Completa raccolta di opuscoli osservazioni e notizie diverse contenute nei giornali astro-meteorologici/1784

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Nel Giornale dell’Anno 1784. Dei Principali accidenti dell’Anno 1783

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1783 1785
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Nel Giornale 1784.

DEI PRINCIPALI ACCIDENTI

DELL’ANNO 1783.

I.

Della Nebbia, e dell’Influenza de’ Fulmini.


Di questi straordinarj accidenti molto fu scritto da altri, e da me nel Giornale Enciclopedico di Vicenza, dietro alle Operazioni Meteorologiche che in esso pubblico di Mese in Mese, ed al quale però rimetto chi fosse curioso dei detagli. M’incontrai con altri, nominatamente col celebre Sig. Torcia Regio Archivista e Letterato di Napoli, in attribuire e la Nebbia, e l’Influenza dei Fulmini, che l’accompagnò, ai Terremoti, i quali in quasi tutto il nostro emisfero [p. 128 modifica]sonosi fatti sentire in quest’anno. L’istoria prova, che tali fenomeni sono ordinarj compagni dei terremoti grandi, e lunghi. Abbiamo considerato questa Nebbia, ch’era secca ed alta, come un polverio eccitato dalle concussioni della terra, o come un fumo delle interne fermentazioni, dai Venti portato sopra luoghi distanti, come sopra di noi dalla Calabria. E quanto ai Fulmini, ben riflette il Sig. Torcia, che la materia, la quale genera i terremoti sotterra, nell’atmosfera produce i Fulmini. Parevano i tuoni venir da sopra una specie di volta, o solajo; che stentassero a penetrare; talor anche, parevano rotolarsi sopra, andando a denotare in gran lontananza del luogo ove principiavano. Nel suddetto Giornale ho dato una specie di Cronaca di queste Nebbie, ed offuscazioni del Cielo, del Sole, delle Stelle degli anni antichi, per lo più connesse coi terremoti; e questa Cronaca si potrebbe aumentare cogli anni de’ terremoti succeduti in questo Secolo al Perù, in Portogallo, in Italia, in Sicilia. In questi casi temeva sempre il Popolo la fine del Mondo; e la fine del Mondo non è venuta, nè verrà, speriamo, così presto. Noi all’opposto abbiamo goduto una [p. 129 modifica]conseguenza felice, e fu una fertilità generale, ed abbondanza di tutti i prodotti della Terra. E questi furono effetti straordinarj dell’anno. Solamente aggiungo un riflesso: dopo la nebbia, ed i fulmini, non regnarono in questa State appresso noi, venti procellosi, nè colle dirotte pioggie, nè coi tanti temporali. Altrove ho rimarcato (Meteor. appl. all’Agric.) che i venti, ed i fulmini per lo più vanno disgiunti; prova di una diversa modificazione d’uno spirito, che produce ambe queste meteore.

II.

Della Stagione corrispondente al Ciclo delle 223 Lune.

Per altro l’annata corrispose agli anni diciottesimi addietro 1765, 1747, 1729. Nel Giornale dell’anno passato 1783 a pag. 79. si erano qualificate le Lune che doveano correre secondo il Ciclo. M’astengo di darne il detaglio che confronta con grande esattezza; ognuno ha potuto vedere, se ciascuna Luna in particolare, e tutte in generale le Lune [p. 130 modifica]di quest’anno abbiano rappresentati quei caratteri che si erano marcati, coll’abbondanza delle pioggie, coi temporali, coll’escrescenze dei torrenti, e dei fiumi; particolarmente se l’Inverno sia stato umido senza freddo; la Primavera piovosa spezialmente dopo il mezzo; la State interpolatamente piovosa, nè molto calda, infestata da temporali; l’Autunno in fine a tratti buono, com’è il corrente. Si avrà potuto riflettere col fatto, che in queste cose non è il minuto detaglio che si debba attendere, ma l’indole generale della stagione, e delle Lune.

Per l’anno entrante 1784, affine di prestare maggior lume e trattenimento agli amatori di tali cose, ho dato nel corpo del Giornale stesso i più particolari accidenti di Quarto in Quarto di ciascuna Luna, occorsi negli anni corrispondenti 1766, 1748; sopra de’ quali ognuno potrà formare delle congetture sopra le Lune in particolare, e sopra l’anno 1784 in generale. Si vede, che in quegli anni le stagioni tutte, le estreme e le medie hanno esercitato a rigore i loro diritti, e spiegato le proprie qualità: l’Inverno col freddo, e colle nevi piegando al [p. 131 modifica]sereno; la Primavera colle stemprate pioggie e fiumane; la State col caldo, e coi temporali; l’Autunno colla disuguaglianza.

Aggiungo un risultato delle seguenti Tavole appartenente a questi anni correlativi, ed è che li prezzi di quasi tutte le derrate, Frumento, Gran Turco, e Vino furono piuttosto alti; il che in vero dentro i discreti limiti è un vantaggio, e vero bene della Nazione.

III.

Della carestia del 1782, e 83.


Parlando de’ prezzi de’ grani, non si può tacere la fame di quest’anno memorando. Furono invero nel corso di questo Secolo degli anni di scarsezza, ma niuno come questo. L’altezza de’ prezzi fu senza esempio; l’angustia, la vera mancanza della spezie, la durata per nove mesi e più della fame, ci dà un’idea d’una di quelle carestie, che vengono memorate nell’istorie. È questa realmente provenuta dalla lunga siccità del 1782 nella State, che tolse quasi intieramente il raccolto del gran giallo, e dei minuti. [p. 132 modifica]

Nella comune disgrazia però questo devesi predicare ad onor della nostra nazione; grandi furono le angustie; ma grandi altresì le carità esercitate in pubblico, ed in privato: in pubblico dal Serenissimo Governo, dalle Città, dalle comunità; in privato da ogni ordine di persone; in generale li Signori, e li benestanti hanno mantenuto i loro affittuali, e dipendenti, (obbrobrio per chi potendolo non l’ha fatto!) tanto che in fine passò l’angustia senza le funeste conseguenze dell’altre carestie. Patirono i poveri (perchè gli anni angusti non possono essere anni deliziosi), ma non perirono. Benedette le anime sensibili, e misericordiose! Il primo premio loro è stato il fare il bene, e l’inesplicabile compiacenza di farlo; l’altro sarà la benedizione del Cielo, e della Terra, la larga ricompensa che Dio ha promesso ai misericordiosi.

Per quest’occasione ho pensato di fare cosa utile, procurando di raccogliere una Nota delli prezzi corsi molti anni addietro sino al presente, che può servire di regola per molte viste nell’avvenire.

Per mezzo di Padroni, ed Amici ho ottenuto un laborioso spoglio dei Libri Pubblici [p. 133 modifica]del Magistrato Eccellentissimo alle Biade.

Comincia questa Nota del 1672, e presenta di mese in mese li prezzi (quando vi furono) tanto comuni, che infimi delle compere fatte da esso Magistrato per li pubblici granaj. È credibile, che questi prezzi non furono nè li più alti, nè li più bassi, che corressero in quegli anni; e per questo danno idea d’un prezzo medio, che in fine risulta dal cumulo di tutti nelli dodici mesi dell’anno.

Ho esteso questa Tavola indietro, con una Nota, benchè meno completa favoritami dal Sig. Canonico Scola dei prezzi corsi nella Piazza di Piove di Sacco sin dal 1657, benchè dia un solo prezzo tanto sommo, che infimo, ed il medio sia il semplice medio aritmetico tra quelli, che non è il giusto medio (che deve risultare da tutta la mostra de’ prezzi compresa la quantità de’ grani contrattati) serve però anche questa per vedere la serie successiva, ed alterazione de’ prezzi. Faremo dopo qualche riflessione; or ecco la Tavola; avvertendo che questi prezzi (in Lire Venete di soldi venti l’una) sono per la misura, o piuttosto quantità di grano, che si chiama Moggio, il quale si compone [p. 134 modifica]di dodici Staja, misura che pesa 44 libre, sicchè il Moggio pesa lib. 528. Lo stesso Moggio s’intende composto anche di quattro Staja, o sacchi Veneziani, o di tre Sacchi Padovani. Le frazioni de’ soldi son decimali. Avverto anche di aver preso l’anno da un raccolto all’altro, o sia da Luglio, perchè questo mi pare il vero anno frumentario; intendo per la Nota dell’Eccellentissimo Magistrato, che comincia dall’anno 1672.

[p. 135 modifica]

TAVOLA

De’ Prezzi del Frumento.

Anni Prezzo Prezzo Prezzo
Sommo Infimo Medio
1657 — L. 65
 
L. 48
 
L. 56
10 
1658 — L. 53
 
L. 44
 
L. 48
10 
1659 — L. 56
 
L. 42
 
L. 49
 
1660 — L. 82
 
L. 47
 
L. 58
10 
1661 — L. 76
 
L. 58
 
L. 67
 
1662 — L. 68
 
L. 47
 
L. 57
10 
1663 — L. 81
 
L. 48
 
L. 64
10 
1664 — L. 64
 
L. 50
 
L. 57
 
1665 — L. 72
 
L. 58
 
L. 63
 
1666 — L. 50
 
L. 35
 
L. 42
10 
1667 — L. 50
 
L. 34
15 
L. 42
8,5 
1668 — L. 65
 
L. 36
10 
L. 50
15 
1669 — L. 62
 
L. 48
 
L. 55
 
1670 — L. 58
 
L. 37
 
L. 47
10 
1671 — L. 91
 
L. 50
 
L. 70
10 
1672 — L. 64
Lug. 
L. 42
Mag. 
L. 50
18,4 
1673 — L. 50
Ag. 
L. 44
 
L. 46
7,6 
1674 — L. 48
 
L. 44
Sett. 
L. 47
 
1675 — L. 64
 
L. 64
 
L. 64
 
1676 — L. 72
Sett. 
L. 60
Dec. 
L. 66
12,8 
1677 — L. 96
Nov. 
L. 70
Apr. 
L. 83
1678 — L. 82
Apr. 
L. 68
 
L. 73
14 
1679 — L. 84
 
L. 56
Giug. 
L. 70
15,6 
1680 — L. 70
Sett. 
L. 52
Lug. 
L. 62
5,2 
1681 — L. 54
Ag. 
L. 36
Giug. 
L. 49
5,2 
1682 — L. 51
4 Lug. 
L. 40
Sett. 
L. 44
5,6 
1683 — L. 52
Giug. 
L. 44
Ott. 
L. 46
10 
1684 — L. 74
L. 52
Lug. 
L. 61
1,2 
1685 — L. 68
 
L. 52
Lug. 
L. 62
10 
1686 — L. 52
Apr. Mag. 
L. 46
 
L. 48
 
1687 — L. 44
 
L. 44
 
L. 44
 
1688 — L. 40
 
L. 40
 
L. 40
 
1689 — L. 49
12 
L. 49
12 
L. 49
12 
1690 — L. 64
 
L. 64
 
L. 64
 

[p. 136 modifica]

1691 — L. 64
 
L. 52
Giug. 
L. 60
10 
1692 — L. 64
 
L. 56
 
L. 58
8,8 
1693 — L. 95
8 Mag. 
L. 64
Sett. 
L. 80
1,6 
1694 — L. 88
 
L. 48
Giug. 
L. 70
6, 
1695 — L. 84
Gen. 
L. 50
Lug. 
L. 70
11,6 
1696 — L. 96
 
L. 73
12 Giug. 
L. 88
11,2 
1697 — L. 82
 
L. 62
Mag. 
L. 72
1,2 
1698 — L. 82
Lug. 
L. 52
Lug. 
L. 67
17,2 
1699 — L. 68
 
L. 44
Mar. 
L. 60
2,0 
1700 — L. 80
 
L. 58
Lug. 
L. 69
18,0 
1701 — L. 76
Lug. 
L. 60
Ag. 
L. 66
16,8 
1702 — L. 60
Lug. 
L. 49
12 Giu. 
L. 53
14,4 
1703 — L. 49
12 Lug. 
L. 42
Mag. 
L. 45
2,0 
1704 — L. 60
 
L. 38
Lug. 
L. 53
19,2 
1705 — L. 76
 
L. 48
16 
L. 61
10,8 
1706 — L. 72
 
L. 51
Lug. 
L. 66
9,2 
1707 — L. 78
 
L. 56
 
L. 68
18,4 
1708 — L. 85
8 Dec. 
L. 56
Lug. 
L. 69
9,6 
1709 — L. 96
 
L. 53
Giug. 
L. 80
0,4 
1710 — L. 70
Lug. 
L. 46
Lug. 
L. 61
17,2 
1711 — L. 64
 
L. 56
Apr. 
L. 60
16,0 
1712 — L. 72
 
L. 40
Mag. 
L. 60
0,8 
1713 — L. 76
 
L. 61
Lug. 
L. 71
13,2 
1714 — L. 88
Mar. 
L. 66
Ag. 
L. 76
10,0 
1715 — L. 96
Giug. 
L. 84
 
L. 85
10,8 
1716 — L. 96
Lug. 
L. 68
Giug. 
L. 85
10,8 
1717 — L. 84
 
L. 64
Lug. 
L. 80
 
1718 — L. 80
 
L. 72
Ag. 
L. 78
17,2 
1719 — L. 72
 
L. 72
 
L. 72
 
1720 — L. 68
 
L. 52
 
L. 63,
12,8 
1721 — L. 56
 
L. 38
 
L. 45
12 
1722 — L. 56
 
L. 43
Lug. 
L. 50
16 
1723 — L. 50
 
L. 38
Nov. 
L. 42
17,2 
1724 — L. 58
Sett. 
L. 44
Nov. 
L. 51
16 

[p. 137 modifica]

1725 — L. 58
 
L. 46
Lug. 
L. 54
0,8 
1726 — L. 58
 
L. 50
 
L. 52
3,2 
1727 — L. 52
Lug. 
L. 40
Apr. 
L. 47
15,6 
1728 — L. 88
 
L. 52
 
L. 67
18,4 
1729 — L. 86
Dec. 
L. 62
Giug. 
L. 75
13,2 
1730 — L. 61
Gen. 
L. 50
Ag. 
L. 55
2,4 
1731 — L. 60
 
L. 48
Giug. 
L. 56
8,8 
1732 — L. 76
Giug. 
L. 52
Lug. 
L. 61
8,4 
1733 — L. 88
Feb. 
L. 64
 
L. 79
1,2 
1734 — L. 74
8 Mar. 
L. 65
Lug. 
L. 71
2,8 
1735 — L. 110
 
L. 76
 
L. 92
8,4 
1736 — L. 92
 
L. 73
Ag. 
L. 81
1,2 
1737 — L. 74
 
L. 52
 
L. 63
2,0 
1738 — L. 64
 
L. 56
Dec. 
L. 62
4,8 
1739 — L. 100
 
L. 58
Lug. 
L. 73
10,8 
1740 — L. 96
 
L. 56
Giug. 
L. 73
13,2 
1741 — L. 74
 
L. 55
Mag. 
L. 66
14,4 
1742 — L. 70
Giugn. 
L. 56
Lug. 
L. 66
4,4 
1743 — L. 83
 
L. 70
Giugn. 
L. 79
 
1744 — L. 74
Lug. 
L. 62
Sett. 
L. 65
10,4 
1745 — L. 64
Ag. 
L. 61
Ott. 
L. 61
18,8 
1746 — L. 92
Mag. 
L. 70
Sett. 
L. 79
18,0 
1747 — L. 100
 
L. 81
Ag. 
L. 92
1748 — L. 92
 
L. 76
Apr. 
L. 84
15,2 
1749 — L. 104
Giug. 
L. 84
Sett. 
L. 90
17,2 
1750 — L. 92
Dec. 
L. 74
Lug. 
L. 85
4,8 
1751 — L. 95
 
L. 81
Lug. 
L. 89
9,6 
1752 — L. 70
 
L. 64
Mar. 
L. 67
17,6 
1753 — L. 61
Lug. 
L. 54
Sett. 
L. 58
1,6 
1754 — L. 71
 
L. 58
 
L. 61
12 
1755 — L. 92
Genn. 
L. 72
Lug. 
L. 61
10,8 
1756 — L. 78
 
L. 64
Lug. 
L. 74
8,0 
1757 — L. 80
 
L. 72
 
L. 72
15,2 
1758 — L. 83
Mag. 
L. 74
 
L. 76
13,2 

[p. 138 modifica]

1759 — L. 100
Gen. 
L. 80
Giug. 
L. 93
4,8 
1760 — L. 80
Lug. 
L. 72
 
L. 73
10,0 
1761 — L. 66
Gen. 
L. 56
Sett. 
L. 62
10,0 
1762 — L. 60
 
L. 59
Nov. 
L. 59
16,8 
1763 — L. 120
Mag. 
L. 64
Ag. 
L. 89
2,4 
1764 — L. 84
Gen. 
L. 68
 
L. 75
18,4 
1765 — L. 102
Dec. 
L. 84
Ag. 
L. 94
 
1766 — L. 140
Mag. 
L. 95
Lug. 
L. 116
10,4 
1767 — L. 113
Feb. 
L. 90
 
L. 103
6,4 
1768 — L. 90
 
L. 73
 
L. 80
6,0 
1769 — L. 76
 
L. 67
Mag. 
L. 71
3,2 
1770 — L. 80
 
L. 74
 
L. 77
10,4 
1771 — L. 111
Mag. 
L. 74
Lug. 
L. 90
0,8 
1772 — L. 129
 
L. 115
Lug. 
L. 124
 
1773 — L. 150
 
L. 116
Sett. 
L. 130
16,8 
1774 — L. 150
Ag. 
L. 104
Giug. 
L. 123
8,4 
1775 — L. 88
Ag. 
L. 77
Ag. 
L. 82
1776 — L. 72
Ott. 
L. 65
Giug. 
L. 67
2,0 
1777 — L. 95
 
L. 77
Lug. 
L. 87
 
1778 — L. 106
Giug. 
L. 84
Ag. 
L. 98
10,8 
1779 — L. 103
Gen. 
L. 84
Lug. 
L. 95
4,4 
1780 — L. 83
Sett. 
L. 72
Mar. 
L. 77
14,0 
1781 — L. 92
Giug. 
L. 80
Feb. 
L. 85
16,4 
1782 — L. 160
Apr. 
L. 96
 
L. 123
6,0 
       

Riflessi sopra la precedente Tavola.


I. Si può osservare, che i prezzi più alti ebbero luogo nei Mesi di Gennajo, Maggio, Giugno, e Luglio; ma in questi due mesi [p. 139 modifica]stessi, di Giugno, e di Luglio coll’Agosto e Settembre, ebbero molto più luogo li prezzi più bassi, com’è naturale che sia sul raccolto, o subito dopo, quando molti hanno bisogno di vendere; e non è se non per qualche disgrazia, come nella Nebbia del 1735, che li pezzi si alzino a Luglio. Si vede perciò, che l’Eccellentissimo Magistrato era solito in questi mesi comperare assai. Ecco pertanto in un’occhiata il rapporto dei mesi per tal vista: ebbero tante volte

Li Prezzi Sommi Gl’Infimi
In Gennajo 
7
Febbrajo 
4
Marzo 
2
Aprile 
3
Maggio 
7
Giugno 
8
14 
Luglio 
11
24 
Agosto 
5
Settembre 
4
Ottobre 
1
Novembre 
1
Decembre 
4
58 76
[p. 140 modifica]

Questi numeri non sono uguali da una parte e dall’altra nelle somme, o perchè cadono gli stessi in molti mesi, o perchè in un anno non v’è registrato che un solo prezzo, e questo si vede nella Tavola in tutte tre le Classi de’ Prezzi: tal anno anche il Magistrato o non comprò che pochissimo, o non v’è registro, come negli anni 1686, 1691 che pure erano gli anni della Guerra Prima della Morea; in questi anni pure li Prezzi furono tutti bassi.

Per dare però una Più giusta idea dei prezzi rapporto ai mesi dell’anno, pongo la seguente Tavola, che rappresenta li numeri medi di tutti li anni 110 del Registro Magistrale, mese per mese.

Prezzi Medj de’ Mesi.

Gennajo 
75 14,4
Febbrajo 
75
 
Marzo 
75 11,2
Aprile 
72 16,8
Maggio 
74 5,6
Giugno 
70 13,2
Luglio 
65 13,2
Agosto 
70 17,2

[p. 141 modifica]

Settembre 
71 16,0
Ottobre 
71 2,8
Novembre 
73 8,0
Dicembre 
74 10,4


Risulta, che li prezzi più alti hanno luogo nei tre primi mesi dell’anno; e quello che in tutti questi anni avesse venduto il suo Frumento in Gennajo, avrebbe ricavato intorno 7 10 al Moggio, più che vendendo in Luglio; questo è il Mese del più basso prezzo per la ragione detta qui sopra; ed è come assioma tra li Mercanti, che la Settimana del Carmine (16 Luglio) corre il più basso prezzo di tutto l’anno.

II. In generale si può rimarcare nella serie della Tavola, che sebbene li prezzi soffrono degli alti e de’ bassi, e de’ moti retrogradi, non ostante in pieno vanno nei successivi anni crescendo. Affine che ciò meglio si scorga pongo questa Tavoletta, la quale esibisce li prezzi medj dentro certi successivi intervalli: il primo intervallo, cavato dalla Nota di Piove di Sacco è di 15 anni: gli altri sono di 11. [p. 142 modifica]

Tavola de’ Prezzi negli intervalli degli anni.

1657 1672
 
L. 55 9,5
1672 1683
 
59 17,6
1683 1694
 
55 3,2
1694 1705
 
64 14,0
1705 1716
 
70 0,4
1716 1727
 
61 11,6
1727 1738
 
68 5,6
1738 1749
 
73 4,8
1749 1760
 
77 8,8
1760 1771
 
82 3,2
1771 1782
 
96 11,2
dal 1657 al 1716
 
60 7,2
dal 1716 al 1782
 
76 10,4
Medio di tutti
 
68 8,8


Sebbene nei due intervalli 1683, 1694, e 1716, e 1727 vi sia un ribasso, si vede però, come dicevo, che li prezzi vanno crescendo colla serie degli anni; tanto che in un Secolo, dal 1683 al 1782, il prezzo medio si trova cresciuto quasi del doppio. Ho cavato il prezzo medio dei primi [p. 143 modifica]60 anni, e dei secondi; e poi il medio di tutti, che può porgere qualche regola di uso.

Potrebbe venir in mente ad alcuno, che tal aumento di prezzo fosse provenuto dal valore alzato delle Monete. Ma questo non è vero, prima, perchè i prezzi delle derrate difficilmente e lentissimamente si proporzionano al valore alterato della Moneta; di poi perchè si vede, che i prezzi dei Grani ribassarono anche dopo alzato il valore delle Monete, come non fosse stato alzato; in terzo luogo, perchè l’aumento de’ prezzi del Grano cresce in assai maggior proporzione di quello sia cresciuto il valor delle Monete.

III. A tal oggetto pongo qui una Tavola rappresentante il valore del Zecchino, e del Ducato nei successivi anni dell’assunto in intervallo. [p. 144 modifica]

Corso del Zecchino Corso del Ducato
 
1643
 
L. 16:
 
1665 1699 L. 6: 4
1687
 
17:
 
1700
 
6: 6
1697
 
17: 10 1701
 
6: 8
1698
 
17: 15 1702
 
6: 10
1699
 
18:
 
1703
 
6: 12
1701
 
18: 10 detto
 
6: 16
detto
 
18: 15 detto,
Agosto 
6: 18
1702
 
19:
 
detto, Sett.
 
7:
 
detto
 
19: 5 1704
 
7: 2
detto
 
19: 10 1705
 
7: 3
detto
 
20:
 
detto
 
7: 4
1704
 
20: 5 1706
 
7: 6
1707
 
20: 8 1714
 
7: 6
1708
 
20: 10 1727
 
7: 10
detto
 
20: 15 1728
 
7: 12
1709
 
21:
 
1731
 
7: 13
1711
 
21: 5 detto
 
7: 15
1713
 
21: 10 1732
 
7: 16
1715
 
21: 15 detto
 
7: 18
1716
 
21: 18 1733
 
8:
 
detto
 
22:
 


Si vede incidentemente ch’è più cresciuto il valore del Zecchino, che quello del [p. 145 modifica]Ducato, il quale sarebbe in proporzione di L. 8 soldi 10 e mezzo. Ma al nostro proposito, si vede che negli anni, nei quali si alzò il valore tanto del Zecchino, che del Ducato, i prezzi del Grano piuttosto si abbassarono. Dunque è da credere, che sia cresciuto il prezzo del grano, com’è cresciuto quello di tutte le specie (eccetto le giornate de’ Contadini e meschini lavoratori); l’aumento poi generale de’ prezzi dev’essere provenuto o dalla maggiore quantità del dinaro numerario, o dalla sua circolazione.

IV. Fece crescere notabilmente li prezzi del grano una cagione particolare negli ultimi 30 anni, e fu la savia Legge dell’Estrazioni, o Tratte, per lo straniero. L’Estrazioni, adottate dai Governi più savj, moderate dentro certi limiti come viene praticato dal nostro Serenissimo Governo1, vengono giustamente inculcate dagli Autori più accreditati dell’Economia politica, e sono l’anima dell’Agricoltura, e delle Arti, [p. 146 modifica]crescono il Capitale Nazionale, pongono in valore i prodotti, i quali altrimenti si riducono a un vero non valore con un languore universale della Nazione. E che cosa valeva un Campo, quando il Moggio del Frumento si vendeva L. 36 (L.9 lo Stajo o Sacco Veneto, L. 3 il piccolo Stajo) come nel 1681 si vede nei registri del Magistrato? anzi L. 32 per le Note della Piazza di Piove di Sacco nel 1702, e 1721 che dico? sino L. 24 al Moggio nel 1688 nel quale il maggior prezzo è notato di L. 32: veramente a tal condizione varrebbe meglio abbandonare la coltura delle terre, e lasciare i Campi vegri per uso di pascolo. Ora, col benefizio delle Tratte, i Campi fruttano, e vagliono il doppio di quello fruttavano già un Secolo, lasciando anche fuori gli eccessivi prezzi di quest’anno.

Un tal benefizio fu promosso alla Nazione nel 1754, essendo in Magistrato il vivente serenissimo Doge Paulo Renier, alla cui grand’anima colgo questo incontro di rendere il mio grato omaggio, per avermi Egli creato Professore, essendo Riformatore dello Studio di Padova coi due Serenissimi Dogi suoi Antecessori, Foscarini, e Mocenigo. [p. 147 modifica]

V. Resterebbe da fare qualche confronto di questi prezzi colla condizione Meteorologica delle relative annate; per vedere quale costituzione si combinò coi prezzi bassi indicanti abbondanza, e quale coi prezzi alti indicanti scarzezza. Ma questo è difficile, e perchè manca l’istoria delle Stagioni degli anni rimoti, e specialmente perchè, se la bassezza de’ prezzi mostra abbondanza, non così l’altezza de’ prezzi prova sempre una vera scarsezza, potendo questa provenire da altre cagioni, come da guerre vicine, da ricerche fatte dallo Straniero, da manipolazioni de’ Mercanti, ed altre circostanze. Perciò non si può neppure stabilire, se vi sia qualche periodo di abbondanze, e di scarsezze. Non ostante faremo adesso qualche riflesso.

1. Prima di tutto si trova di rado un anno solitario di prezzo altissimo, o bassissimo: neppure in questo la natura procede per salti: si vede una spezie di graduato progresso. Piuttosto s’incontrano de’ gruppi d’anni uniformi nell’alto, e nel basso: dal 1672 ai 1676 sono prezzi bassi: seguono tre anni di prezzi alti; dopo due anni mediocri; ritorna una serie di prezzi bassi per dieci anni; [p. 148 modifica]seguono tre anni mediocri; indi sei anni alti, e così di seguito; solamente negli ultimi 20 anni si mantennero li prezzi alti altissimi.

2. Per determinare il prezzo d’un anno non si deve riguardare nè il prezzo sommo, nè l’infimo, quantunque eccessivi: parerebbe, che quest’anno 1782, e 83, fosse stato il più alto di tutti, essendo stato pagato il grano a L. 160 al Moggio dal Magistrato, da particolari ancora più; e nullaostante il pezzo medio, ch’è il vero prezzo dell’anno, si trova maggiore nel 1773.

3. Entrando nel particolare dell’annate, l’Istoria Metereologica colle Cronache degli umidi, dei secchi, dei freddi da me date nel Libro dell’Influenza, somministra qualche ragione fisica dei prezzi.

4. Gli anni umidi 1666, 1667, 1680, 1683, e 84, 1688, 1702, 1728 portarono piuttosto abbondanza, se non furono eccedenti come il 1772, con innondazioni; o non siano stati preceduti, o susseguiti da lunghe siccità, come il 1693, il 1714, e 15, ed altri.

5. Le siccità che accadono nei primi Mesi dell’anno non sono tanto dannose, perchè il grano sopporta assai il secco; anzi [p. 149 modifica]inclinano alla fertilità, come è scritto del famoso anno 1540, e noi stessi provammo nel 1779. Ma se li secchi accadono nella State, togliendo li grani minuti, portano la carestia inevitabile per il popolo, come accade in quest’anno 1782, e addietro nel 1762, 1759, 1757, 1746, e 47, 1733, e 34, 1718, 1714 e 15, 1700, 1660, e 1663.

6. Alcuni anni furono scarsi per altra specie d’intemperie, come il 1709, 1740 pel freddo; il 1735 per la ruggine universale; il 1764 e 65, per la tiepidezza ed umidità dell’Inverno, come accade in quest’anno 1783, in cui il raccolto doveva essere ben più abbondante; e se non fosse stata la fecondità sparsa dai terremoti, la stagione corsa era per se contrarissima alla buona raccolta.

7. L’altezza de’ prezzi proviene talora da cause esterne, per esempio dalle guerre come dal 1714 sino al 18, nel 1735 e 36, nel 1746 sino al 1748 e 49, ma questa non è vera scarsezza.

8. Riandando finalmente la Tavola, con tutta la miscella delle cause esterne, troveremo però certi intervalli d’anni, coi quali [p. 150 modifica]sembrano circolare le scarsezze, e le abbondanze. Io gli ho già tracciati nel mio Libro Meteorologico, e nei Giornali degli anni addietro, di 4 in 5anni, e di 8 a 9, e componendo di 12 a 13, e particolarmente dei 18 e 19, coi loro multipli, componenti li cicli del Saro, e del Numero d’Oro.

9. Quanto ai 4 anni, Plinio avea rimarcato, che ad ogni quarto anno le Stagioni sembrano esaltarsi, ne ho indicato una ragione fisica nel sito degli Absidi Lunari nei punti Equinoziali e Solstiziali; quindi il malaugurio popolare dell’Anno Bissesto, vuol dire, del quarto anno angustioso; ed ho riferito il detto d’uno sperimentato e vecchio Agricoltore, che chi può serbare il suo Grano per quattro anni, è sicuro di venderlo a buon prezzo; ed è cosa di fatto: cosa utile al privato, e checchè se ne dica, utile al pubblico, ed al popolo (salvo gli estremi di crudeltà), poichè cosa sarebbe negli anni scarsi, se non fossero stati riserbati i granaj pieni?

10. Il periodo di 9 anni presso si può riportare nella Tavola, salendo dal 1782 al [p. 151 modifica]1773 al 1764 e 65, al 1755 al 1746, al 1728, 29, al 1718, al 1709, al 1700, ec.

11. Ma in genere le grandi impressioni sembrano ritornare a capo delli 18 in 19 anni, coi loro multipli 36, ec. come l’ho anche prevenuto nel Giornale dell’anno passato. Questa carestia universale dell’Italia del 1781 e 82, fu affatto simile a quella del 1764, e 65, e il periodo delli 9 anni rinviene allo stesso. Non applicherò questi periodi nè ai Terremoti; benchè quelli di Sicilia e di Calabria sieno ritornati dopo 90 anni (5 volte 18) dal 1693 al 1783, nè all’Epidemia 1711, 1747, 1783, coll’intervallo di 36 anni, o sia 2 volte 18, perchè possono essere combinazioni accidentali, e sarebbe spignere di troppo il sistema.

12. Finalmente, tra le cagioni concorrenti al numero costantemente crescente dei prezzi de’ grani in questi ultimi 30 anni, non potrebbe aver parte una reale diminuzione di prodotto? E questa diminuzione di prodotto da qual altra causa potrebbe procedere, se non dalla provata in questo paese annuale diminuzione di calore, unita ad un vero accrescimento di umido? Poichè come tante volte ho fatto rimarcare, [p. 152 modifica]mancando il calore manca il vigore, il fonte della vita, e della fecondità; molti indizj, nell’infelicità delle produzioni naturali, ci fanno pur troppo sentire una tale decadenza. Col volgere però degli anni è da sperare che risorgerà un novello, o il primiero ordine di generazioni sane, e vigorose.

Restando spazio pongo i tre decennj ultimi dei prezzi medj del Gran Turco, e del Mosto, cavati dai registri ministeriali della Città di Padova.

[p. 153 modifica]
Prezzo Medio Prezzo Medio
Anni del del
Gran Turco. Mosto.
1753 — Lire 22 — Soldi 14 Lire 5 — Soldi 17
1754 — Lire 24 — Soldi 9 Lire 5 — Soldi 17
1755 — Lire 35 — Soldi 10 Lire 5 — Soldi 15
1756 — Lire 44 — Soldi 4 Lire 6 — Soldi 3
1757 — Lire 38 — Soldi 6 Lire 7 — Soldi 15
1758 — Lire 47 — Soldi 16 Lire 11 — Soldi 15
1759 — Lire 52 — Soldi 2 Lire 10 — Soldi 15
1760 — Lire 50 — Soldi 12 Lire 4 — Soldi 17
1761 — Lire 25 — Soldi 11 Lire 5 — Soldi 15
1762 — Lire 29 — Soldi 11 Lire 5 — Soldi 15
1763 — Lire 44 — Soldi 4 Lire 10 — Soldi 10
1764 — Lire 73 — Soldi 8 Lire 8 — Soldi 0
1765 — Lire 41 — Soldi 8 Lire 10 — Soldi 0
1766 — Lire 42 — Soldi 16 Lire 15 — Soldi 5
1767 — Lire 64 — Soldi 7 Lire 12 — Soldi 5
1768 — Lire 72 — Soldi 7 Lire 12 — Soldi 5
1769 — Lire 54 — Soldi 19 Lire 8 — Soldi 0
1770 — Lire 40 — Soldi 4 Lire 7 — Soldi 7
1771 — Lire 39 — Soldi 19 Lire 8 — Soldi 18
1772 — Lire 61 — Soldi 18 Lire 13 — Soldi 6
1773 — Lire 98 — Soldi 19 Lire 6 — Soldi 12
1774 — Lire 58 — Soldi 9 Lire 13 — Soldi 10
1775 — Lire 72 — Soldi 11 Lire 9 — Soldi 5
1776 — Lire 41 — Soldi 17 Lire 9 — Soldi 5
1777 — Lire 44 — Soldi 17 Lire 22 — Soldi 17
1778 — Lire 62 — Soldi 16 Lire 16 — Soldi 18
1779 — Lire 64 — Soldi 18 Lire 14 — Soldi 8
1780 Lire 41 — Soldi 13 Lire 8 — Soldi 15
1781 Lire 39 — Soldi 16 Lire 15 — Soldi 5
1782 Lire 66 — Soldi 4 Lire 11 — Soldi 8
[p. 154 modifica]

OSSERVAZIONI METEOROLOGICHE

del mese di giugno 1783,

con un discorsetto sulla Nebbia straordinaria, ed influenza de’ Fulmini nella presente Stagione.

DI D. GIUSEPPE TOALDO

giugno 1783 in padova.


Barom. Term. Igrom. Vento Meterore Misura
Al M. G. m. mat. Domin. di
Pioggia
1 27 11,9 12, 8 43 L. O. Pioggetta 3
2 28 0,1 14, 5 44 P. Simile 1
3 0,8 15, 5 40 P. M. Simile 2
4 1,6 16, 3 40 S. P. P. V. T. 54
5 1,2 16, 6 42 P. V. P. Tuono 0,2
6 0 8,5 17, 3 44 M. O. P. V. 1
7 0,8 17, 3 43 P. P. V. 5
8 1,7 16, 8 44 P. M. S. V. Goccie 3
9 1,8 10, 8 46 L. S. P. T. 0,1
10 0,4 16, 5 47 P. Simile, e Vento 2
11 0,0 16, 5 46 P. P. Tuono 20
12 27 11,4 16, 6 46 Gar. Var.
13 28 1,5 16, 5 46 L. O. Var.
14 2,1 18, 0 45 P. Pioggia Tuono 1
15 0,0 18, 0 49 L. O. Simile 1
16 27 10,0 17, 2 45 Gar. P. V. T. Gragn. 21
17 28 0,4 13, 25 57 P. P. V. Tuono 24
18 2,3 14, 16 56 O. Tu p. v. neb. in ar. 19
19 1,7 15, 7 52 O. Neb V. SOl. var.
20 0,4 16, 5 51 L. T. Neb. V. P. Tuono 1
21 27 10,6 17, 2 48 O. Ga. Sutto tempestoso 53
22 28 2,3 14, 1 50 P. Tuon. Piog. Neb. 70
23 3,7 16, 3 46 Gar. P. Neb. 11
24 4,0 17, 1 50 O. S. Neb. Soletto, ar
25 3,6 17, 4 46 O. S. Simile
26 2,9 18, 0 46 O. P. V. T. Neb. 50
27 2,7 18, 4 46 O. Sol maligno
28 2,4 18, 0 51 T. Simile goccie 0,1
29 2,6 18, 8 52 L. T. Sim. goc. spar. T. 1
30 3,7 18, 8 54 L. S. La solita Caligine
m. 28 1,34 16, 58 47 Somma 293,4
Poll. 2. l. 0. 5,4
[p. 155 modifica]

OSSERVAZIONI.

Barometro. La maggior altezza fu di poll. 28 l. 4 nel giorno 24, e 25, la maggior depressione, li 16, di poll. 27 l. 9,4. Ne’ mesi d’Estate non fa il Barometro grandi variazioni; spesso è stazionario, e pare, che siasi elevato notabilmente dopo questa Nebbia nell’aria, di cui dopo parlerò.

Termometro. Fu generalmente mese fresco, mentre il grado di calor medio che gli compete, essendo di 19 a 20 gradi, non fu che 16 e mezzo. Difatto solamente negli ultimi giorni arrivò a gradi 22,6, a principio era la mattina al temperato, o sia 10 gradi. Può notarsi il degrado di 4 gradi dal giorno 16 al 17 a cagione del temporale frammezzo.

L’Igrometro, ad onta delle Pioggie, mostrò molto asciutto; ma questo istesso prova l’esaltazione de’ vapori, e che questa apparente Nebbia è composta di aliti secchi.

Pioggia. Se riguardiamo il numero de’ giorni, che diedero pioggia, poca, o molta, si dovrebbe dire mese piovosissimo, perchè furono 22, ma le pioggie furono [p. 156 modifica]generalmente assai tenui, e l’acqua raccolta non fa che due pollici, meno della misura media del mese. Così al piano; ma verso i monti, e dentro le Alpi furono smisurate, e si dice che parevano diluvj: quindi i torrenti, ed i fiumi furono sì gonfj.

Ma due fenomeni particolari si presentano da esser memorati, la Nebbia, ed i Fulmini. Nel giorno 18, dopo un temporale della mattina in seguito d’altri, apparve dopo mezzodì il Sole bianco e smorto, per una sottile caligine sparsa nell’alto dell’Atmosfera, la quale nei successivi giorni andò sempre più condensandosi, nè si dileguò punto da qualche temporale trammezzo, come quello de’ 26 mattina, che diede tante Saette in tutta la linea de’ monti da un mare all’altro. Dura ancora in questi primi giorni di Luglio, anzi sembra farsi più folta, almeno in certe ore. Non toglie la vista del Sole, nè delle Stelle maggiori, se non presso l’Orizzonte. Scorgesi il Sole ad occhio nudo, come se si mirasse coi vetri colorati, e affumicati, tinto di varj colori, secondo la varia densità della Caligine, che lascia passare questa, o quella specie di raggi, generalmente i più forti, i gialli, ed i rossi, [p. 157 modifica]parendo quindi un globo infuocato, o color di sangue, e dando occasione alle fantasie riscaldate, e rozze di vedervi figure varie, teste umane, o d’animali come nelle nuvole. Per lo più appariva in alto pallido, e bianco per la scarsezza de’ raggi d’ogni colore trasmessi, o soppressi parzialmente; al basso rosso, non passando che questa specie di raggi più forti per il lungo tratto orizzontale che la luce dovea valicare.

Perchè non si creda questo fenomeno nuovo al mondo, darò qui dopo una breve Cronaca di simili fenomeni osservati. Ora convien dire una parola sulla cagione di questa caligine, fuori della stagione, almeno per sì lunga durata, (per non ricorrere alla Coda di qualche Cometa, che la Nebbia stessa potrebbe nascondere). Io inclinerei dunque a pensare, e non è venuto in mente a me solo, che questa Nebbia sia venuta dalla Sicilia, e dalla Calabria, dove furono i Terremoti. Si ha relazione, che appunto nell’Atmosfera di quei paesi, dopo quelle grandissime scosse, si scorgeva l’aria Nebulosa, com’è ben naturale di credere, dovendosi una quantità immensa di esalazioni essere sprigionata, ed elevata nell’aria come [p. 158 modifica]un gran polverio. Nei nostri paesi dominarono in questo Mese li Venti Austrosiroccali, a Venezia chiamati Foriani, (venienti da fuor del Golfo) che passano sopra di quelle terre. Questi venti dunque, traversando quei tratti d’Atmosfera, è molto probabile, che abbiano scopato in qua una gran massa di esalazioni, o per meglio dire di quella polvere, che ha coperto tutta l’Italia, e parte della Germania, e che particolarmente arrestata dalla catena delle Alpi siasi sospesa in questo nostro Cielo Lombardo, occupando le Alpi stesse, le quali con istupore si miravano dagli abitanti rosseggiare, o comparire in altra guisa colorate, secondo l’aspetto dell’occhio, e del Sole. Non paiono sicuramente aliti del nostro Terreno, non essendosi veduto fumare, come nelle ordinarie caligini: è questa una Nebbia alta venuta dall’alto, come se fosse caduta nell’Atmosfera, e non si vede toccar terra, se non quanto la linea visuale, per l’inclinazione dello stato Nebbioso prolungandosi, lo rapporta all’Orizzonte sensibile; è nebbia secca, o piuttosto come dissi, una polvere: perciò l’Igrometro, mostra secco, invece di umido, ed il Barometro s’è elevato, notabilmente. Quindi non [p. 159 modifica]fece danno, neppure ai prodotti della terra, e solo nelle colline elevate dicesi aver abbrustolito gli olivi, e le vigne, poichè se alcune di queste soffrirono al piano può incolparsene la stagione piovosa, che ha corso nel fiorire delle medesime.

Or questa Nebbia, se tira l’origine dalle esalazioni sopraddette de’ terremoti, deve pella maggior parte esser composta di spiriti, ed aliti secchi, terrestri, minerali, ignei; deve contenere abbondanza d’aria infiammabile, di fuoco elettrico; di qua si può ripetere la prodigiosa quantità di Fulmini, dai quali fu infestato questo Mese singolarmente dopo la metà non alias coelo ceciderunt plura sereno fulmina; e dico anche a Ciel sereno, così essendosi riferito dei nostri monti: in generale fecero stragi, e rovine, incendiarono capanne, e case, uccisero uomini, ed animali2. In Ungheria, pure dove [p. 160 modifica]parimenti infierirono i Teremoti si scrive incendiata da nove fulmini la Città di Kremnitz. [p. 161 modifica]La mattina dei 26 a Vicenza, già credevano che s’incendiasse la Città per la continua batteria de’ fulmini capace di atterrire gli animi più audaci: era una successione continua di scoppj, anche molti a gruppo in un colpo; tutto insomma il Cielo era in fuoco: così successe nelle terre del Territorio, particolarmente tra monti; da Trieste, e da altri luoghi montani si hanno gli stessi [p. 162 modifica]annunzj. Si vedrà nella Cronica qui presso, che tutti questi fenomeni vanno spesso con giunti ai Terremoti, ed in Calabria tutte le scosse maggiori erano accompagnate da terribili Temporali. Ma in particolare, un Cielo infuocato oscuro, nebbioso suole accompagnare o succedere ai terremoti, talor anche precedere se appunto non sieno succeduti, e sempre nei paesi che tengono un fondo disposto (per le materie, o per le caverne) a patire queste convulsioni, quale certamente non è il nostro per l’esperienza di tanti secoli, e parlando di effetti rovinosi. Tutto il peggio che si potesse temere sarebbe una siccità, invece della sperata, o temuta umidità della State; speriamo piuttosto (poichè già piove) che questi aliti stessi, attivi, e vivifici, o cadendo insensibilmente, o condotti abbasso dalle pioggie; verranno a fertilizzare i nostri terreni, come per lo più si osserva intorno l’eruzione de’ Vulcani, ed Hamilton, dicesi, aver pensato della Calabria: e con verità potremo dire: Nebulam sicut cinerem spargit. I Fulmini stessi fanno circolare dall’Atmosfera alla Terra gli spiriti ignei vitali fecondatori; igneus est ollis vigor. [p. 163 modifica]

Ecco infine una specie di Cronichetta di queste Nebbie, e oscurazioni del Sole, che ho potuto raccogliere dai miei registri, non dubitando, che molti altri casi simili si troverebbero negli Scrittori, o che non saranno stati registrati; servirà almeno a levar la meraviglia, e a far vedere, che niente accade, che non sia accaduto in passato, ed anche con circostanze più forti.

[p. 164 modifica]

CRONACA

Delle oscurazioni straordinarie del Sole, e Fenomeni analoghi.


Anni

Di Roma


291. SOle oscurato, Cometa, ardori in cielo (Aurore Boreali). Giulio Obsequente de prodigiis.

542. Parve il Sole più rubicondo del solito, e con color di sangue.

537. 550. Il disco del Sole parve assai diminuito, cioè di lume.

554. In Regno di Napoli, il Sole, a Ciel sereno in apparenza, parve color di sangue, in prossimo videsi arder il Cielo, cioè un’Aurora Boreale.

710. Tra i prodigj osservati l’anno della morte di Cesare v’è quello del Sole oscurato, e rubicondo, cum caput obscura nitidum ferrugine texit, Implaque aeternam timuerunt saecula noctem. Giulio Obsequente rapporta più dettagliatamente i prodigj accaduti, nominatamente faci pel Cielo, e corone intorno del Sole, il quale per molti mesi fu visto con lume languidissimo: so d’aver letto [p. 165 modifica]altrove, e forse registrato, che qualche anno intiero si vide il Sole con lume languido, e smorto, da potersi fissare.

Anni

Di Cristo

264. Terremoti grandissimi, e tenebre per molti giorni (Fristchio).

396. A Costantinopoli fu tal eccesso di Temporali, che mentre il Cielo ardeva di sopra, la terra tremava di sotto, e si aspettava l’ultimo esterminio.

790. Secondo altri 798. Per diciasette giorni il Sole non diede lume; precedettero terremoti in Candia, e in Sicilia. (Coll. Accad. Lancil. Fristchio).

937. Essendo il Cielo sereno, il Sole s’oscurava, e i suoi raggi che entravano per le fenestre, erano sanguigni.

1020. Apparve la Luna tutta sanguigna: cadde fiamma dal Cielo, come una torre, con orribile fracasso: vuol dire un gran fulmine, o globo di fuoco, composto, a guisa di carcassa, o bombarda piena di granate, come se ne scrisse uno anche quest’anno osservato nella Cattedrale di Liegi, se ben mi ricordo, ed altro ne riferisce Scheukzero di Berna, che vi fossero altri scompigli lo prova l’aggiunta dell’istoria, che il mare [p. 166 modifica]uscito dai lidi sommerse molti luoghi, come nell’uragano degli 11 Marzo di quest’anno.

1104. Il Sole e la Luna, fuori dell’ordine, più volte s’ecclissarono, che vuol dire, s’oscurarono: molte stelle caddero dal Cielo: fuochi ardenti, faci volanti, dardi scagliati per l’aria: fulmini, gragnuole, venti, tifoni, uragani, distrussero tempj, case, capanne, uomini, pecore, piante, precisamente, come in quest’anno 1783.

1154. Il dì primo di Ottobre, con ciel sereno parve tutto oscurato.

1206. Credettero veder nel Sole una testa umana, e l’anno seguente in Germania il Sole come rotto in tre parti: tutto questo, ed altro può travedere la fantasia riscaldata degli uomini in casi simili, come si sentì quest’anno.

1227. Terremoti, Cometa, Sole color di sangue.

1263. Il Sole s’oscura in modo, senza nuvole, che non dà verun splendore.

1383. Terremoto negli Svizzeri; dopo per alcuni giorni, gran cerchio intorno del Sole.

1524. Il Sole per alcuni giorni comparve come un globo rosso di fuoco.

1542. In Aprile, il Sole per tre giorni, [p. 167 modifica]dopo mezzodì, pareva come un globo infuocato. Si notano innanzi veduti eserciti combattere in Cielo, anche due Leoni azzuffati, che sono gli scherzi delle Aurore Boreali, alterati dalle fantasie.

POSCRITTO.

In conferma delle congetture avanzate qui innanzi sull’origine di questa Nebbia, dipendente dai terremoti della Calabria, e sulla virtù sua fecondatrice, serva l’articolo seguente di lettera, in data di Napoli 2 Luglio 1783, giunta a Padova nell’ordinario de’ 10 detto.

Dopo d’aver citato lettera di Rogliano in datta 21 Giugno, che numera “le scosse sentitevi sin allora sopra le mille, che porta l’aria pregna all’ultimo segno di densissime esaltazioni che offuscano la vista anche di mezzo giorno a Ciel sereno, con vento, con nuvole bianche, e rosse, con accensioni diurne, e notturne, parelj, paraselene, ec. del Cielo di Napoli ,parla così.

„L’orizzonte di Napoli non differisce omai da quello di Londra per la sua [p. 168 modifica]fissa tenebrosità da più di 15 giorni (che vuol dire avanti li 18 Giugno); il Sole vi comparisce adombrato di giorno, le Stelle e i pianeti velati di notte; ed un tal adombramento dell’Atmosfera, si accenna generale per tutto il Regno.

„Questi fenomeni fisici degli elementi , hanno avuto la loro influenza sopra tutti i loro prodotti, e sopra i sensi stessi degli animali. Un fuoco insoffribile si è sparso per le vene degli uomini che gli porta ad impeti irresistibili di amore fra i due sessi, che par che la Natura, avendo distrutto gran parte della specie, ne voglia prontamente riparare la perdita...

„L’istessa affluenza di prolificazione si è manifestata nelle altre Creature. I pesci, quasi scossi dalle ime sedi del mare, vengono a stuoli a presentarsi esca dell’uomo sui lidi della Calabria, o a morirvi non irretiti: il pesce Spada infatti non si è trovato a venderlo nella sua stagione a sei grana il rotolo di 48 oncie.

„La feracità nei frutti, e il vigore nella vegetazione delle piante van del pari colla lussurianza degli animati. L’albume de’ cedrati ha un sapore più squisito [p. 169 modifica]degli altri anni, e il succo slavido, o slavor della scorza marcisce presto, se non è subito espresso, per l’abbondanza.

„Malgrado la mancanza delle braccia l’industria della seta si mostra più abbondante di tutti gli anni di cui si abbia memoria: così la carica degli ulivi, delle viti, delle ficaje, e così anche la raccolta dei grani, e del grano d’India; e generalmente tutto indica l’annata la più fertile che siasi sperimentata da parecchie generazioni. Un tremuoto straordinario dovea infatti esser accompagnato da conseguenze straordinarie.

Note

  1. Quando il prezzo sta sotto li 4 Zecchini al Moggio, la Legge permette le Tratte; quando eccede li 4 Zecchini, le interdice.
  2. Quasi a migliaja si contano i Fulmini per ogni Temporale, ed in essi de’ così stranissimi, verificandosi le Storie credute quasi favolose degli Antichi Scrittori sugli scherzi delle Saette, come di fondere i coltelli nel fodero, rimanendo questo intatto, di lasciare intatti gli Animali uccisi, che scossi caddero in polvere, di tosare, o pelare Animali, ed uomini, rimasti illesi nel resto. Qualcheduno di questi Fulmini fu felicemente tramandato dai Conduttori, come la mattina dei 21 da quello del Senatore Sig. Angelo Querini in Altichiero, essendosi osservato fuoco nell’Asta, e scricchiolare i Fili de’ Campanelli, e delle cortine: e la stessa opinione corre del Conduttore di S. Marco di Venezia, e della Torre di Vicenza.
    Il Pubblico è già informato dai Giornali del felice effetto del Conduttore posto alla Torre della Specola di Padova, avendo manifestamente trasmesso un Fulmine cadutovi il dopo pranzo del giorno 11 Maggio 1777, senza veruna offesa della Fabbrica; similissimo al caso occorso li 18 Aprile precedente nel Campanile di Piazza della Città di Siena, di fresco armato.

    Ai 23 del prossimo mese di Luglio, a ore 15, con poco apparato di Nuvole, e niente di Pioggia, una Saetta percosse la Torre dell’Università di Padova. Questa Torre si trova elevata di 170 Piedi, quadrata sino alla Campana, quindi Ottangola, poi rotondata in Cupola di Legno coperta di Piombo, e coronata da una Sfera armillare di Metallo. La Saetta, che pare entrata per la Sfera Armillare di Metallo, e per li Piombi, cominciò subito sotto di questi a rompere un Capitello d’uno de’ Pilastri dell’Ottangolo, e scheggiò il Zocco della Campana, ed una Trave Orizzontale, verso il detto Pilastro, in cui s’appoggia il Martello dell’Orologio. Dopo, il tirante di questo Martello, ch’è un filo di Ferro, grosso come il dito mignolo, servì di Conduttore alla Saetta per più di 60 Piedi scendendo, non avendosi per tutto questo tratto scoperto segno veruno, sin sotto il solajo dell’Orologio. Ma ivi, terminando il metallo, subito fece delle fratture ne’ legnami, e si avventò nelle ruote, e grosse Catene, che cerchiano questa Torre al di sotto, ai capi d’esse facendo per tutto squarciature gagliarde, e scrostature di malte, sin quasi al fondo; rendendosi visibile anche quì il buono, o cattivo de’ Metalli nelle Fabbriche: buono, se sono continuati: cattivo, se sono interrotti.

    Perciò fu comandato di armar questa Torre di Conduttore per preservarla da simili infortunj: quanto può l’arte umana, facile fa il piano di costruzione. Non si eresse Punte esterne, solo si formò una comunicazione di tutti i metalli, continuata però sin sotto terra. Si appiccò dunque un grosso filo di ferro (pari a quello del Martello che si sperimentò capace di fare il bramato effetto) ai Piombi della Cupola, facendolo arrivare sino al Martello presso la Campana: il filo del Martello serve per li 60 Piedi di sua lunghezza sin sotto l’Orologio; all’Orologio si attaccò altro filo simile, in cui facendo comunicare tutte le Catene accennate, si condusse fuori della Torre, sempre incassato, per varj raggiri, attesa la natura dell’edificio, sino a seppellirsi nel pozzo, che giace nel Portico del gran Cortile dell’Università direttamente in faccia del vestibulo.