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Codice cavalleresco italiano/Libro V/Capitolo VI

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Caricamento delle armi

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VI.

Caricamento delle armi.

ART. 459.

Alla presenza dei quattro testimoni si rompono i suggelli e si apre la cassetta contenente le armi e le munizioni. Si estraggono due pistole, se ne montano i cani e se ne porge una a ciascun duellante, perchè ne facciano succedere lo scatto e prendano esatta conoscenza della resistenza del medesimo.

ART. 460.

Si passa quindi al caricamento delle armi, che è la più importante operazione che precede uno scontro alla pistola.

Le armi devono essere caricate alla presenza dei testimoni e da uno di loro molto esperto in ciò, tranne il caso della presenza di un armaiuolo.

Nota. — Nel comporre la carica si abbia cura d’introdurre nella canna una quantità di polvere sufficiente per ottenere un tiro regolare e costante. Bastano pochi centigrammi in più di polvere per imprimere al proiettile una traiettoria assai curva e quindi rendere un problema la facilità di colpire. Ciò non basta; è necessario essere scrupolosi nel misurare la polvere, perchè in ciascuna canna se ne introduca la identica quantità.

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Per introdurre le palle nelle armi la cura non è mai eccessiva, giacchè un colpo, dato con un po’ più di violenza, può influire sfavorevolmente sulla precisione del tiro.

La maniera, poi, di collocare a posto la capsula, ha una importanza anche maggiore che non il caricamento, e quasi tutti i colpi mancati si devono all’applicazione anormale della capsula sul luminello.

Non avevamo, dunque, torto, asserendo che il caricamento delle armi è tra le mansioni più delicate del duello alla pistola. Un colpo di bacchetta di più: alcuni centigrammi in più di polvere: una capsula mal collocata, possono costare la vita a un gentiluomo. Perciò, i testimoni non si assumeranno mai la responsabilità del caricamento e faranno caricare le pistole da un distinto armaiuolo, alla loro presenza, prima di recarsi sul luogo del combattimento: o meglio, conducendolo seco, perchè carichi le armi sul terreno. Ciò è più logico e più pratico.

Collocata a posto la capsula, si farà scattare l’arma, moderando col pollice la discesa del cane per non far succedere lo sparo, e si premerà quindi sulla cresta dell’acciarino, perchè la capsula si adatti meglio al luminello e ne esca l’aria, che, restando tra il luminello e la capsula, spesse volte impedisce l’accensione della carica. Si rialza quindi il cane per fermarlo sulla tacca di sicurezza, se esiste1, altrimenti si lascia abbattuto.

ART. 461.

Prima o dopo il caricamento delle armi, i padrini passeranno un’accurata visita ai duellanti, per accertarsi che non indossano alcuna difesa e li inviteranno a non ritenere nelle tasche il portafoglio, giornali, denaro, orologio, ecc. [p. 258 modifica]

ART. 462.

Rifiutarsi a tale visita equivale a rifiuto di battersi.

Note

  1. Le pistole con la tacca di sicurezza sono sempre da preferirsi.