retto accordo delle varie frasi sia con la dolcezza , sia con la forza, cui ne animava le note; ma eccola guadagnarsi più bella palma: eccola compositrice, appena [p. 88 modifica] sedicenne. E se dessa non veniva colpita da inaspettate malattie, tra pochi mesi poteva gloriarsi di essere ammessa fra il numero dei maestri numerarj di Contrappunto . Eppure senza inorgoglire traeva ogni contento dalla pre diletta sua occupazione, standosi ritiratissima e cognita a pochi. Quando tutto ad un tratto nel 1836 viene assalita da complicata malattia proveniente da retrocessa traspira zione , ed emettendo dal petto qualche poco di sangue fece spesse fiate temere di sua vita . Se non che le somme cure di un Padre, che forse non ebbe pari , accanto a innarri vabile unica figlia, e l'arte medica , poterono conservarla ancora ai viventi, e lasciare credere vinto il malore.

Intanto un foglio di Bologna portava questo brano : ,, Fupure accolta con molto favore la bellissima sinfonia scritta dalla giovanelta amatrice Maria Luigia Pizzoli , ed ese guita da quest orchestra. La è di un genere che piace anche a più schifiltosi ; poichè in mezzo ad un lavoro studiosissimo, non è mai dimenticata quella melodia che l'orecchio italiano dimanda , e che forma l ' incanto della musica.,,

Quindi i meriti della Pizzoli essendo noti ad esimio Cava liere profondo conoscitore di musica , di essa direttore nel Casino di Bologna , quale fra i distinti virtuosi di tal genere che qui con non mai abbastanza commendato zelo aduna , vi chiamò pure con gentile viglietto del 21 Febbraro 1837 la giovanetta, pregandola accompagnare col piano-forte il primo arpista italiano,, cosi allettando la scielta società collo sfogio de’ loro pregi mostrassero ai seguaci di Talia fin dove possono giugnere.

Ella v’intervenne: e al suo primo apparire tutti gli sguardi della colta adunanza furono, come suole , rivolti verso l'avvenente concittadina che se le presentava per la prima volta, e per la prima volta questa società era intenta giudicarla [p. 89 modifica] non solo come esecutrice, ma come compositrice ancora . Modesta, e null’ostante sicura di se stessa esegui la don zella al piano-forte ( ove il distinto maestro bolognese Cor ticelli facevale da secondo ) una suonata a quattro mani da lei composta . Tutti a unissono ne applaudirono la bella compo sizione, non meno del metodo nuovo e sentito dell’eseguire, portando a cielo e all’entusiasmo questo nuovo pezzo, co me avvenne pel secondo accompagnando l’Arpa. Il giorno dopo mentre ognuno parlava della singolare fanciulla, i fogli ne stampavano energici elogi, ed ella riceveva una lettera dagl’Illustri Cav. direttori la suindicata società del Casino che comprovavale in quale stima si tenne il,, sommo suo valore nell’arte musicale per cui erasi giustamente attirata l’ammirazione di tulli,, E siccome udita una volta la sciava maggior desiderio di sè, dovette pure aderire nel susseguente mese di suonare nel privato Teatro Loup fra gli Accademici Felsinei, che primeggiano in questa nazione stanza e culla d’eletta musica. Come l’artista nostra fosse accolta, salutata, applaudita, festeggiata, rendesi impossibile descri verlo; ma pur troppo ch’ella fu per l’ultima volta testi monio delle affettuose espansioni dei cordialissimi suoi con cittadini; giacchè solo giacente poté udire il racconto dei molti evviva portati al suo nome.

Ecco però la buona figliuola ricadere inferma co’ sintomi del primo malore, e per più di nove mesi essere bersaglio di ogni corporale afflizione. Eppure anche in questo ci presenta un perfetto modello di anima cristiana . llare, tranquilla, rassegnata, soffre tutte le pene della lunga malattia coi sentimenti del cuore in cui signoreggia religione. Senza sgomentarsi nota i progressi del male; a suo tempo chiede i divini presidii, a Dio raccomanda se stessa, da Lui intercede calma allo acerbo dolore dei due [p. 90 modifica] esseri, che drizzandola al bene, alla virtù, sono causa be nedica la vita ricevutane ; đono che troppo funesto sarebbe . se in questa non fossimo guidati meritare perenne guider done, dopo le comuni sventure.

Luigia passa sei giorni che tiene in forse se giugne alla sera. Ma dessa è ancora artista ! e mostra la morente fanciulla che chi ama la virtù non solo la siegue, ma la protegge , la incoraggia. Sempre in piena calma di sensi, an zichè farsi rimprovero , può ricordare e ricorda di aver col tivata un'arte che eleva lo intelletto , ingentilisce il cuore; che questo e quello occupati danno più difficilmente ricetto a bassi pensieri , a brame non sempre irreprovevoli . Che però , tanto giusto è il detto generi l' ozio il vizio , quanto che abbisogna di essa anco il bene perchè si segua . A tali riflessioni quasichè l'arte che avevala portata a singolare carriera la inspirasse ancora a cose elevate e singolari, immaginò un atto non ancora ideato in Italia. Postasi franca a sedere sul letto , strette fra le quasi gelide sue mani quelle del padre , suo fido assistente , disse averle a chie dere una ultima grazia . Alla risposta del semivivo genitore, che la rendeva arbitra del proprio avere Maria Luigia Pizzoli institui annuo PERPETUO premio in contante da distribuirsi dall' Accademia Filarmonica di Bologna per que giovani studenti , non escluse le donne , che avessero fatto più bella Fuga nel dare l'esame di Maestri di Con trappunto , Di poi fattisi arrecare i monili di cui orna vasi li allegò spartitamente ai suoi maestri . Ciò fatto alzò le mani al cielo ed esclamò,, Sia benedetto Iddio, e i miei Genitori

Tre giorni dopo , cioè il 10 gennaio 1838 questa rara fanciulla spirò placidamente abbandonata su le paterne braccia. Fu pianta non solo da tutti i suoi concittadini , ma da [p. 91 modifica] chiunque la conobbe di persona o per fama ; e sebbene sieno scorsi già otto anni dachè non è più , ognuno ne conserva in suo cuore grata e viva ricordanza per il raro complesso di sua virtù. Le di Lei inedite opere , stampatesi poscia a Milano nel 1840 (2) , e la memorata istituzione tramanderanno ai posteri il nome suo. Infatti , dopo un mese di sua morte , i primi Professori di musica di questa città ripeterono la preindicata sua sinfonia al teatro del Corso.

Dato luogo all'intenso cordoglio , i conjugi Pizzoli che con ogni umano sforzo tentarono salvare l'unica figlia si dettero eziandio premura perchè venissero osservate le ul time sue disposizioni , e di concerto coll'Accademia Filar monica fu stabilita la instituzione del citato perpetuo annuo premio. In seguito di che l' Accademia predetta spedì lettera a forma di Patente ai ridetti signori Pizzoli nella quale fra le altre cose si dichiarava ,,Che nell'Accademia del giorno 16 Ottobre 1840 fu per unanime consentimento statuito che Maria Luigia Pizzoli si avesse per accolta nel seno dell'Accademia fin da quando era fra viventi, e che il suo nome, benchè estinta ( UNICO CASO ) non dovesse andare privo di un tal fregio di onore.— A così adoperare non solo è stato stimolo all'Accademia la instituzione dell'elevato pensiero di Lei, ma la sublimità dell' armonico suo intelletto, riſulgendo nelle Opere date al pubblico, e dall'Accademia POSSEDUTE, e da essa tenute grandemente in pregio ; al che ha pure dato incitamento il cumolo di tutte le altre virtù di mente e di cuore che valsero a procacciarle l'ammirazione di tutti quelli che l'avvicinavano.

L'operosità di Luigia in sì breve vita, corregga la inerzia di coloro che vivendo lunga età, vivono poco. [p. 92 modifica]

NOTE


( 1 ) Il nome del padre della Pizzoli è GAETANO LUIGI, e non solo Luigi, come per ommis sione di copista fu scritto .

(2) ELENCO DELLE OPERE INEDITE LASCIATE DALLA PIZZOLI,

Variazioni per Piano - forte sopra un Tema dell’opera la Norma .
Idem sul Tema dell’opera la Straniera.
Idem sopra un Tema— Si vincemmo— nel Pirata .
Idem su di altro Tema di detta opera .
Cinque Walzer con introduzione e coda .
Altri cinque differenti, come sopra .
Idem diversi, come sopra .
Grandi variazioni a quattro mani sul Tema— Nel veder la tua costanza — Dell’Opera Anna Bolena .
Sinfonia a piena Orchestra.
Molte Fughe ec, per lo studio del Contrappunto, oltre altri lavori non completi .

N. B. I suddelti primi ollo pezzi furono stampali da Giavanni Ricordi di Milano nel 18 10. [p. 94 modifica]

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GALEANA SAVIOLI D’ANDALÒ 1


Della infanzia, e della giovinezza prima di Galeana non ci è dato tener proposito, avendo solo potuto raccorre traesse i natali dalla nobile famiglia Savioli ( ove non ha guari si aggiunse allo stuolo d’illustri soggetti il più gen tile cantore di erotici versi, della cui elegante penna si hanno pure accurati annali bolognesi ), ma sono que’ brevi cenni dagli storici con lode e ammirazione intorno a Lei ricordati, di che si fregia questa raccolta.

Galeana visse nel decimoterzo secolo; epoca si triste per l’Italia, divisa e straziata dovunque dalle fazioni, aizzate pur anco da particolari tiranni ( 1 ) che ne obbedivano un più potente; e trovavasi già moglie di Brancaleone d’Andalò dovizioso Conte di Casalecchio quando si legge che questi nel 1251 fu prescelto dal maggior Consiglio di Bologna ad appagare le brame degli oratori di Roma quivi recatisi a chiedere idoneo soggetto onde aſlidargli la dignità Senatoria nella signora dei sette Colli.

  1. Sotto il ritratto si scrisse per isbaglio GALIANA BRANCALEONE.