Cenni biografici e ritratti d'insigni donne bolognesi/Novella e Bettina Calderini

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Novella e Bettina Calderini

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Santa Caterina Vigri da Bologna Anna Morandi Manzolini
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NOVELLA E BETTINA CALDERINI


Da Giovanni d’Andrea Calderini, detto «Arcidottore, fonte e tromba della Legge» e da Milanzia Dall’Ospitale, esimia Dottoressa di diritto, ebbero vita a Bologna, nella prima metà del Secolo XIV ingegni di splendida fama. E tacendo della loro prole maschile, non essendo dell’as sunto nostro il parlarne, citeremo Novella e Bettina; le quali applicate allo studio delle leggi, giunsero nella prima giovinezza a farsi emule delle mirabili donne che disputavansi in quel tempo le cattedre di diritto e di filosofia coi più dotti uomini che onorassero l’Archiginnasio dl Bologna. [p. 206 modifica] Le notizie che si rinvengono di queste due sorelle, ad una stessa fonte di sapere abbeverate, presentano tanta equalità di pregi, che non si troverebbe ragione di ricordarne una, e porre l’altra in obblio. Di en trambe pertanto si verrà esponendo quanto ci fu dato raccorre.

È osservazione storica che quando Giovanni d’Andrea Calderini per importanti ambascerie, che più volte gli furono allidate, doveva lasciare vacante la Cattedra di diritto Civile, e del Canonico, con tanto grido occupata nel patrio Ateneo, una delle figlie ne assumesse l’uflicio di lui disimpegnandolo assai lodevolmente; ma non si trova d’accordo ogni scrittore nel tramandarne il nome di quella, attribuendo taluno di essi quesť onore a Bettina (2), sostenendo gli altri fosse Novella; anzi, di quest’ultima aggiungono che avendo sortito dalla natura sorprendente bellezza, solea ascendere la cattedra ricoperto il volto di un denso velo (3): ben saggiamente! chè la vera scienza si pregia aversi a compagna la gentil verecondia. Se però non riesce facile l’indicare con certezza quale delle due sorelle cosi degnamente sopperisse al padre, ben certo è per altro che a niuna di loro manco in appresso il vanto di acquistarsi alto grido sull’onorato seggio.

Novella fu condotta in moglie da quel Giovanni Oldrendi da Lignano Milanese, da cui ebbe origine la senatoria famiglia Lignani (4). Giovanni, divenuto Dottore eminentissimo, ſu cittadino di Bologna, e Lettore nel pubblico studio: quando le armi Ecclesiastiche, com poste di Brettoni, Cimbri, Svizzeri, Spagnuoli, e di tante orde straniere, furono spinte dal volere d’Innocenzo VI. da Avignone in Italia, perchè sotto la dire[p. 207 modifica] zione, in prima del grande Cardinale Albornozzo, poi di quel Cardinale Roberto di Ginevra, che Bologna e Cesena allagò di cittadino sangue, venissero dette armi, a riconquistare alla Chiesa il dominio delle Provincie già abbandonate ai Vico, ai Malatesta, ai da Polenta, e ad altri; egli, il Lignani, e in Bologna a doprandosi, ed in Avignone accorrendo, non ommise sforzo, non sacrificio, non cura, acciò la patria sua onorevole pace si avesse. Perloché in appresso Re e Papi lo colmarono di onori, gli accordarono grandi privilegi, e commisero rilevantissime facoltà. Egli medesimo «dal Comune di Bologna fu mandato a pigliare» il possesso di quindici Ville nel contado d’Imola» e» infine riputato miracoloso e onorato qual primo in» tutta Italia, venne dai Bolognesi prescelto alla digni» tà di Vicario Generale» ed ebbe in ogni tempo ova zioni di affetto, di fiducia, e di venerazione. E chi di tant’uomo copriva la Cattedra mentre i suoi concittadi ni, non del suo sapere soltanto, ma peranco dell’at tività, dell’avvedutezza, della energia abbisognavano? Novella! «Novella, dottissima in tutte le arti liberali, «quando suo marito» e laureata nelle leggi» era occupato in altri affari, faceva molti consulti,.» e degnamente ascendeva la cattedra, dettava e spie gava le lezioni di lui: ( 5).»

Al valore della rara era serbato premio condegno; perchè quantunque «Urbano V., per compensare i me riti del Legnani procurasse che la di lui moglie si facesse Monaca per nominarlo Cardinale ( 6 )» tutta via non si rileva affatto foss’ella dal saggio consorte a ciò stimolata; cosi, oltre la prova d’aſſetto riporta ta, ebbe eziandio il contento di vedere l’uomo che le [p. 208 modifica] apparteneva mantenersi sempre eguale a sè stesso, ricusando la dignità che per acquistarla doveva comin ciare dal farsene indegno; dannando al chiostro colei che nell’impalmarla aveva giurato innanzi a Dio di difendere per tutta la vita, e che volonterosa aveva seco lui divise le fatiche e i pensieri. Ecco come il Legnani insegnò al mondo che la vera virtù non trova ricompensa né dall’ostro nè dal bisso, ma invece dal saper calpestare l’uno e l’altro, se al possesso di lei si frappone.

Ma morte, a cui nulla resiste, divise questa valo rosa coppia nel 1366. involando Novella allo sposo che l’amava, alla patria che l’ammirava, alle scienze da lei onorate.

Le spoglie sue furono depositate in San Domenico nell’avello dei Legnani.

Non disuguale arringo corse Bettina. Moglie a Giovanni Sangiorgi, distintissimo Dottore di Decretali, avevalo seguito in Padova ove vennegli aggiudicata Cattedra nella Università: e là sulla Brenta donde le scienze già levavansi sublimi, leggendo Bettina più fiate nelle pubbliche scuole, potè porgere incontrastabile prova che ben a ragione era dovunque decantato lo stupendo sapere delle donne del picciol Reno; stantechè in effetto, di cotanto senno nelle leggi e nella filosofia, forse nessuna città potè mai annoverare tante Dottoresse, quante celeberrime vide succedersi Bologna in meno che nel volgersi di un secolo.

Ben poco ella visse in Padova, ma ciò non tolse alla illustre Bolognese scelta corona di ammiratori, che la onorassero in vita delle più schiette lodi; ‬la piangessero quando il 5 ottobre 1355 dipartivasi da questo [p. 209 modifica] mondo, e di poi ne segnassero un marmo nel gran tempio di S. Antonio per ricordare alla riverenza dei posteri perennemente il nome di lei. [p. 210 modifica]

NOTE


( 1 ) A giustificare questa proposizione giovi il ricordare cronologicamente alcune delle famose Doltoresse Bolognesi che illustrarono l’età di cui si parla.

Bettina Cozzadini laureata in legge, e in filosofia, lesse per due anni continui nella propria casa, occupando quindi Caltedra nel pubblico Sludio, con grande applauso e concorso di Scolari. Morì nel 1261. -- V. Ghirardacci p. p. ſ. 166. Dolli f. 370. -- Or.. landi p. 74.

Milanzia dall’Ospedale, tanto celebre nelle leggi da meritare ne facessero menzione i piii stimati scrittori contemporanei; asserendo, che Gio. d ’ Andrea Calderini, e Cino, celeberrimi Giuristi, non isdegnavano consultarla nelle difficili materie legali. Fio riva nel 1298. - V. Ribera f. 287. -- Dolfi f. 226... Orlandi f. 213.

Dorotea Bocchi, cuoprì cattedra di Medicina; e nella filosofia ſu tenuta in si gran de reputazione che il Comune di Bologna le assegnò vistoso stipendio perchè deltasse anche in questa facoltà. Fioriva nel 1350. - V. Orlandi p. 102. Masina. p. p. f. 503. Ribera ecc.

Maddalena Bonsignori, addottorata in leggi, ne ebbe calledra in Bologna dal 1389 fino alla sua morte, avvenuta nel 1396. -, V. Mazzucchelli. - Orlandi f. 213. Barbara Arienti, e Giovanna Bianchetti, celebri Dottorcsse in filosofia, ed ambedue contemporanee di Novella e Bettina Calderini, quantunque non dettassero in cattedra,. si trovano ricordate con molta onoranza dagli Storici patrii, maggiormente apprezzati. Gherardacci p. 2. fog. 159. Tiraboschi T. V. p. 11. -- Orlandi f. 66. e 139. -- Masina. p. p. f. 508.

(2) V. Facciolati. — Giulio Cesare Croce.

(3) V. Cristina da Pizzano, cité des Dames. cap. 36. -- Wolfio, de Mulier. erud. p. 406.

(4) Dolfi, delle F. N. p. 453.

(6) Orlandi p. 218.

(6) Dolfi, delle F. N. 454. [p. 212 modifica]