Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi/Marianne Santini Fabri

Da Wikisource.
Marianne Santini Fabri

../Giovanna D'Arco ../Donna Vittoria Montecuccoli Davia IncludiIntestazione 13 settembre 2023 25% Da definire

Giovanna D'Arco Donna Vittoria Montecuccoli Davia
[p. 49 modifica]

MARIANNE SANTINI FABRI






Il giorno 18 Giugno 1715 dai coniugi Gian-Maria Santini e Caterina Balbi, l’uno e l’altra di civile condizione e di spirito e di cuore anco più gentile, Bologna vide nascere in Marianne uno di quegli esseri che sembrano eletti dalla Provvidenza a formare un complesso di tranquille virtù. Che oltre al compiere in essa il perfetto modello da pre sentarsi alle figlie, alle spose, alle madri, pare le com mettesse ancora di mostrare come alle domestiche cure associare si possano non lievi studi, e quanto anzichè alie narle da’ propri doveri concorrano questi a fortificare lo spirito loro di sana energia, provvida guida al disimpegno di quel sacro ministero che alla donna viene dal cielo, e dalla società affidato.

La prima educazione di Marianne per nulla fu dissi mile da quella che anco a’ di nostri procurano i genitori [p. 50 modifica]sagaci a figliuola ben nata. La madre amorosamente l’ammaestrava ne’donneschi lavori; mentre non volendola ignara di quanto concerne l’andamento di una famiglia, sapeva con il proprio esempio esortarla a niente trascurare onde apprendere a ben dirigerla: in pari tempo, seco intratte nendosi instillavale dolcemente nell’animo (senza ostentare precetti) che il nostro sesso devesi formare della modestia e della prudenza tenaci abiti, su quali molto bene si adat- tano poi i fregi della gentilezza e della cordiale urbanità.

Intanto il padre volle fossero primi studi di Lei le sacre carte, le patrie storie, e le regole del patrio idioma: perlochè la ben diretta fanciulla, ponderando nelle prime su la grandezza delle opere del Creatore, al dono di nobile spirito indistintamente alla umana specie com partito, ai beni su questa prodigati, ai gastighi giustamente inflittigli, sentì ella, in un coll’ammirazione, radicarsi in cuore quell’amore, quella gratitudine, e quel timore santo che rendono l’uomo giusto, e lo sollevano ad aspirare al fine per cui fu creato.

P oi occupandosi a parte a parte della storia della grande Penisola; come l’eroiche azioni di que’ conquistatori ch’ec clissarono d’assai i Ciri e gli Alessandri, e gli ardimentosi esempi di coraggio dagli italiani usati onde salvare ilbel paese dalle barbarie straniere, o per sollevarlo da ti rannica prepotenza, avrebbero acceso uno spirito virile di quel patrio affetto ch’esserne freddo non puote se non chi vive senza inſamia e senza lodo,,; cosi nell’indole patetica di Marianne prevalsero gli esempi di Vittoria Colon na, delle Gonzaghe, e si prefisse non divenire indegna con cittadina di quelle tante che lessero nella stessa Università per cui di sapienza tenevasi „ luogo più fertile di tale cibo Bologna ,, (1) [p. 51 modifica]

35

FABRI


Attese essa pertanto ad approfittare nello studio che le presentavano della lingua italiana, si perchè è vituperevole trascurare il proprio idioma, si perchè andava superba di averlo comune con il grande poeta di cui ne predilegeva la lettura; stantechè per la svegliata sua mente giunse tut tora giovanetta ad abbrividire sopra quelle pagine ove,... si va nella città dolente „ad intenerirsi„ ove l’umano spirito si purga„ ed infine a bearsi per „la gloria di colui che tutto muove„. Il tenero Petrarca erale a cuore. Ammirava la fervida immaginazione dell’Ariosto, e quan- tunque la ben avveduta madre trafugassele molte pagine del Furioso, pure ad essa non isfuggiva il singolare pregio del cantore, che formò un solo poema, non d’intromessi episodj, ma in tesserlo, com’egli stesso afferma, di tante diverse imprese in un tempo istesso. L’ordine poi con tanto magistero, conservato sempre e compito, non meno che tutti gl’innumerevoli pregi della Gerusalemme Liberata desta- vanle venerazione; ed ecco che queste larghe vene di poetico sapere furono per la giovinetta il fonte d’Ippocrene e le Muse sue, quali le inspirarono belle e svariatissime poesie, le quali fecero bella corona alla sua coltura nelle belle lettere.

Ciò non tolse che scorgendo il Santini essere dotata la figlia di soavissima voce, onde non riescisse vano tal dono di natura la facesse applicare anco alla musica; e n’ebbe in concambio la soddisfazione di udirla applauditis sima ogni qual volta interveniva nelle riunioni di buoni e saggi conoscenti: nè poco profitto faceva Marianne nel dise gno, come in appresso si vedrà; ma ansiosa più sempre di erudirsi, solita brama che si vede ognora crescere in ciascuno a misura che liba la tazza di vero sapere, Ella si pose a studiare la lingua latina con tanto trasporto che in breve volger di tempo ne divenne espertissima. Conoscere [p. 52 modifica] straniere favelle che ci rendono famigliari gli oltramontani, che ci portano alle vergini sorgenti di grandi opere dell’umano ingegno, si è ben lodevol cosa; sempre però merita maggior plauso, chi al pari di questa saggia bolognese ( che visse in un secolo, in cui la letteratura non sfioravasi soltanto ) antepose ad ogni altra la lingua del Lazio perchè fu nostra anch’essa, e perchè quivi si hanno gli emuli di Omero in Virgilio, di Tucidide in Tito Livio, e in Cicerone di Demostene, quali nè prima nè poi ebbero eguali.

I dotti scorgendo adunque nelle poesie di Marianne non solo soavità, grazia e maestria, ma concetti non comuni, elevate idee, massime sante, l’ebbero sin d’allora in par ticolare stima, e molta gliene professarono il Zanotti e il Manfredi suoi contemporanei. L’amavano le giovanette com pagne, nulla trovando nel contegno di Lei da ricordarle quanto erano ad essa inferiori; mentre poi richiesta ch’ Ella fosse di schiarimenti o nozioni, comunicavaglieli senza idea di pretesa con quel dolce interesse che riempie il cuore di amicizia quanto le cognizioni abbellano la mente.

Ma se fino ad ora fu esaminata la figlia dei Santini, a cui forse molti non darebbero che lode di singolare intel ligenza e docilità figliale, gli altri pregi che si osserveranno nel differente suo stato, potranno far desiderare si model lino su Lei molte madri di famiglia.

Alessandro Fabri, uomo d’oltre quarant’anni, di animo integro, di spirito colto, di carattere freddo e lento in tutto ciò che non risguardava a’ suoi studi e all’onorevole sua carica di Cancelliere del Senato, si fu lo sposo eletto dai genitori di Marianne a questa giovanetta di diciannove anni, nella quale la non scarsa avvenenza era l’ultimo pregio.

Marianne, che quanto erale indifferente divenir fidanzata, altrettanto desiderava essere saggia, buona, affezionata, e [p. 53 modifica] corrisposta consorte, fece plauso alla scelta de’ suoi; e formata questa unione accettò con piacere l’incarico dal marito d’invigilare sopra le di lui fortune, di amministrare tutti gl’interessi di famiglia, non meno che la total cura delle domestiche faccende. Per corrispondere alla fiducia in lei dimostrata, non parve alla giovanissima donna bastasse adoprarsi diligentemente acciò non deperissero i beni affi datigli; chè al savio criterio unendo la sollecitudine e la industria, giunse a procacciare alla sua casa si grandi van taggi da rendere paghi, non meno che stupefatti per l’or dine, tanto il marito che i di lui parenti.

Tutta pietà, frequentava le chiese, e sollevava il povero in prova che il vero amore verso Dio regnava nel suo cuore, e non trovando opposizione veruna col buon costume, con l’onestà più pura e la più ragionata modestia, nel seguire suo marito nei pubblici teatri, o nelle gentili riunioni, ella v' interveniva,, e come giovane e come intendente Ma sic come anche alle più celebri rappresentazioni vi si adduce va con moderazione, uno scrittore disse di Lei,, che fre quentava più la chiesa che il teatro, più i libri che i di vertimenti,

Madre di cinque figli, Ella a grado a grado seguivali ne’ loro studi per esaminarne il corso, e qual vigile cultrice indagando l’indole del tronco dai primi virgulti, non risparmiava fatica perchè dessero mature e sane frutta. Loro inspirava rispetto con la illibatezza de’ suoi costumi, confi dente amore con l’amorevolezza e premure sue verso di essi: e dai due che vide in età adulta seppe trarne in tributo di affezione ciò, che molti genitori mal estorcono col rigore. AA questi magnificava pure le virtù del padre loro, esortandoli imitarlo, e spesse fiate facevalo con tenere e soavissime rime, velando così gli avvertimenti con i caratteri dell’espansione [p. 54 modifica] di cuore. Come madre solerte, affettuosa moglie del pari, mai coricavasi la notte se non vedeva ridotti al proprio tetto il ben amato consorte, ed i figli; e furono appunto queste le ore in cui compose tante belle poesie, che al detto di uno storico,, pochi sono che di professione esercitano la poesia, i quali abbiano lasciate tante opere di sè ed in istili si diversi quante ne lasciò Marianne, (2) Di sue composizioni si valsero pure i più valenti poeti a Lei contemporanei per fregiarne i proprii canzonieri: notisi inoltre che per essere dessa dotata di mente feracissima furono rinvenuti nel suo scrittojo duplicati e triplicati ancora molti de’ suoi componimenti, avendo qua e là delle varia zioni che l’una all’altra disputa il diritto della preſe renza, tanto è in essi la venustà del verso, e la leggiadria delle immagini.

Eppure questa gentil donna che lasciò tanti scritti, che per elezione si addossò essere qual massaja della sua famiglia, trovò il tempo di costruire bellissimi lavori ch’ella chiamava grotteschi, ma dove infine sfoggiava un sano discernimento per l’architettura e non poca maestria pel disegno (3 ). Ecco come l’operosità la rese instancabile! Appunto come l’ozio trascina molte alla ignavia.

Dopo aver passati trent’anni in perfettissima concordia con il suo consorte, soggiacque Marianne alla terribile scia gura di perderlo. Allora religione santa le fece più spesso rivolgere la mente a Dio, nel cui seno vi vedeva il suo compagno; filosofia tranquillò il suo spirito, e non volendo rammaricare,> o servir di tedio a chi l’avvicinava fecele richiamare sul suo volto l’usata ilarità; ma il di Lei cuore fu sempre vedovo, e nei ventitre anni che sopravvisse, mai non potè obbliarlo, onorandone sempre la felice memoria, e consacrandole in ogni anniversario di sua morte flebili [p. 55 modifica] Elegie, fino a che giunta nell’anno 1787 al settantesimo secondo dell’età sua, dopo breve malattia, munita d’ogni religioso soccorso, placidamente spird, bagnata dalle lagri me dei figli, benedetta da’ suoi beneficati, ed encomiata da

ogni distinto letterato. [p. 56 modifica]

NOTE


( 1 ) Boccaccio Vit. Dant. c. 12. Elenco delle opere di Marianne Sanlini Fabri.

(2) La vita di N. S. G. C. in sonetti e versi sciolti. Le Litanie di M. V. divise in più sonetti. Poema in 23 canti. La vita di S. Caterina Vigri in ottava rima.. Traduzione in versi delle Lamentazioni di Geremia. Traduzione in versi de ’ Salmi Penitenziali. Madrigali Canzoni Oratorj Cantate

Rime piacevoli. Vol. 2.

Epistole morali in versi ed in prosa.

(3) Rappresentavano giardini con verdi e spalliere forniti d’archi e colonne e prospetti tessuti di cioccolelli; il tutto con ammirabile simmetria e struttura, ed egregiamente architettati. [p. 58 modifica]Donna Vittoria Montecuccoli Davia